giovedì 26 marzo 2009

L'analisi dei transiti: il punto di vista del consultante

Dopo aver elencato nell'ultimo post di argomento astrologico gli handicap degli astrologi, passiamo a considerare oggi i consultanti, principali responsabili (nella maggior parte dei casi) delle deformazioni mentali degli astrologi professionisti.
Nonostante infatti sia indubbio che i progressi dell'astrologia sono tali a livello di serietà, che raramente ormai l'astrologo viene messo sullo stesso piano del cartomante o del veggente, tuttavia l'approccio alla "lettura del futuro" non è cambiato granché: si spera di sentirsi dire "belle cose", si ha paura di quelle "brutte", oppure, più spesso ancora, il consultante ha in mente un problema ben preciso (amore, salute, denaro) ed esige risposte altrettanto precise in merito.
Intendiamoci, nulla di tutto ciò è impossibile, in senso lato. L'occhio esperto del professionista, che già conosce a menadito le posizioni planetarie degli anni a venire, riesce a identificare in pochi secondi l'eventualità di un lungo periodo positivo o di un lungo periodo negativo inciso dai transiti sul tema natale del consultante; ma parlargliene non è affatto facile, per ragioni sia pratiche che teoriche.
Impaurire chi ci chiede aiuto, infatti, sarebbe moralmente riprovevole e tecnicamente incauto, perché l'esperienza insegna come sia abbastanza agevole qualificare i possibili effetti dei transiti e difficilissimo quantificarli. La simbologia di tutti gli elementi zodiacali in gioco (pianeti, segni, case) è così ricca che studiarne tutte le combinazioni possibili richiederebbe forse un tempo superiore a quello necessario al verificarsi del temuto evento.
Anche nell'antica mantica oracolare la "sibillinità" del responso traduceva forse la complessità di questo fenomeno.
C'è poi un altro problema da prendere in considerazione, e che emerge soprattutto nel caso dei transiti positivi: quando il consultante viene ad interrogarci sul futuro, in realtà è completamente immerso nel presente e non è disposto ad accettare ipotesi di sviluppi e cambiamenti che da tale presente si discostino. Sempre in base all'esperienza sappiamo anche che spesso le idee del consultante finiscono bene o male per influenzare quelle dell'astrologo, inducendolo a dubitare delle evidenze planetarie e costringendolo ad elaborare ipotesi alternative.
Oppure ancora ci sono molti professionisti seri, che però costretti a guadagnarsi il pane coi capricci dei clienti, decidono di assecondarli con una sorta di cinica pietà, lasciando che gli eventi seguano il loro corso, anche perché tanto anche dopo che l'evento predetto si sarà infallibilmente verificato, il consultante li liquiderà magari con uno sbrigativo: "avevi ragione"; ma non avrà imparato assolutamente niente da questa lezione astrologica e l'anno seguente ripartirà testardo con una nuova idea fissa...
Il rapporto tra l'astrologo ideale ed il consultante ideale è dunque cosa abbastanza rara e si traduce in un reciproco e fruttuoso scambio di esperienze retto dalla fiducia e, se possibile, dall'intelligenza.
Quando infatti la persona seduta di fronte all'astrologo ha afferrato, pur ignorando i termini tecnici, quale sia l'importanza di una preparazione mentale e spirituale a un periodo esaltante o a un periodo difficile della propria vita, un passo importantissimo sarà stato compiuto e l'utilità dei transiti si tradurrà in un dono inestimabile, che è quello della saggezza.
Esiste infatti un risvolto positivo del terrore della predestinazione che può essere rovesciato come un guanto per affrontare certi momenti cruciali. Ammettiamo ad esempio che una determinata persona viva i transiti negativi di Saturno sul suo Sole natale (anche in base alla ricostruzione di eventi passati) traducendoli in periodi di depressioni esistenziali, ebbene tale persona, una volta identificata la causa astrologica di ciò nel passaggio di Saturno sul Sole, riuscirà ad osservare con distacco tali depressioni, evitando di lasciarsi trascinare nel loro gorgo, in quanto avvertirà una sorta di deresponsabilizzazione e contemporaneamente sa che una volta trascorso il periodo di tempo del transito, gradualmente le cose miglioreranno.
