Proseguendo il discorso lasciato a metà con l'ultimo post di argomento astrologico, continuiamo esaminando oggi i principali atteggiamenti da parte degli astrologi nei confronti delle previsioni del futuro.
Diciamo subito che ci sono almeno quattro atteggiamenti preponderanti, il primo dei quali , sebbene minoritario, consiste nell'inseguire la chimera della divinazione perfetta e della certezza assoluta di quanto accadrà: in linea teorica, secondo quanto ammetteva la stessa Lisa Morpurgo, ciò sarebbe plausibile con la scoperta dei tasselli mancanti al puzzle astrologico (ovvero i due pianeti transplutoniani che l'astrologa profetizzava già dagli anni '70-'80) e magari con l'ausilio di un sofisticatissimo software ad hoc.
Diciamo subito che ci sono almeno quattro atteggiamenti preponderanti, il primo dei quali , sebbene minoritario, consiste nell'inseguire la chimera della divinazione perfetta e della certezza assoluta di quanto accadrà: in linea teorica, secondo quanto ammetteva la stessa Lisa Morpurgo, ciò sarebbe plausibile con la scoperta dei tasselli mancanti al puzzle astrologico (ovvero i due pianeti transplutoniani che l'astrologa profetizzava già dagli anni '70-'80) e magari con l'ausilio di un sofisticatissimo software ad hoc.
Certamente ci si potrebbe avvicinare parecchio, ma ciò consentirebbe solo la contemplazione di una catena di eventi che ognuno vorrebbe sistemare, come al solito, a modo suo con risultati ahimè comunque deludenti o meglio con l'unico risultato possibile che è quello di aiutare appunto il destino a compiersi...
L'altro atteggiamento, più diffuso del precedente, è poi quello secondo cui si suole affermare che l'astrologia può dire, è vero, molte cose; ma non tutte e pertanto lascia un margine (più o meno ampio a seconda del temperamento dell'interprete) alla zona dell'imponderabile, dove i giochi planetari non contano più nulla.
I seguaci di tale teoria, pur dichiarandosi astrologi, hanno indubbiamente eseguito una operazione censoria contro l'astrologia stessa, di cui hanno una paura terribile!
Non osano certo rinnegarla; ma la esorcizzano riducendola a livelli di divinazione spicciola, possibilistica e vaga.
Tra le loro file emergono e prosperano coloro che hanno dilatato il concetto di esorcismo trasferendolo dai loro problemi segreti ai problemi palesi dei consultanti, cui consigliano il sistema migliore per evitare che un transito negativo di Urano colpisca l'amante o il conto in banca.
Nei casi estremi si arriva all'operazione paramagica del "compleanno all'estero" mirato in base alla rivoluzione solare (che consiste nella stesura del tema dell'anno calcolato in base al ritorno del Sole sulla posizione di nascita, calcolato per diversi luoghi fino a trovare quello per cui la collocazione dei pianeti nelle case non lasci presagire troppe sventure e quindi emigrare colà il giorno del compleanno!).
Esiste poi una categoria di persone, poco numerosa a dire il vero, che dopo essersi avvicinata con entusiasmo all'astrologia non ne ha retto il peso ed è retrocessa (con un processo analogo a quello dell'analfabetismo di ritorno) ad una visione "umanistica" (sic!) dello Zodiaco analizzato come struttura di simboli misteriosamente fioriti sull'humus dell'inconscio collettivo.
Costoro, che a volte hanno una laurea in psicologia, o fingono di averla, o pensano di ottenerla col tempo, ritengono di aver compiuto un'operazione nobile nei confronti dell'astrologia perché le hanno scavato una nicchia di rispettabilità, rinnegando tutti i valori autentici dello Zodiaco, tutte le sue sconvolgenti possibilità interpretative e previsionali, e l'hanno ridotto ad un argomento un po' nebuloso di cui però si può discutere alle cene del Rotary o in TV senza suscitare commenti ironici e senza che il proprio status sociale sia compromesso da indebiti accostamenti col mondo delle cartomanti.
