domenica 12 aprile 2009

Il granuloma eosinofilico del gatto

Il granuloma eosinofilico è una vera e propria sindrome che interessa il gatto e che si può presentare sotto 3 forme differenti, tutte comunque caratterizzate da una intensa reazione infiammatoria cutanea che si sviluppa come risposta ad uno stimolo allergico primario (puntura d'insetti, ingestione di determinati alimenti, atopia, ecc.) o da altri fattori immunomediati.
E' stato ipotizzato che in certi casi possano avere un ruolo anche determinati agenti infettivi, quali batteri o virus, oppure lo stress; ma in realtà l'eziologia non è ancora stata chiarita in modo definitivo.

Le tre forme di questa sindrome sono:
1) La placca eosinofilica

si caratterizza dalla presenza di lesioni ispessite, dall'aspetto rotondeggiante, ben circoscritte, singole o multiple, rialzate, eritematose, erose o ulcerate che si possono localizzare ovunque sul corpo, anche se in genere si rinvengono più frequentemente sull'addome e sulla faccia interna delle cosce, con presenza o meno di coinvolgimento linfonodale locale.
Generalmente è associata ad un intenso prurito.

2) Il granuloma lineare

si caratterizza dalla presenza di lesioni solitamente singole, sotto forma di ispessimenti allungati e rialzati, duri e lineari o sotto forma di tumefazioni edematose (quindi molli) o dure, papulari o nodulari.
Possono altresì essere leggermente eritematose, alopeciche, erose o ulcerate; ma di solito non sono né dolenti, né pruriginose.
Si possono localizzare anch'esse ovunque sul corpo, ma normalmente si trovano con maggiore frequenza sul bordo caudale delle cosce o su mento e labbra.
Anche qui può essere presente una linfoadenomegalia regionale.
Le lesioni orali sono caratterizzate da papule, noduli o placche ben circoscritte che si localizzano su lingua e/o palato e pertanto i gatti affetti da questa forma presentano facilmente disfagia (difficoltà a deglutire), disoressia (appetito capriccioso) e alitosi (alito maleodorante).
3) L'ulcera indolente

in quest'ultimo caso le lesioni iniziano sotto forma di piccole ulcere crateriformi, con margini rialzati e si localizzano di preferenza sul labbro superiore.
In genere sono unilaterali, ma possono presentarsi anche simmetriche, bilateralmente.
L'ulcera può ingrandirsi progressivamente e divenire presto deturpante; ma non è mai pruriginosa o dolente.
Come nelle forme precedenti si può associare a linfoadenomegalia loco-regionale.
Sebbene ognuno dei tre quadri reattivi possegga delle caratteristiche istologiche distinte, possono esistere delle sovrapposizioni ed alcuni gatti possono anche essere colpiti da più di una forma contemporaneamente o in tempi successivi.
E' per questo motivo che le tre forme sono state riunite sotto un'unica entità patologica che va sotto il nome di complesso del granuloma eosinofilico.
Sembra poi che ci sia una predisposizione legata all'età e al sesso: il granuloma lineare è più comune nelle giovani femmine, mentre l'ulcera indolente si presenta con maggior frequenza nelle femmine di qualsiasi età.
All'esame citologico si può evidenziare la presenza di batteri intracellulari, che allora indicano un coinvolgimento batterico primitivo o secondario.
Mentre i granulociti eosinofili, che sono una costante sia nella placca che nella forma granulomatosa, e si possono riscontrare sia localmente (a livello della lesione) che nel sangue periferico (sotto forma di eosinofilia), nell'ulcera indolente sono praticamente assenti e invece predominano i granulociti neutrofili e i mononucleati (linfociti e monociti).
In ogni caso la biopsia cutanea rappresenta il mezzo più valido per la classificazione istopatologica delle lesioni e per effettuare una accurata diagnosi differenziale, che si pone sempre nei confronti di neoplasie, granulomi parassitari, da funghi o da batteri.
Venendo al trattamento di tale patologia va detto che è importantissimo effettuare un'accurata anamnesi, prestando attenzione alla concomitante esistenza di allergia da pulci (DAP), atopia, allergia alimentare o altre forme di ipersensibilità, per rimuovere, laddove possibile, l'agente eziologico sospettato ed ottenere di conseguenza una scomparsa o un miglioramento delle lesioni e comunque per rendere più efficace la risposta alla terapia.
Per quanto riguarda i farmaci utilizzati, essendo questo un disordine a base immunitaria, si ricorre per lo più ai corticosteroidi a dosaggi immunosoppressivi in genere associati agli antibiotici, per tenere sotto controllo le infezioni intercorrenti, o, nei casi refrattari ai corticosteroidi, vengono utilizzati agenti immunomodulatori o progestinici, non scevri però da scomodi effetti collaterali.
Alcune situazioni prevedono inoltre l'uso di trattamenti locali col laser oppure di sedute di radioterapia mirata.
Bisogna poi citare l'importanza di una terapia di sostegno che si avvale di integratori quali antinfiammatori naturali a base di acidi grassi insaturi (EFA), aliamidi e Vitamina E.
La prognosi è sempre variabile, anche se in genere buona nella maggior parte dei gatti, sebbene possa essere necessaria una terapia prolungata o ripetuta a cicli regolari.
Ovviamente è migliore in quei casi in cui è possibile identificare la causa primaria, trattandola o rimuovendola.

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