Dal momento infatti che essi vivono giorno e notte a stretto contatto col proprietario, accade che siano esposti anche agli stessi agenti tumorali diffusi nell'ambiente che condividono.
Sempre più studi comparati hanno riscontrato patologie simili tra uomo e animali domestici: le polveri sottili, le radiazioni, il fumo passivo e i tubi di scappamento sono tra i principali responsabili, oltre ai fattori genetici, della formazione dei tumori anche negli amici a quattro zampe.
Dalla chirurgia specialistica alla crioterapia, dalla radioterapia alla chemioterapia, la veterinaria ha fatto intanto enormi progressi. Oggi, forse pochi lo sanno, anche per cani e gatti sono disponibili tutta una serie di presidi che aggrediscono il tumore sotto più fronti. Qui di seguito riporto un articolo comparso l'altr'anno proprio su ANSA on line, in cui viene intervistato sull'argomento un collega specialista in oncologia, che spiega appunto tutti i risvolti che oggigiorno sta assumendo questo aspetto della medicina veterinaria.
DIAGNOSI PRECOCI - L'importante "è agire in tempo - spiega Fabio Valentini, veterinario membro della European Society of Veterinary Oncology - molto prima che nell'uomo, perché la vita di un cane o di un gatto è molto più breve di quella umana, quindi anche le patologie evolvono con molta più rapidità". A titolo di esempio, "basti pensare ad un linfoma non-Hodgkin, frequentissimo tumore negli animali ma anche nell'uomo: sotto terapia un cane può' vivere massimo due anni. Nell'uomo, a parità di condizioni - spiega il veterinario -, i tempi sono decisamente più lunghi".
Il fattore temporale è quindi fondamentale per una diagnosi precoce. Il proprietario di un animale deve saper quindi captare qualsiasi sensore. Il primo, ad esempio, può essere un'improvvisa e prolungata perdita di appetito. Un tempo, con una diagnosi di tumore, un cane o un gatto veniva soppresso. Oggi fortunatamente ci sono approcci terapeutici diversi.
DIAGNOSI PRECOCI - L'importante "è agire in tempo - spiega Fabio Valentini, veterinario membro della European Society of Veterinary Oncology - molto prima che nell'uomo, perché la vita di un cane o di un gatto è molto più breve di quella umana, quindi anche le patologie evolvono con molta più rapidità". A titolo di esempio, "basti pensare ad un linfoma non-Hodgkin, frequentissimo tumore negli animali ma anche nell'uomo: sotto terapia un cane può' vivere massimo due anni. Nell'uomo, a parità di condizioni - spiega il veterinario -, i tempi sono decisamente più lunghi".
Il fattore temporale è quindi fondamentale per una diagnosi precoce. Il proprietario di un animale deve saper quindi captare qualsiasi sensore. Il primo, ad esempio, può essere un'improvvisa e prolungata perdita di appetito. Un tempo, con una diagnosi di tumore, un cane o un gatto veniva soppresso. Oggi fortunatamente ci sono approcci terapeutici diversi.
"Il tumore - tiene a precisare il dottor Valentini - non è 'curabile' o 'non curabile' ma va preso come una malattia 'cronica', con la quale l'animale può convivere ed avere, sotto adeguate terapie, una buona qualità della vita. Anche nell'uomo ci sono varie patologie non curabili, ma grazie ad alcuni presidi farmacologici si può condurre comunque una vita dignitosa".
PREVENIRE - E' la parola d'ordine anche per gli animali. Così come una donna si sottopone abitualmente ad un pap-test e alla mammografia, un cane o un gatto in buona salute che ha superato i quattro anni deve fare un check up completo una volta l'anno: visita clinica, esami del sangue e delle urine, radiografie toraciche ed ecografie addominali. Va controllata anche l'obesità, nella prevenzione non solo dei tumori ma anche, tra l'altro, delle patologie cardiache. Cosi', secondo i principi del buonsenso, una corretta alimentazione e l'attività fisica sono regole d'oro.
