Come primo argomento dell'anno nuovo volevo trattare un'evenienza purtroppo ancora troppo frequente che riguarda per lo più il cane (ma può interessare anche il gatto), legata al fatto che sebbene ormai la legge lo vieti, tuttavia i cuccioli vengono spesso separati dalla madre in età precocissima (anche attorno ai 30-40 giorni!), oppure vengono allevati separatamente, per cui quest'ultima non ha il tempo di insegnare loro quel minimo di buone maniere che la vita in società imporrebbe. Stiamo parlando di soggetti affetti dalla sindrome da ipersensibilità-iperattività (HS/HA) conosciuta anche in umana.
Ma come si fa a riconoscere un cane che soffre di tale sindrome?
Diciamo che di solito è abbastanza semplice: infatti è un soggetto che non si sta un attimo fermo, sembra riuscire a giocare sino allo sfinimento (soprattutto degli altri cani o del proprietario); ma soprattutto risulta praticamente impossibile insegnargli qualsiasi comando, perché ha sempre qualche altra distrazione che lo impegna a tal punto da non riuscire a concentrarsi mai per più di qualche minuto.
E' sempre troppo attratto da tutto quello che lo circonda per prestare attenzione al nostro richiamo e ogni evento esterno suscita la stessa risposta entusiasta, sollecitandolo alla stessa maniera e così finisce per non fermarsi davvero mai... Diciamo che di solito è abbastanza semplice: infatti è un soggetto che non si sta un attimo fermo, sembra riuscire a giocare sino allo sfinimento (soprattutto degli altri cani o del proprietario); ma soprattutto risulta praticamente impossibile insegnargli qualsiasi comando, perché ha sempre qualche altra distrazione che lo impegna a tal punto da non riuscire a concentrarsi mai per più di qualche minuto.
Questa stessa caratteristica può riscontrarsi nelle modalità di nutrizione, infatti sembra non riuscire mai a saziarsi, fino a provocarsi il rigurgito. E lo stesso può valere per il sonno: spesso si tratta di animali che arrivano a dormire solo 5-6 ore al giorno, e che anche di notte appaiono agitati.
Non parliamo poi delle abitudini igieniche. Sempre per la stessa difficoltà a concentrarsi, quando lo si porta fuori a spasso un cane iperattivo è talmente stimolato da tutto ciò che sente, vede o annusa che spesso dimentica persino di fare i suoi bisogni, che di conseguenza rilascia non appena rientra a casa, visto che in confronto ciò che avviene tra le quattro pareti domestiche è per lo più già noto e quindi meno stimolante.
Infine, ma non per questo meno importante, è il fatto che questi cani di solito diventano davvero pericolosi, perché non sono in grado di controllarsi sia per quanto riguarda i propri movimenti durante il gioco, che in una qualsiasi situazione di interazione sociale, per cui mordicchia le mani fino a produrre anche lesioni sanguinanti, graffia dando zampate violente, spicca salti di cui non controlla la forza, cerca di afferrare tutto quello che si muove, insomma è in uno stato di sovreccitazione permanente!
Troppo facilmente accade che una simile situazione venga imputata alla estrema vivacità del cucciolo; mentre invece ogni proprietario dovrebbe saper riconoscere immediatamente che c'è qualcosa di poco normale così da poter ricorrere in tempo ad uno specialista in comportamento per tentare di recuperare prima che sia troppo tardi il cane affetto da questa sindrome. Ricordiamo infatti che stiamo parlando di una vera e propria patologia comportamentale che deriva dall'incapacità di interrompere un comportamento anche quando esso ha già sortito il risultato voluto, ovvero è come se l'animale che ne soffre non avesse assimilato i cosiddetti "segnali di arresto" ovverosia gli autocontrolli, che appunto vengono appresi ad opera dell'intervento correttivo materno dalle 5 settimane in poi, durante i giochi tra i cuccioli.
Pensiamo poi al fatto che spesso quando si tratta di razze che raggiungono dimensioni ragguardevoli da adulti, come ad esempio il Labrador (che spesso ne soffre), i proprietari si troveranno ad affrontare problemi anche seri legati ai danni materiali provocati dall'iperattività e ai morsi inflitti non tanto per aggredire, quanto piuttosto per l'impulsività messa nell'interazione con altri animali o persone.
Tutto ciò che ho scritto spero che aiuti a capire che non si può pensare di arginare situazioni simili solo con la buona volontà o con metodi educativi più o meno severi; ma occorre ricorrere all'uso di farmaci abbinati ad una terapia comportamentale mirata all'acquisizione degli autocontrolli deficitari, sotto la guida esperta di qualcuno che si occupi di problemi del comportamento e sappia guidare in modo adeguato il percorso terapeutico intrapreso.
Ricordiamo infatti che più precocemente si interviene e più la prognosi è buona, poiché si potrà insegnare più rapidamente e facilmente al cane ancora cucciolo ciò che avrebbe fatto la madre, se non le fosse stato impedito. Ma più tempo si aspetta per intervenire e più difficile se non impossibile sarà riuscire ad ottenere dei risultati ottimali per una completa guarigione.
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