mercoledì 2 aprile 2008

Problemi comportamentali dei cani adottati dai canili

Oggi vorrei riportare un articolo molto ben fatto scritto da Lorella Notari, una collega veterinaria e comportamentalista, che descrive accuratamente (anche se sinteticamente) come prevenire e curare le turbe comportamentali che spesso riguardano i cani adottati dai canili, ovvero nati e/o vissuti per lunghi periodi in condizioni di estremo isolamento sociale e con pochi o quasi assenti stimoli ambientali.
Gli autori anglosassoni la definiscono "Kennel Syndrome", mentre i francesi preferiscono definirla "sindrome da privazione sensoriale", in quanto si può parlare di un vero e proprio quadro clinico abbastanza caratteristico, anche se può assumere aspetti differenti, il cui punto in comune resta la difficoltà nel gestire le informazioni sensoriali provenienti dall'esterno proprio per la mancanza di un adeguato sviluppo neuro-sensoriale causato dall'ambiente ipostimolante in cui essi sono stati tenuti in precedenza.

"Vengono molto generalmente definiti "problemi da separazione" tutti quei problemi che si manifestano esclusivamente quando il cane non è insieme al padrone.
Non necessariamente i problemi da separazione avvengono quando l'animale è solo, possono manifestarsi anche se altre persone e altri animali sono presenti, in conseguenza del distacco dalla persona cui il cane è affezionato in maniera particolare.
Quando un cane viene adottato da un canile, spesso sviluppa velocemente un attaccamento al nuovo padrone che diventa il suo "punto di riferimento", la sua sicurezza nel nuovo ambiente.
Vi sono soggetti che, per le loro caratteristiche individuali o per la loro storia passata, tendono a sviluppare legami di attaccamento particolarmente profondi e lasciarli soli è un vero e proprio problema.

I sintomi più gravi di un problema da separazione sono :
-Vocalizzazioni (il cane abbaia o guaisce spesso incessantemente)
-Distruttività (Morde e distrugge mobili, oggetti, infissi e a volte persino i rivestimenti di pareti e pavimenti)
-Rilascio di feci ed urine in casa.


Per prevenire questo tipo di problemi è necessario adottare alcune semplici regole che potremmo così riassumere:

1. NON PROMETTERE AL CANE QUELLO CHE NON SI POTRA' MANTENERE.
Quando si porta a casa per la prima volta il cane, l'istinto è quello di "compensarlo" delle privazioni affettive subite nel canile. Coccolarlo, vezzeggiarlo e rispondere alle sue richieste di attenzione appare come un dovere alla maggior parte dei padroni ma attenzione: se diamo attenzione al cane ogni volta che la chiede gli stiamo dicendo: "non ti preoccupare, starò sempre con te, ti coccolerò e rassicurerò ogni volta che vorrai".
Mantenere questa promessa è impossibile per la stragrande
maggioranza dei padroni perché prima o poi ci si dovrà assentare senza avere la possibilità di portare il cane con sé.
Anche le persone che assicurano di poter stare sempre con il cane non possono evitare le situazioni di emergenza, le necessità inaspettate.
Quindi è importante fin da subito far capire al cane che ogni tanto deve stare per conto suo.
Il modo migliore per abituarlo gradualmente a stare per conto suo è di ignorarlo completamente almeno 3 volte al giorno per mezz'ora. Ignorare un cane significa non guardarlo, non parlargli, non parlare di lui, non rispondere a nessuna delle sue richieste di attenzione (grattatine, musate, guaiti…).
Se questa abitudine a lasciare il cane per conto proprio comincia fin dal primo giorno dell'adozione il cane tenderà meno a diventare "padrone dipendente".

2. COMINCIARE A LASCIARE SOLO IL CANE IN MANIERA GRADUALE.
E' consigliabile scegliere di adottare il cane di venerdì o di sabato mattina in modo da poter gradualmente abituarlo a rimanere solo senza sottoporlo bruscamente a un distacco di ore, come accadrebbe probabilmente in un giorno lavorativo.
Oltre alla regola di cui al punto 1 ( abituarlo a stare per conto proprio anche quando il padrone è presente), bisognerà passare all'assenza vera e propria del padrone, e non solo ad ignorarlo mentre si è presenti.
Per far questo è necessario " diluire" il passaggio dalla compagnia del padrone alla solitudine. Come? Semplicemente cominciando a "non esserci" quando ancora siamo in casa.
Il primo giorno dovremo lasciarlo solo per pochi minuti ma, prima di uscire, dovremo ignorarlo completamente per almeno 10 minuti.
Al ritorno sarà necessario fare la stessa cosa: ignorare il cane per 10 minuti appena rientrati in casa.
Al temine di questo periodo e solo se è tranquillo si potrà chiamarlo e salutarlo.
In questo modo eviteremo in futuro che il cane si metta in agitazione in nostra attesa, trovandosi in uno stato emotivo di eccitazione.
Questo stato emotivo potrebbe portarlo a distruggere, ad abbaiare incessantemente o a urinare e defecare per casa. Non salutare il cane quando si esce e quando si torna può sembrare una crudeltà, ma la vera crudeltà è lasciarlo in uno stato di agitazione quando usciamo e magari punirlo se al ritorno troviamo la casa distrutta o i vicini arrabbiati.


3. NEI CASI IN CUI IL CANE ADOTTATO AVESSE GIA' UNA STORIA DI PROBLEMI DI SEPARAZIONE ALLE SPALLE SARA' INDISPENSABILE CHE IL PADRONE NON ACCETTI MAI LE INIZIATIVE DI CONTATTO DEL CANE.
Questo non significa che non si deve coccolarlo o giocare con lui, semplicemente che tutte le iniziative di contatto devono essere iniziate e finite dal padrone.
Se il cane viene a cercare le carezze andrà ignorato e, quando avrà smesso di chiedere, si potrà chiamarlo, farlo sedere e poi coccolarlo.

I cani che hanno problemi da separazione possono essere ammalati di una malattia ansiosa e quindi bisognosi di una cura sia comportamentale che farmacologica.
Se i consigli di cui sopra risultassero poco efficaci sarà necessario ricorrere all'aiuto di un farmaco nel primo periodo post-adozione."
E, aggiungo io, ovviamente sarà necessario anche il ricorso ad un veterinario comportamentalista che aiuti a riconoscere il problema e possa seguire e consigliare il proprietario nel percorso lungo e difficile del tentativo di recuperare il cane ad una vita quanto più possibile normale.

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