E qui arriviamo ad un punto cruciale per identificare i moltissimi equivoci sorti attorno alla pratica dei transiti: la stragrande maggioranza della gente pensa al futuro come a una serie di eventi che si verificano all'esterno di noi stessi, ed esclude che essi agiscano invece prima di tutto e soprattutto dentro di noi.
Il peso che le nostre qualità, i nostri difetti e le nostre predisposizioni caratteriali hanno sempre avuto, o acquistano temporaneamente, sullo svolgersi di questi "eventi esterni" viene di solito completamente ignorato, o rifiutato se l'astrologo cerca di prenderli in considerazione.
L'astuzia dello Zodiaco, o del destino, che deve comunque compiersi, consiste nel creare delle cecità, o sordità, psicologiche tali da impedire al soggetto di modificare i suoi comportamenti più radicati e determinanti.
Un altro accorgimento zodiacale volto a minare la fiducia nei transiti (facilitando dunque il loro svolgimento) poggia sulla diversificazione degli interessi dei singoli che in alcuni casi si tradurrà con l'affioramento di idee fisse: c'è chi pensa solo all'amore (spesso traducibile in puro sesso), o al denaro, o al successo, o al potere, e chiede, anzi pretende, dall'astrologo che i transiti agiscano solo su quel determinato settore. E se i pianeti muovono invece altre pedine della loro vita, non li prendono nemmeno in considerazione.
Qui occorre segnalare un importante distinguo: i transiti muovono sempre pedine che, sebbene ignorate sul momento, assumeranno in seguito un notevole peso nell'esistenza del soggetto.
Essi sono invece davvero muti, o apparentemente contraddittori, quando sfiorano pedine destinate a rimanere insignificanti per tutta la vita, oppure quando il consultante giudica un evento sulla base del pregiudizio formale, anziché riferirlo alla propria realtà.
Destreggiarsi in questo mare di insidie non è semplice e spesso richiede che l'analisi dei transiti si giochi su due piani: uno lucido, disincantato, rigorosamente tecnico che l'astrologo tiene per sé, ed un altro più sfumato, possibilistico e conversational, come dicono gli inglesi, da fornire al consultante.
Sarebbe ingiusto e sciocco parlare in questo caso di inganno o truffa: l'astrologo professionista infatti, si comporta (e deve comportarsi) come lo psicoterapeuta che, pur avendo individuato dopo poche sedute il nodo cruciale della nevrosi del paziente, se ne guarda bene dal rivelarglielo subito in termini nudi e crudi; ma lo indurrà, dopo mesi o anni, a scoprirlo da sé.
Il massimo dono che un astrologo può offrire al consultante è la presa di coscienza delle proprie responsabilità caratteriali e comportamentali, perché, ardenti sostenitori del libero arbitrio nel campo delle azioni esterne, quasi tutti rifiutano la possibilità, e la necessità, di agire sull'interno di sé. In altre parole si tratta di dimostrare, attraverso pazienti colloqui, quali siano i veri moventi delle "libere azioni" cui ciascuno si abbandona.
Infatti capita raramente che l'individuo voglia davvero ciò che proclama di volere e, mentre sostiene di inseguire il proprio vantaggio, in realtà obbedisce invece al dèmone interiore che gli fa scegliere, poniamo, una catastrofe finanziaria pur di punire con la miseria una moglie odiata.
In altre situazioni, più semplici, la passione per uno dei propri difetti è così irrinunciabile che il soggetto sarà disposto ad affrontarne impavido tutte le peggiori conseguenze, pur di assecondarla.
Questo complesso retroterra psicologico va sempre preso in considerazione nell'analisi dei transiti perché, qualunque sia il tipo di domanda che tali soggetti pongono, i consigli inconsci e inconfessabili del loro dèmone interiore agiranno come intermediari tra lo snodarsi degli eventi e il loro modo di affrontarli ed interpretarli.
Nei casi migliori, e con i progressi dell'astrologia sempre più frequenti, la persona finisce con l'identificare i propri impulsi e può anche decidere di seguirli a suo danno, ma con piena consapevolezza di ciò che fa. Il che, a poco a poco, si traduce in una riduzione degli errori e in una più logica condotta di vita, che dovrebbe poi essere il fine evolutivo di ognuno di noi.
Piaccia o no ai suoi detrattori, o ai consultanti assatanati di previsioni, dunque l'astrologia è soprattutto uno strumento di conoscenza ed una scuola di saggezza!

2 commenti:

  1. Ciao,
    volevo invitarti quando hai occasione a visitare il mio Blog,
    sono una pittrice espressionista

    tanti saluti viennesi

    Laura

    RispondiElimina