martedì 11 marzo 2008
La storia di Penny (prima parte)
E' arrivato il momento di raccontarvi la storia di Penny, la mia dolcissima cagnolina, a cui è dedicato il servizio fotografico e la scelta della compilation che potete ascoltare come sottofondo musicale mentre scorrete le pagine di questo blog.
Penny è arrivata a sirene spiegate, a bordo di una volante della polizia stradale che l'aveva soccorsa, investita e terrorizzata, la sera di giovedì 7 marzo 2002, presso la clinica in cui all'epoca lavoravo, proprio al momento del cambio turno; ma vedendola in quelle condizioni mi sono fermato ad aiutare la collega a cui stavo dando il cambio.
L'abbiamo letteralmente prelevata dall'abitacolo, perché avevano tutti paura di toccarla, non sapendo come avrebbe reagito: effettivamente quel batuffolo di peli neri se ne stava raggomitolato sul fondo dell'auto, senza lasciar indovinare quale fosse la testa e quale la coda, tremando come una foglia.
Una volta prelevata dolcemente ci siamo resi conto che aveva un'emorragia in bocca per la ferita che si era prodotta sulla lingua a causa del trauma, varie abrasioni sull'addome dovute all'urto sull'asfalto, un versamento emorragico a livello della sclera dell'occhio destro, una ferita lacero-contusa su una zampa posteriore e inoltre una lieve ematuria per il colpo ricevuto alla vescica: insomma era ridotta davvero maluccio!
Dopo aver suturato la ferita alla zampa e averla stabilizzata, come ci fummo sincerati che fosse fuori pericolo, abbiamo congedato i soccorritori e l'abbiamo ricoverata, nella speranza che si facesse vivo prima o poi qualcuno per reclamarla, perché non potevamo credere che l'avessero abbandonata, vista la sua simpatia e dolcezza.
All'epoca, dai rilievi fatti sulla sua dentatura nuova di zecca, avrà potuto avere al massimo 7 mesi di età.
Purtroppo la cattiveria umana non ha limiti e nessuno si è mai degnato di denunciarne la scomparsa e dal momento che non aveva né un collare, né una medaglietta, né tantomeno un tatuaggio (all'epoca ancora i microchip non esistevano) che ne indicasse la provenienza o l'appartenenza, ci siamo dovuti arrendere all'evidenza dei fatti e classificarla come randagia.
Quel week end lì io ero atteso a Bologna, per cui la lasciai a malincuore alle cure dei colleghi, con la promessa però che se al mio ritorno l'avessi ritrovata ancora lì l'avrei adottata, perché non potevo sopportare l'idea che finisse in una gabbia di un canile in attesa di un padrone adottivo...
E così fu: il lunedì, al mio rientro a Roma, decisi di tenerla con me e la chiamai Penelope (Penny), visto che, come l'omonima eroina mitologica, aveva avuto la pazienza di aspettare il ritorno del suo "Ulisse"!
Grazie per questo post, è molto bello!
RispondiEliminaPer fortuna al mondo ci sono persone come te, che contrastano un po' tutta la cattiveria che c'è in giro per il mondo. E per fortuna ci sono anche creature come Penny, prive in assoluto di cattiveria e così piene di affetto e amore da dare...
Grazie, sei un tesoro!
RispondiEliminaSpero solo che tutti gli sforzi fatti da chi come me cerca di rendere il mondo migliore, siano contagiosi e dilaghino a macchia d'olio, riducendo sempre di più la cattiveria sino a renderla inoffensiva...