lunedì 31 marzo 2008

Il microchip: perché e per come

Si tratta di un piccolo dispositivo elettronico innocuo anche noto come animal coder, di forma cilindrica (11 millimetri di lunghezza x 2,1 millimetri di diametro), rivestito esternamente da materiale biocompatibile, che si basa su un sistema di trasmissione a radiofrequenza (RFID) che viene inoculato sottocute al cane (a sinistra, nella regione del collo per i paesi Europei e nella zona interscapolare per quelli extraeuropei) tramite una speciale siringa sterile monouso da parte di un veterinario appositamente autorizzato (libero professionista o dipendente Asl). A tal proposito mi preme qui sottolineare che l'applicazione del microchip è un atto di pertinenza unicamente veterinaria, come sancito dalla legge, e chi viola questa norma commette reato di abuso di professione.
A partire dal 1° Gennaio 2005 tale metodo identificativo, che ha sostituito il vecchio tatuaggio, è l'unico valido e riconosciuto per la registrazione all'Anagrafe canina nazionale , una banca dati su scala nazionale appunto, alimentata dalle singole anagrafi regionali, nata dalla duplice esigenza di combattere il triste fenomeno del randagismo e di rintracciare agevolmente il proprietario di un cane eventualmente smarrito o sottratto indebitamente, l'iscrizione alla quale è doverosa oltreché obbligatoria per legge e deve avvenire contestualmente all'apposizione del microchip stesso.
Inoltre è l'unico metodo di riconoscimento universalmente accettato anche per altri animali da compagnia e anzi indispensabile per il rilascio del passaporto necessario per i viaggi al di fuori del paese di appartenenza.

Vediamo più da vicino com'è fatto e come funziona un micro-transponder, che poi sarebbe il veicolo del microchip stesso.

All'interno dell'involucro che lo riveste, assieme ad un condensatore e ad un'antenna, c'è il microchip vero e proprio, preprogrammato con un codice numerico inalterabile, che identifica così inequivocabilmente l'animale a cui è stato impiantato.
Esso non ha una scadenza, dal momento che non richiede nessuna fonte di energia interna; ma viene attivato da un apposito lettore ottico o scanner, in dotazione alle autorità veterinarie competenti, sfruttando il campo magnetico generato dal lettore stesso.

Esternamente all'involucro di vetro sono generalmente applicati dei dispositivi antimigratori, costituiti da un ulteriore involucro di propilene che riveste per metà la capsula di vetro, o da solchi sulla superficie dello stesso vetro che costituisce l'involucro.
Ovviamente esistono degli standard e dei requisiti ben precisi che il produttore e l'utilizzatore finale sono tenuti a rispettare per legge.
Intanto il codice numerico attualmente in vigore risponde allo standard FDX-B (Full-Duplex di seconda generazione), ovvero prevede l'utilizzo di 15 cifre in grado di consentire (con l'identificazione del paese e del fornitore) ben 274.877.906.944 combinazioni differenti.
Ogni confezione di microtransponder deve essere dotata di 8 etichette adesive riportanti il numero d'identificazione ed il codice a barre corrispondente, allo scopo di verificarne la lettura con l'apposito scanner ottico che, a sua volta, deve essere FULL-ISO, ovvero in grado di leggere i transponders appartenenti a tutti gli standard utilizzati a livello mondiale.

Questo perché prima dell'impianto è sempre bene verificare la buona leggibilità del microtransponder contenuto nella siringa e la corrispondenza col codice riportato sulla sua confezione e poi soprattutto bisogna escludere che il cane a cui si sta per impiantarlo ne abbia già un altro.
Per quanto riguarda i proprietari degli animali, interessati ovviamente al loro benessere, vorrei chiarire che, nonostante le dimensioni apparentemente notevoli dell'ago, la sua superficie di taglio piuttosto obbliqua rende facile ed indolore il procedimento che pertanto è totalmente assimilabile ad una qualsiasi iniezione sottocutanea e dunque non richiede alcuna anestesia (al contrario di quanto si rendeva spesso necessario invece per il vecchio tatuaggio).