I moventi principali di questo comportamento sono la solita, anche se dissimulata, paura dell'astrologia, una probabile incapacità tecnica che blocca gli studi agli inizi e l'indubbio terrore di perdere la faccia negli ambienti pseudoculturali.
Infine va citata un'ultima categoria di astrologi professionisti, di cui la Morpurgo si addolora e si vergogna, costituita da coloro che cercano di moltiplicare le lucrose visite dei consultanti dipingendo con tinte fosche il loro futuro.
In questo caso c'è la tendenza a sfruttare per proprio tornaconto una sorta di ipocondria collegata al futuro che affligge i consultanti e anzi la si tende a fomentare.
Si scatenano così angosce bisognose di periodici controlli, di precisazioni ipotetiche e di altalenanti speranze, fino a rendere la consultazione quasi quotidiana delle effemeridi paragonabile in tutto e per tutto ad una specie di droga, di cui non si riesce a fare a meno!
L'altro atteggiamento, più diffuso del precedente, è poi quello secondo cui si suole affermare che l'astrologia può dire, è vero, molte cose; ma non tutte e pertanto lascia un margine (più o meno ampio a seconda del temperamento dell'interprete) alla zona dell'imponderabile, dove i giochi planetari non contano più nulla.
I seguaci di tale teoria, pur dichiarandosi astrologi, hanno indubbiamente eseguito una operazione censoria contro l'astrologia stessa, di cui hanno una paura terribile!
Non osano certo rinnegarla; ma la esorcizzano riducendola a livelli di divinazione spicciola, possibilistica e vaga.
Tra le loro file emergono e prosperano coloro che hanno dilatato il concetto di esorcismo trasferendolo dai loro problemi segreti ai problemi palesi dei consultanti, cui consigliano il sistema migliore per evitare che un transito negativo di Urano colpisca l'amante o il conto in banca.
Nei casi estremi si arriva all'operazione paramagica del "compleanno all'estero" mirato in base alla rivoluzione solare (che consiste nella stesura del tema dell'anno calcolato in base al ritorno del Sole sulla posizione di nascita, calcolato per diversi luoghi fino a trovare quello per cui la collocazione dei pianeti nelle case non lasci presagire troppe sventure e quindi emigrare colà il giorno del compleanno!).
Esiste poi una categoria di persone, poco numerosa a dire il vero, che dopo essersi avvicinata con entusiasmo all'astrologia non ne ha retto il peso ed è retrocessa (con un processo analogo a quello dell'analfabetismo di ritorno) ad una visione "umanistica" (sic!) dello Zodiaco analizzato come struttura di simboli misteriosamente fioriti sull'humus dell'inconscio collettivo.
Costoro, che a volte hanno una laurea in psicologia, o fingono di averla, o pensano di ottenerla col tempo, ritengono di aver compiuto un'operazione nobile nei confronti dell'astrologia perché le hanno scavato una nicchia di rispettabilità, rinnegando tutti i valori autentici dello Zodiaco, tutte le sue sconvolgenti possibilità interpretative e previsionali, e l'hanno ridotto ad un argomento un po' nebuloso di cui però si può discutere alle cene del Rotary o in TV senza suscitare commenti ironici e senza che il proprio status sociale sia compromesso da indebiti accostamenti col mondo delle cartomanti.
I moventi principali di questo comportamento sono la solita, anche se dissimulata, paura dell'astrologia, una probabile incapacità tecnica che blocca gli studi agli inizi e l'indubbio terrore di perdere la faccia negli ambienti pseudoculturali.
Infine va citata un'ultima categoria di astrologi professionisti, di cui la Morpurgo si addolora e si vergogna, costituita da coloro che cercano di moltiplicare le lucrose visite dei consultanti dipingendo con tinte fosche il loro futuro.
In questo caso c'è la tendenza a sfruttare per proprio tornaconto una sorta di ipocondria collegata al futuro che affligge i consultanti e anzi la si tende a fomentare.
Si scatenano così angosce bisognose di periodici controlli, di precisazioni ipotetiche e di altalenanti speranze, fino a rendere la consultazione quasi quotidiana delle effemeridi paragonabile in tutto e per tutto ad una specie di droga, di cui non si riesce a fare a meno!
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