RAGGI ULTRAVIOLETTI - Avete un gatto bianco? Questi felini sono tra i più soggetti ai carcinomi squamosi, indotti dai raggi ultravioletti. Perciò sarà buona regola - come consiglierebbe un medico ad una persona con carnagione chiara - non far esporre al sole l'animale troppo a lungo e nelle ore più calde. Ci sono inoltre "predisposizioni di razza" di cui deve tener conto un proprietario di Fido: levrieri e cani San Bernardo sono più soggetti ai tumori ossei. I boxer possono contrarre diversi tipi di tumori. I gatti in genere sono predisposti ai sarcomi iniezioni indotti: per questo, soprattutto nei felini, vaccini ed iniezioni devono essere fatti nello stretto necessario e sempre sotto indicazioni del veterinario.
OCCHIO AL FUMO PASSIVO - Padroni con il vizio delle ''bionde'', pensate anche al vostro amico a quattro zampe, non solo per i tumori ma anche per le malattie respiratorie. Anche lui risente degli effetti del fumo passivo, cosi' come dei tubi di scappamento, a 'portata di naso'.
LA STERILIZZAZIONE - Per i tumori mammari sia nei cani sia nei gatti è consigliabile la sterilizzazione tra il primo ed il secondo calore, non oltre. Nei gatti il tasso di malignità di un tumore mammario è più elevato, quindi più il nodulo è piccolo, maggiori saranno le possibilità di intervenire in tempo. La palpazione rimane un'ottima regola per la prevenzione, esattamente come nell'uomo.
DIAGNOSI SOFISTICATE E CHIRURGIA - Ecografie, radiografie, TAC (e la sua evoluzione TC Scan) e biopsie sono gli strumenti principali che oggi consentono una più precisa diagnosi della malattia. L'ago aspirato, ad esempio, e' la prima cosa da fare nel caso di un nodulo sospetto.La TAC e' disponibile da qualche anno in veterinaria ed e' fondamentale nell'oncologia perché permette di vedere con precisione l'estensione di una massa tumorale e, alle volte, evita inutili interventi se l'animale non e' operabile.
CHEMIOTERAPIA - Oggi ci sono farmaci rivoluzionari sia per uso umano sia veterinario. Ciò vuol dire meno effetti collaterali e maggiore possibilità di aggredire la malattia. "Non bisogna demonizzare la parola 'chemioterapia' - afferma il dottor Valentini -, la quale d'altra parte non vuol dire altro che 'terapia con farmaco'. Anche un antibiotico - aggiunge - è un chemioterapico". Purtroppo si associa a questo tipo di cure l'effetto devastante che i primi farmaci per la chemioterapia avevano sull'uomo: totale perdita di capelli, nausea, vomito, abbassamento dei globuli bianchi. "In veterinaria - aggiunge l'oncologo - i dosaggi dei farmaci sono anche più bassi e gli effetti collaterali sono minori e monitorizzabili". DIAGNOSI SOFISTICATE E CHIRURGIA - Ecografie, radiografie, TAC (e la sua evoluzione TC Scan) e biopsie sono gli strumenti principali che oggi consentono una più precisa diagnosi della malattia. L'ago aspirato, ad esempio, e' la prima cosa da fare nel caso di un nodulo sospetto.La TAC e' disponibile da qualche anno in veterinaria ed e' fondamentale nell'oncologia perché permette di vedere con precisione l'estensione di una massa tumorale e, alle volte, evita inutili interventi se l'animale non e' operabile.
PRIMA DI TUTTO, IL BENE DELL'ANIMALE - "Possiamo curare - spiega l'oncologo - tumori attraverso chirurgie aggressive e demolitive (amputazioni, asportazioni di nasi e altri distretti anatomici), ma il proprietario deve capire che l'animale non ha coscienza dell'impatto sociale derivante dal ritrovarsi su tre zampe". Lui non si vergogna e si adatta in modo straordinario. L'importante è sempre il bene dell'animale.
EUTANASIA - Se il "dogma" di un buon oncologo dovrebbe essere "prolungare il più possibile la vita di un animale, nelle migliori condizioni possibili, senza scendere nell'accanimento terapeutico", può arrivare però il momento in cui non c'è più niente da fare per il nostro amico a quattro zampe. "L'eutanasia - sottolinea il veterinario - è l'ultimo gesto di bene per un animale che non ha più buone prospettive di vita". Tenerlo ancora con noi sarebbe solo un atto di egoismo.
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