L'unica raccomandazione è quella di evitare di toccare la sede d'impianto nelle successive 24-48 ore, per non correre rischi di retrocessione e conseguente espulsione all'esterno del microtransponder attraverso la breccia creata dall'ago.
Col passare dei giorni la chiusura della breccia e la fissazione del microchip ai tessuti circostanti dovrebbe evitare eventuali rischi di migrazioni anomale.
In ogni caso c'è sempre la possibilità di rintracciare il microchip migrato in altra sede attraverso una semplice RX.

domenica 30 marzo 2008

L'astrologia moderna

A partire da questo post pubblicherò a puntate il sunto di un testo credo ormai introvabile, edito dalla "editoriale albero" scritto nel 1988 dalla già citata Lisa Morpurgo, dal titolo "Chi va dall'astrologa?" illustrante i comportamenti, le bizzarrie, i tic, segreti e no, di chi ha scoperto un nuovo strumento d'analisi, svelati appunto dalla compianta astrologa e fondatrice della già citata astrologia dialettica.
Nella prefazione l'autrice racconta di come nel panorama italiano degli anni '50, mentre esplodeva la voglia di lasciarsi alle spalle le tristezze della guerra, l'astrologia fosse la meno considerata tra le cosiddette "arti divinatorie". Ciò era dovuto appunto al fatto che la maggior parte delle persone (quasi solo di sesso femminile) ricorreva, per soddisfare più che altro le proprie incertezze ed insicurezze, al moderno indovino di turno, la cui funzione era essenzialmente la lettura del futuro o divinazione, ricorrendo alle più disparate metodiche: dalla cartomanzia alla chiromanzia, dalla lettura dei fondi di caffè alla stessa astrologia.
Poi all'improvviso le cose cambiarono sino a far si che l'astrologia conquistasse una sua dignità e soprattutto una ben netta demarcazione dalle altre "arti" appena citate.
Vediamo come e perché.
Indubbiamente alla base di tutto vi è l'innegabile pulsione tipicamente umana di conoscere in anticipo ciò che il futuro riserva.
In questa esigenza, afferma l'autrice, riusciamo a identificare due tendenze diversificate, che sino a poco tempo fa sembravano procedere parallelamente senza mai incontrarsi: da un lato la curiosità scientifica con la sua capacità di delineare collegamenti tra causa ed effetto, dall'altro invece, la fiducia "magica" ed irrazionale che spinge ad affidarsi ad un sapere antico più o meno occulto ed esoterico, di cui appaiono depositarie figure tra le più varie e spesso inquietanti.
Il vero elemento discriminante però è da ricercare più che altro nel differente atteggiamento mentale di chi guarda al futuro: mentre lo scienziato infatti è spinto da una curiosità razionale, e dunque si aspetta dei risultati concreti, tramite l'osservazione empirica della realtà, cercando di conservare un lucido distacco; colui il quale cerca di conoscere il proprio futuro ricorrendo ai così detti "indovini" invece è spinto da paura e speranza, cosa che implica un enorme coinvolgimento emotivo, e tenta addirittura di proiettarsi in un futuro che vorrebbe modellare a proprio uso e consumo!
Ebbene secondo la Morpurgo, dati questi estremi, l'astrologia moderna si colloca esattamente a metà strada tra i due, attingendo da entrambi.
Tanto è vero che essa, per merito di alcuni suoi esìmi rappresentanti (tra cui lei), è riuscita a sfruttare alcuni progressi del sapere umano, riscontrando incredibili analogie tra i simboli zodiacali ed alcune discipline come la psicanalisi, la biologia, la genetica e la fisica. E proprio a partire da questo momento inizia a delinearsi una nuova figura di astrologo, non più interessato alla previsione del futuro solo per scopi di lucro; ma all'improvviso conscio dello strumento in suo possesso, ed intenzionato a sfruttarne le potenzialità con una ricerca dei rapporti tra causa ed effetto che cominciava finalmente ad avvicinarsi molto ai procedimenti scientifici.
Sebbene l'astrologia tutt'oggi spesso assecondi ancora tali paure e speranze, non è più disposta come un tempo a ritenere che il futuro sia una specie di tabula rasa indipendente dal consultante e soprattutto che proceda secondo la direzione da esso voluta, a suo solo uso e consumo.
Il fatto che il tema natale, come dice il nome stesso, sia tracciato in base al momento e al luogo della nascita, implica la necessità di risalire alle radici più remote del comportamento individuale, per capire come una data persona reagirà a determinati eventi.
Tale nuovo modo di procedere sta creando un'altrettanto differente generazione di consultanti che hanno iniziato a capire, seppur ancora ansiosi di affidare a qualcuno le proprie paure e speranze, che l'astrologia non è tanto un'altra arte occulta, ma al contrario si serve di metodi logico-deduttivi per ricondurre i simboli zodiacali in un quadro complesso, ma chiaro in tutte le sue sfaccettature , che è lo schema di ogni singola vita.
Ovviamente questo rende tutto più interessante ma anche più complicato, perchè con la sensibilità e l'esperienza, si arriva a dover spesso tacere alcune verità rivelate dal tema natale, e non ci riferiamo qui alle ovvie debolezze umane su cui è preferibile sorvolare, ma soprattutto a quella sorta di roccaforte impenetrabile che esiste in ciascuno di noi, e che va assolutamente rispettata, perché lì si annida, misteriosamente agganciato ai più diversi tipi di comportamento, il provvidenziale istinto di sopravvivenza.
Lo scopo ultimo dell'astrologia moderna dovrebbe essere quello di aiutare il consultante a riconoscere le proprie responsabilità, analizzando la vera natura dei propri desideri, collaborando così alla costruzione del proprio destino.
In conclusione vorrei dire che la conoscenza dello Zodiaco arricchisce la mente e affina le capacità speculative, come una vera e propria palestra per l'ingegno, oltre ad essere uno strumento efficacissimo per valutare i propri simili e se stessi.

