domenica 15 marzo 2009

Arriva la Primavera: arrivano le Processionarie!

Finalmente iniziano le belle giornate; ma con esse iniziano anche i rischi connessi alle specie animali che si risvegliano dal lungo sonno invernale...
Tra quelli più diffusi e noti di questo periodo dell'anno figurano senz'altro dei bruchi che si rinvengono proprio tra marzo e giugno, frequentemente nei boschi di conifere, perché nidificano di preferenza su pini e abeti (alcune specie anche sulle querce) e lasciano proprio ora i loro nidi in cerca di cibo.

Di solito sono abbastanza facili da riconoscere, in quanto devono il loro nome (Processionaria) alla caratteristica di camminare in lunghe file indiane.
Si tratta degli stadi larvali di lepidotteri appartenenti ai generi Tahumetopea piryocampa (Processionaria del Pino), Thaumetopea procesionea (Processionaria della Quercia), Euproctis chrysorrhea (Tarma dalla coda marrone), ed Euproctis similis (Tarma dalla coda gialla o dalla coda d'oro).
Potrete trovare notizie più dettagliate circa la loro biologia a questo link.

Questi bruchi infestano dunque in questa stagione campi e pascoli; ma anche giardini e parchi pubblici cittadini e gli animali più colpiti risultano ovviamente tutti quelli che vi si imbattono più o meno accidentalmente o vanno a curiosare, annusandoli e spesso cercando di prenderli in bocca. Il rischio principale è costituito infatti dalla presenza sul loro corpo di peli urticanti che rilasciano, se ingeriti, inspirati o anche per semplice contatto cutaneo, alcune proteine ad attività istamino-liberatrice ed altri composti ad attività allergizzante.
Questi peli urticanti sono simili a piccoli arpioni provvisti di punte laterali dirette verso l’apice, i cui effetti derivano dal sommarsi di un’azione fisica, dovuta alla loro particolare conformazione, con l’attività chimica di una proteina solubile (taumetopoietina per quanto riguarda le processionarie del Pino), liberata a seguito della rottura del pelo.
Tali strutture sono generalmente lunghe 0,10-0,15 mm e quindi di dimensioni molto più piccole dei normali peli visibili ad occhio nudo e sono disposte sul corpo delle larve in aree ben delimitate dette "specchi", la cui morfologia e distribuzione è caratteristica per ciascuna specie.
Gli specchi vengono ricostituiti ad ogni muta e raggiungono la massima ampiezza nelle larve dell’ultima età, che possono portare centinaia di migliaia e talvolta milioni di peli urticanti.
Nella Processionaria del pino è stato osservato che detti specchi sono provvisti di cerniere e funzionano come un libro, rimangono chiusi in assenza di pericoli e possono venire aperti in caso di necessità per consentire la liberazione nell’ambiente dei peli urticanti.

Pertanto i nostri animali (ma anche noi esseri umani non ne siamo di certo immuni) possono intossicarsi in vari modi:
  • ingestione dei bruchi (più frequente nei cuccioli) o dei loro peli urticanti presenti sul terreno, sui rami bassi o sull'erba;
  • contatto coi peli urticanti durante il gioco coi nidi o se la passeggiata avviene sotto gli alberi che ospitano i nidi di processionarie;
  • per inalazione di peli (trasportati anche dal vento durante le giornate particolarmente ventose);
  • contatto con nidi sotterranei, in conseguenza dell'attività esplorativa del terreno.
Sintomatologia e lesioni
Proprio per la tipologia di contatto che solitamente interessa la regione buccale e peribuccale, si riscontrano sintomi riferibili a stomatite, glossite e faringite che evolvono in 2-3 giorni, rendendo difficoltosa o persino impossibile l'alimentazione.
Potremmo riscontrare dunque ulcerazioni più o meno gravi sino alla necrosi di tratti del cavo orale, erosioni di forma allungata della mucosa buccale ed edema delle labbra e dell'orofaringe, con scialorrea (ipersalivazione) caratterizzata da una saliva molto densa e collosa, come riflesso per l'intensa irritazione prodotta.

Talvolta si possono avere persino reazioni generalizzate con shock anafilattico ed ipertermia.
Se i peli vengono inalati si produce, come conseguenza, una rinite congestiva con tosse e bronchite e se poi entrano in contatto con gli occhi il rischio di una grave congiuntivite è davvero alto.

Mentre se il contatto è avvenuto soltanto attraverso la cute, si ha uno spiccato eritema in forma di eczema acuto, con arrossamenti nella zona interessata ed un prurito intenso e doloroso.
Terapia e prevenzione
In merito al trattamento, bisogna dire che purtroppo non esiste un trattamento antidotico mirato e specifico; ma occorre un intervento quanto più rapido possibile che si avvale in primo luogo
della rimozione dei peli residui, tramite abbondanti risciacqui (evitando di strofinare la parte, previa la ulteriore rottura dei peli e l'assorbimento delle sostanze tossiche da essi liberate) e subito dopo si deve instaurare una terapia sintomatica, meglio se sotto controllo veterinario, a base di antistaminici e cortisonici per via locale e sistemica (endovena).
L'utilizzo di antibiotici orali (spiramicina) andrebbe valutato caso per caso a seconda dell'entità delle lesioni riportate in bocca e nelle aree circostanti.
A volte, assieme ad un'accurata disinfezione della zona interessata, si rende necessario l'uso di anestetici locali e, per quanto riguarda la lingua, di iniezioni di eparinato di Ca perilesionale per limitare la necrosi dovuta ad infarto locale.

Per la prevenzione, a parte evidentemente evitare il contatto con questi insetti tenendosi lontano, durante i periodi a rischio, dalle pinete e dai boschi di quercia non controllati dalle autorità forestali, occorre una costante sorveglianza per individuare i nidi di svernamento, rimuovendoli meccanicamente e distrugendoli col fuoco.
Inoltre ricordiamo che, oltre all'uso di insetticidi chimici, esiste la possibilità della lotta biologica mediante l'utilizzo (in autunno) di preparati a base di B. thuringiensis, un batterio in grado di decimare questi insetti senza arrecare danno ad altre specie.

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