A tal proposito è di qualche giorno fa una proposta di Federfauna per contrastare la pratica dell'introduzione irregolare di animali da compagnia a fini commerciali.
Una pratica in aumento - secondo l'organizzazione- anche a causa di "ostacoli obiettivamente non necessari alle forme legali di introduzione, con la tragica conseguenza di lasciare ancora più spazio d'azione agli illegali".
In sostanza la legge, oltre a fissare dei limiti, dovrebbe anche dare certezze e per combattere il mercato nero è necessario semplificare quello legale.
Federfauna, la confederazione delle associazioni degli allevatori, commercianti e detentori di animali, ha scritto al Sottosegretario Martini una nota propositiva, indirizzata per conoscenza anche all'ANMVI e alla LAV.
Il Segretario Generale di Federfauna, Massimiliano Filippi, scrive che "se non si cercherà di uniformare il più possibile le caratteristiche richieste per i cuccioli introdotti da altri Paesi comunitari a quelle richieste per i cuccioli nati in Italia, sarà sempre maggiore il ricorso, da parte di commercianti impossibilitati ad approvvigionarsi tramite i canali regolari, ad animali introdotti irregolarmente e messi sul mercato come italiani perché questi, una volta passata la frontiera, non richiedono vincoli, non richiedono titolazione per rabbia, anzi nemmeno la vaccinazione e possono essere ceduti a due mesi anziché quasi a quattro".
A quanto detto Federfauna aggiunge che "la produzione italiana non è sufficiente per sopperire alla richiesta di mercato" e che "chi vuole un cucciolo di razza non si adatterà mai ad adottare un adulto meticcio proveniente da un canile".
La proposta è dunque la seguente: rispettare il Regolamento 998/2003 esattamente come è scritto, il che vuol dire cuccioli introducibili a tre mesi (non tre mesi e 21 giorni), microchip, passaporto, una vaccinazione antirabbica (non una più un richiamo) effettuata 21 giorni prima della movimentazione e, solo nei casi di effettivo rischio, la titolazione anticorpale e, comunque mai a destinazione.
Per completare il tutto, a vantaggio anche di chi effettua i controlli, prevedere dei parametri certi e non interpretabili per determinare l'età dei cuccioli ad esempio, come è già stato fatto in Francia, stabilire il peso minimo per ciascuna razza al di sotto del quale gli animali non possono essere commercializzati o, più semplicemente, rendere ufficiale il parametro del "primo premolare" che, a seconda che sia o meno spuntato, offre la possibilità oggettiva di verificare se il cucciolo sia più vicino ai tre mesi o a 1,5 mesi.
Se quest'ultimo criterio - conclude Filippi- venisse poi applicato a tutti i cani, nazionali compresi, ne gioverebbero tutti, anche gli animali stessi."
Mi perdoni il signor Massimiliano Filippi, ma a me dà tanto l'impressione del classico lupo travestito da agnello.
Si perché, sebbene sotto certi punti di vista la proposta sembrerebbe ottima e animata dalle migliori intenzioni, non va dimenticato però, a mio giudizio, lo spirito che sta alla base di tutto ciò e che stride maggiormente con tutto questo bel parlare e cioè che si consideri normale il commercio di esseri viventi, il che determina ovviamente tutto ciò che ne consegue, comprese le situazioni aberranti per cui dei poveri cuccioli vengono trattati come merce, strappati dalla madre e dai fratellini in età esageratamente precoce (ovvero anche prima che abbiano ultimato lo svezzamento), stipati come sardine al buio, senza acqua né cibo oltre che in condizioni precarie dal punto di vista igienico-sanitario e trasportati a distanze anche notevoli, pur di portare a termine un buon affare, che è poi quel che davvero interessa ad ogni commerciante!
E' bene sapere infatti che un certo numero di allevatori, pur esponendo il simbolo di riconoscimento ENCI, sono soliti importare cuccioli dall'est, acquistarli all'ingrosso o addirittura da privati tramite annunci "compro e vendo cuccioli di qualsiasi razza" in Italia e all'estero.
Diffidate pertanto da qualsiasi allevatore che possa procurarvi cani di ogni razza su richiesta e in ogni momento!
E' infine necessario sapere che purtroppo non esistono negozi "seri", anche se ben pubblicizzati, anche se segnalati da veterinari (spesso complici): i cuccioli venduti nei negozi infatti, tralasciando gli aspetti etici, sono spesso delle vere e proprie frodi in commercio, passibili di denuncia alla Guardia di Finanza, dal momento che è frequente che il tanto sbandierato pedigree di cui vantano il possesso, ma la cui consegna guarda caso è sempre procrastinata con varie scuse a data da destinarsi, in realtà poi non venga mai consegnato, oppure risulti addirittura falsificato.