venerdì 28 marzo 2008

Guida alla scelta responsabile di un animale da compagnia (prima parte)

Perché l’acquisto di un animale da compagnia? Come sceglierlo?

Nella società attuale l’uomo ha un crescente bisogno di gratificazione ed è alla costante ricerca di una relazione sempre più strutturata, sia affettiva sia tattile, con l’ambiente che lo circonda.
L’animale domestico può rispondere a molte di queste aspettative.
Una famiglia su due possiede un animale da compagnia; ma purtroppo ancora gli abbandoni sono numerosi. La maggior parte di questi (80% dei casi) sono la conseguenza delle mancate aspettative dei proprietari in relazione al comportamento dell’animale.
Una ricerca svolta su ben 1500 “nuovi proprietari” ha evidenziato che il 72% avrebbe desiderato consultare un Medico Veterinario prima della scelta del proprio animale.
In effetti, quando si prende la decisione di acquistare un animale, è necessario affrontare specifiche problematiche.
Non si deve esitare nel chiedere l’opinione e i consigli di un professionista qualificato come il Medico Veterinario per rispondere a queste domande o almeno a molte di esse.
Questa è una riflessione essenziale e determinante: non si può assolutamente agire d’impulso!
Prenderemo qui in esame il percorso da seguire prima di acquistare un animale domestico.
Nella prima parte inizieremo ponendoci la domanda sulla pertinenza di questa adozione,
nella seconda parte affronteremo i principali parametri da prendere in considerazione per accogliere l’animale ed infine nella terza ed ultima parte si cercherà di indicare alcuni elementi che permetteranno una scelta ben ponderata e responsabile.

1) La decisione di adottare un animale è ben fondata?

Numerose sono le persone che si mostrano dubbiose di fronte a questo acquisto, specialmente i genitori cui sono rivolte le ripetute richieste, a volte veramente pressanti, dei propri figli.

a) La motivazione principale

  • Vorrei un animale da compagnia
    Bisogna precisare questa affermazione: si desidera un animale per tutta la famiglia o per una persona in particolare? In quest’ultima situazione esiste un obiettivo terapeutico, eventualmente prescritto da un centro medico? Si devono soddisfare il desiderio o le aspettative di un bimbo?
    In tutti questi casi è importante evitare il rischio che l’animale divenga un semplice oggetto, un giocattolo e a tal fine vanno sempre presi in considerazione i suoi bisogni fondamentali e le aspettative di vita media relative alla specie a cui appartiene.
  • Vorrei un animale da lavoro
    Si tratta essenzialmente di cani utilizzati per la guardia, la caccia, alcuni sport, il soccorso, senza dimenticare l'emergente e sempre più apprezzata "pet therapy".
    Anche altre specie possono ovviamente essere indicate ed utilizzate per partecipare a concorsi, gare, mostre o per finalità differenti. Si ritrova qui il bisogno di coltivare una passione e di realizzarsi (per esempio attraverso un concorso di bellezza per gatti). In questo contesto va citato il cavallo, che permette inoltre un importante riscontro in ambito sportivo. Altri animali meno comuni, come i furetti, ad esempio, possono essere allevati per la caccia (aiutano a stanare gli animali da tana) e/o la compagnia.
    Alcuni lavori poi, richiedono la partecipazione di un animale per motivi più o meno nobili: il gatto del panettiere, il coniglio o la colomba dell’illusionista, ecc.

