venerdì 23 maggio 2008

La corretta alimentazione del coniglio domestico

I conigli sono dei lagomorfi (famiglia leporidi) che si distinguono dagli altri roditori per avere una doppia fila di incisivi superiori e, sebbene si siano diffusi inizialmente come animali da carne, oggi sono diventati molto popolari come animali da compagnia sia tra gli adulti che tra i bambini, proprio grazie alla loro personalità vivace e sensibile che li rende facilmente addomesticabili (anche se con le dovute accortezze) e, soprattutto, date le dimensioni più modeste di cani e gatti, più rispondenti alle esigenze della vita moderna che si svolge per lo più all'interno di un appartamento, dove lo spazio ristretto e il tempo libero spesso limitato, non consentono tante alternative a chi desidera comunque avere il piacere di relazionarsi con un animale domestico.

L'addomesticamento del coniglio risale al Medio Evo: esso discende dal coniglio selvatico dell'Europa occidentale e dell'Africa settentrionale.
Esistono oltre 50 razze di coniglio domestico, di dimensioni variabili dalla taglia nana (0,9-1,8 Kg) alle varietà giganti, che possono raggiungere il peso di 6,4-9 kg.


Sono degli erbivori monogastrici a fermentazione intestinale (localizzata nell'ultimo tratto dell'intestino), dotati di una complessa fisiologia digerente, che risulta essere l'apparato più delicato in questo animale dal metabolismo notevolmente accelerato.
Una delle caratteristiche peculiari sono i denti (a crescita continua) che spesso rappresentano un problema soprattutto nelle razze nane.
In queste ultime infatti la malocclusione è più frequente, determinando un mancato consumo degli stessi, che raggiungono dimensioni tali da rendere impossibile la normale masticazione, ostacolando, sino a renderla impossibile, l'alimentazione.
Pertanto si rende necessario intervenire di frequente, per ridurli tramite un'operazione di limatura o arrivando all'estrazione completa per risolvere definitivamente il problema.


Un'ulteriore caratteristica di questa specie che potrebbe diventare un problema è il fatto che non sono in grado di vomitare a causa della particolare conformazione dell'epiglottide e di un cardias (la valvola che regola il passaggio tra l'esofago e lo stomaco) ipertrofico.
Ciò fa si che tutto ciò che viene ingerito non può far altro che progredire verso l'intestino, con le ovvie conseguenze, anche laddove invece sarebbe opportuno, da parte dello stomaco, liberarsi di un contenuto indesiderato.

Per questo motivo nel caso in cui venga ingerito un corpo estraneo (come frammenti di plastica, di tessuto, ecc.) oppure una esagerata quantità di pelo (durante le operazioni di tolettatura) si possono creare dei blocchi a livello gastrico per la formazione di vere e proprie matasse di pelo (egagropili) o di corpi estranei, con gravi conseguenze nei delicati processi digestivi, sino alla morte del povero animale.


Ecco perché nei periodi a rischio di maggior ingestione di pelo (durante la muta o nella preparazione del nido, o anche in condizioni di particolare stress), si suggerisce di somministrare sostanze enzimatiche in grado di facilitare la dissoluzione della cheratina dei peli, come il succo di ananas fresco (non quello pastorizzato, perché il trattamento termico distrugge tali enzimi), prima che la situazione degeneri.

Altra ulteriore caratteristica di questi animali è che i processi digestivi non riescono a compiersi in un solo passaggio attraverso l'apparato gastroenterico; ma è necessario che le prime feci (ciecotrofo), deposte di solito al mattino presto o durante la notte, possano venir ingerire nuovamente, affinché si completi l'assorbimento di sostanze vitali (quali vitamine del gruppo B, proteine e acqua).
Per una normale motilità gastro-intestinale inoltre è indispensabile un adeguato apporto di fibra con la dieta, così come per l'equilibrio della microflora intestinale e il mantenimento di un pH ciecale ottimale (necessario ai regolari processi fermentativi): tutte condizioni indispensabili ai normali processi digestivi del coniglio e al mantenimento della sua salute.


Ciò significa che per una dieta corretta è indispensabile fornire al coniglio un quantitativo abbondante di fibra grezza sotto forma di fieno di buona qualità che tra l'altro previene l'obesità e la formazione dei tricobezoari o egagropili.
Assolutamente controindicato invece è fornire come principale o unica fonte alimentare il mangime pellettato, in quanto essendo troppo ricco in proteine e povero di fibre può causare disturbi digestivi (quali diarrea e fermentazioni anomale), predispone a obesità e formazione di calcoli vescicali, inoltre determina problemi connessi al mancato consumo dei molari (formazione di punte taglienti in grado di incarcerare la lingua, impedendo all'animale di nutrirsi).

Ovviamente le necessità nutrizionali del coniglio variano con l'età e con lo stato fisiologico.
In generale per la crescita, la gravidanza e l'allattamento sono necessari livelli di calorie, proteine e calcio più elevati rispetto ai fabbisogni di mantenimento.

Per una dieta di mantenimento si suggerisce di fornire fieno ad libitum (meglio se di prato polifito ed erba medica), verdure fresche ricche di fibre (prediligere quelle scure, come cicoria, cicorione, spinaci, ecc. cercando di evitare quelle chiare come la lattuga).
A questo proposito mi preme ricordare che l'ingestione di verdure ricche di pigmenti vegetali può esitare nell'emissione di urine che sembrano emorragiche, ma in realtà tale colorazione è data da porfirine che mimano il colore dell'ematuria (per sicurezza, in caso di dubbi, comunque fatele analizzare).
Il cibo pellettato andrebbe somministrato invece in quantità limitate (per un coniglio di circa un kg è sufficiente la quantità contenuta in un pugno),
volendo assieme a qualche pezzetto di mela o carota e al massimo una volta al giorno.
Al contrario il pane secco è vivamente sconsigliato.

Per quanto riguarda i cambiamenti di alimentazione questi devono essere effettuati sempre in modo graduale, per evitare problemi anche seri che vanno a ripercuotersi sulla funzionalità intestinale.
Il coniglio infine necessita di acqua sempre fresca e pulita (dai 50 ai 150 ml al giorno) che si consiglia di lasciare sempre a disposizione negli appositi beverini (a goccia o a sifone) evitando invece le ciotole a terra, che tendono ad inquinarsi troppo facilmente e pertanto poco igieniche.
Sia chiaro che per qualsiasi dubbio o domanda conviene sempre rivolgersi al proprio veterinario di fiducia, evitando di seguire consigli dati da persone che si improvvisano esperti in materia, quando magari sono mossi da meri interessi commerciali!

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