Sono molti difatti i negozi che contattano allevatori chiedendo di acquistare pedigree fino a trovarne di compiacenti che assecondino la loro richiesta...
Senza contare poi i libretti sanitari redatti in serie senza nome, né data di nascita o numero di microchip, con apposta magari la sola etichetta del primo vaccino (di solito effettuato prima del compimento del secondo mese d'età) per far salire il valore economico del cucciolo in vendita!
Insomma questo mondo dei cani di razza è spesso disseminato di situazioni poco lecite se non proprio illegali e attira di frequente personaggi poco onesti e senza scrupolo, pronti a far affari d'oro sulla pelle di cuccioli indifesi, la cui unica colpa è quella di appartenere magari alla razza di moda, perché lanciata dall'ultimo film o cartone di turno.
So che scrivendo queste cose probabilmente mi attirerò l'antipatia e il dissenso di molti, ma per concludere dirò che dovremmo farci tutti un bell'esame di coscienza e scoraggiare questo vergognoso commercio semplicemente smettendo di comprare cani di razza da negozi e allevatori senza scrupoli.
Se proprio desideriamo un cane, rivolgiamoci invece a canili e associazioni che pullulano di creature bisognose di affetto e di cure proprio perché guarda caso abbandonati magari da quelle persone che li avevano presi da cuccioli per farne un regalo di Natale o di compleanno al proprio figlio o alla propria ragazza, senza considerare che quello che stavano regalando era un altro essere vivente con tutto il carico di responsabilità ed impegno correlati.
Insomma cerchiamo di essere meno superficiali quando decidiamo di prenderci cura di un'altra vita e prima di farlo chiediamoci se siamo realmente in grado di farlo sia dal punto di vista economico che in termini di disponibilità di tempo e di energie: forse così ci saranno meno cani in giro, ma di sicuro quelli che vedremo saranno più sani da tutti i punti di vista e soprattutto più felici e rispettati!
In sostanza la legge, oltre a fissare dei limiti, dovrebbe anche dare certezze e per combattere il mercato nero è necessario semplificare quello legale.
Federfauna, la confederazione delle associazioni degli allevatori, commercianti e detentori di animali, ha scritto al Sottosegretario Martini una nota propositiva, indirizzata per conoscenza anche all'ANMVI e alla LAV.
Il Segretario Generale di Federfauna, Massimiliano Filippi, scrive che "se non si cercherà di uniformare il più possibile le caratteristiche richieste per i cuccioli introdotti da altri Paesi comunitari a quelle richieste per i cuccioli nati in Italia, sarà sempre maggiore il ricorso, da parte di commercianti impossibilitati ad approvvigionarsi tramite i canali regolari, ad animali introdotti irregolarmente e messi sul mercato come italiani perché questi, una volta passata la frontiera, non richiedono vincoli, non richiedono titolazione per rabbia, anzi nemmeno la vaccinazione e possono essere ceduti a due mesi anziché quasi a quattro".
A quanto detto Federfauna aggiunge che "la produzione italiana non è sufficiente per sopperire alla richiesta di mercato" e che "chi vuole un cucciolo di razza non si adatterà mai ad adottare un adulto meticcio proveniente da un canile".
La proposta è dunque la seguente: rispettare il Regolamento 998/2003 esattamente come è scritto, il che vuol dire cuccioli introducibili a tre mesi (non tre mesi e 21 giorni), microchip, passaporto, una vaccinazione antirabbica (non una più un richiamo) effettuata 21 giorni prima della movimentazione e, solo nei casi di effettivo rischio, la titolazione anticorpale e, comunque mai a destinazione.
Per completare il tutto, a vantaggio anche di chi effettua i controlli, prevedere dei parametri certi e non interpretabili per determinare l'età dei cuccioli ad esempio, come è già stato fatto in Francia, stabilire il peso minimo per ciascuna razza al di sotto del quale gli animali non possono essere commercializzati o, più semplicemente, rendere ufficiale il parametro del "primo premolare" che, a seconda che sia o meno spuntato, offre la possibilità oggettiva di verificare se il cucciolo sia più vicino ai tre mesi o a 1,5 mesi.
Se quest'ultimo criterio - conclude Filippi- venisse poi applicato a tutti i cani, nazionali compresi, ne gioverebbero tutti, anche gli animali stessi."
Mi perdoni il signor Massimiliano Filippi, ma a me dà tanto l'impressione del classico lupo travestito da agnello.
Si perché, sebbene sotto certi punti di vista la proposta sembrerebbe ottima e animata dalle migliori intenzioni, non va dimenticato però, a mio giudizio, lo spirito che sta alla base di tutto ciò e che stride maggiormente con tutto questo bel parlare e cioè che si consideri normale il commercio di esseri viventi, il che determina ovviamente tutto ciò che ne consegue, comprese le situazioni aberranti per cui dei poveri cuccioli vengono trattati come merce, strappati dalla madre e dai fratellini in età esageratamente precoce (ovvero anche prima che abbiano ultimato lo svezzamento), stipati come sardine al buio, senza acqua né cibo oltre che in condizioni precarie dal punto di vista igienico-sanitario e trasportati a distanze anche notevoli, pur di portare a termine un buon affare, che è poi quel che davvero interessa ad ogni commerciante!
E' bene sapere infatti che un certo numero di allevatori, pur esponendo il simbolo di riconoscimento ENCI, sono soliti importare cuccioli dall'est, acquistarli all'ingrosso o addirittura da privati tramite annunci "compro e vendo cuccioli di qualsiasi razza" in Italia e all'estero.
Diffidate pertanto da qualsiasi allevatore che possa procurarvi cani di ogni razza su richiesta e in ogni momento!
E' infine necessario sapere che purtroppo non esistono negozi "seri", anche se ben pubblicizzati, anche se segnalati da veterinari (spesso complici): i cuccioli venduti nei negozi infatti, tralasciando gli aspetti etici, sono spesso delle vere e proprie frodi in commercio, passibili di denuncia alla Guardia di Finanza, dal momento che è frequente che il tanto sbandierato pedigree di cui vantano il possesso, ma la cui consegna guarda caso è sempre procrastinata con varie scuse a data da destinarsi, in realtà poi non venga mai consegnato, oppure risulti addirittura falsificato.
Sono molti difatti i negozi che contattano allevatori chiedendo di acquistare pedigree fino a trovarne di compiacenti che assecondino la loro richiesta...
Senza contare poi i libretti sanitari redatti in serie senza nome, né data di nascita o numero di microchip, con apposta magari la sola etichetta del primo vaccino (di solito effettuato prima del compimento del secondo mese d'età) per far salire il valore economico del cucciolo in vendita!
Insomma questo mondo dei cani di razza è spesso disseminato di situazioni poco lecite se non proprio illegali e attira di frequente personaggi poco onesti e senza scrupolo, pronti a far affari d'oro sulla pelle di cuccioli indifesi, la cui unica colpa è quella di appartenere magari alla razza di moda, perché lanciata dall'ultimo film o cartone di turno.
So che scrivendo queste cose probabilmente mi attirerò l'antipatia e il dissenso di molti, ma per concludere dirò che dovremmo farci tutti un bell'esame di coscienza e scoraggiare questo vergognoso commercio semplicemente smettendo di comprare cani di razza da negozi e allevatori senza scrupoli.
Se proprio desideriamo un cane, rivolgiamoci invece a canili e associazioni che pullulano di creature bisognose di affetto e di cure proprio perché guarda caso abbandonati magari da quelle persone che li avevano presi da cuccioli per farne un regalo di Natale o di compleanno al proprio figlio o alla propria ragazza, senza considerare che quello che stavano regalando era un altro essere vivente con tutto il carico di responsabilità ed impegno correlati.
Insomma cerchiamo di essere meno superficiali quando decidiamo di prenderci cura di un'altra vita e prima di farlo chiediamoci se siamo realmente in grado di farlo sia dal punto di vista economico che in termini di disponibilità di tempo e di energie: forse così ci saranno meno cani in giro, ma di sicuro quelli che vedremo saranno più sani da tutti i punti di vista e soprattutto più felici e rispettati!
Sono un'allevatrice di cani, pienamente daccordo con lei!
RispondiEliminaPerò vorrei solo precisare che c'è anche chi alleva con serietà ed amore per gli animali e che è riuscito a fare della propria passione un lavoro serio.
Il problema è che nella stramaggioranza dei casi non è così!Mi unisco a lei sottolineando nuovamente a chi decide di adottare un cucciolo di razza di andare personalmente a verificare le condizioni nelle quali è cresciuto, di visionare sempre mamma e papà e di pretendere i controlli ufficiali per esempio delle displasie sui cani di taglia grande, ma soprattutto non pretendete di avere il cucciolo subito pronto,ma vederlo appena nato insieme alla mamma e seguirlo nelle sue varie fasi di crescita fino allo svezzamento vi darà la garanzia che è un cucciolo nato in Italia e se proprio non potete aspettare allora andate al canile dove potrete fare un'opera di bene adottando un cucciolo o perchè no un adulto,ma non alimentate l'importazione!