b) Le motivazioni secondarie

  • Vorrei un animale che tenesse compagnia all’animale che ho già. Noi, per puro antropomorfismo, accettiamo con molte difficoltà che il nostro animale da compagnia rimanga “abbandonato” per molte ore al giorno. Adottare un cucciolo per tener compagnia a un cane molto vecchio non è una buona idea. Anche adottare un cane già adulto come compagno del cane di casa, potrebbe generare problemi. Al contrario, adottare un cucciolo per tenere compagnia a un cane adulto potrebbe essere la soluzione ottimale; ma anche qui ogni situazione è differente e va considerata in tutti i suoi risvolti . L’acquisto di un secondo gatto, quando già ne abbiamo uno in casa, è da valutare molto attentamente. E’ importante sapere, infatti, che il gatto ha bisogno di un suo territorio che preferisce non condividere con i cospecifici. Se si inserisce un cane dove già vive un gatto (o viceversa), ciò non provoca alcun problema (sempre a tenuto conto del contesto però) né alcun particolare vantaggio per nessuno dei due. Solo il desiderio della famiglia può giustificare questo acquisto…
    Per quanto riguarda alcuni roditori e numerosi uccelli, la vita in coppia in cattività è molto ben tollerata. I pesci ornamentali preferiscono vivere in gruppo, ma bisogna fare attenzione alla sovrappopolazione in funzione della dimensione dell’acquario.
  • Vorrei sostituire il mio vecchio compagno che è morto o che è scappato. Anche se sembra evidente, ricordiamoci che il nuovo compagno non sostituirà mai il precedente. Sarà del tutto inutile tentare, più o meno coscientemente, di “ricostruirlo” identico al precedente, cercando la stessa razza, lo stesso sesso, lo stesso colore (e anche lo stesso nome!). Prima di tutto dobbiamo lasciar passare del tempo e assicurarci che il lutto per la perdita del nostro compagno sia terminato. Per alcune persone ci vorranno giorni, per altre bisognerà attendere anche anni. In questo caso particolare bisogna categoricamente rifiutare un animale di “sostituzione” offerto premurosamente dai familiari. Inoltre, se la separazione dal precedente animale è avvenuta a causa di patologie del comportamento sarà indispensabile il parere di un Medico Veterinario specializzato nel settore della medicina comportamentale prima di adottare un nuovo animale.
  • Sono stato costretto a adottare questo animale. L’adozione è forzata quando si trova un animale abbandonato o quando, per esempio, un gatto randagio ci coinvolge e lo accettiamo in casa. Lo diventa talvolta per fare un favore a un amico o a familiari che non possono più tenere l’animale. In tutti i casi l’errore è di lasciarsi intenerire facilmente o di sentirsi responsabili quando non ci sono le condizioni indispensabili per la riuscita dell’adozione. Bisogna essere certi che le motivazioni siano sufficientemente forti ed oggettive. Una volta presa questa decisione in tutta coscienza, bisogna verificare quali saranno le condizioni di vita del futuro animale da compagnia. Sono queste le informazioni che permetteranno di effettuare la scelta migliore.

martedì 25 marzo 2008

La gatta pianista

Ho trovato questo video su You tube qualche tempo fa: si tratta della gatta di un'insegnante di pianoforte e lo vorrei condividere qui con voi, non perché reputi questa gatta e la sua performance alla stregua di uno spettacolo circense; ma perché credo che tale video dimostri che anche i gatti, cosi come i cani, sono in grado di osservarci ed imitarci, in quanto rientra nel loro etogramma di specie la volontà di comunicare con noi in ogni modo consentito.
Sarebbe quindi ora che capissimo che non siamo i soli in grado di elaborati processi mentali correlati alla sperimentazione e all'apprendimento, attraverso l'osservazione della realtà circostante, che vanno sotto il nome di intelligenza.
Spero che tutto ciò serva a riflettere su molti atteggiamenti di superiorità che spesso assumiamo nei confronti di creature per alcuni versi molto migliori di noi...
Buona visione!
P.s.: Vi consiglio, prima di andare col play, di sospendere l'ascolto della musica di sottofondo del blog cliccando sul tasto "pause" del miniPod, per ascoltare adeguatamente l'audio del video.

domenica 23 marzo 2008

La storia di Penny (seconda parte)


Vi avevo lasciato al momento in cui decisi di adottare quella cucciolona pelosa piccola e nera che avevo chiamato Penny, in onore della sua pazienza per avermi atteso un week end intero.
Da quel giorno in poi Penny ha vissuto sempre al mio fianco, spostandosi con me ovunque andassi (per fortuna faccio un lavoro che mi consente di portarmela dietro senza che nessuno obietti), viaggiando sia in macchina che in treno (finora le ho risparmiato solo l'aereo, che ritengo essere ancora una tortura per i poveri cani che vengono stipati nelle stive come fossero bagagli).
Col tempo abbiamo imparato a fidarci l'uno dell'altra, nonostante la reciproca diffidenza iniziale: io perché era la prima volta che avevo un cane e lei di sicuro perché aveva sofferto per l'abbandono e il distacco dal precedente proprietario.

Ad ogni modo abbiamo recuperato velocemente il tempo perso ed in breve siamo diventati una coppia affiatata, tanto da riuscire a comprenderci al volo con un semplice sguardo.
Ancora mi ricordo quando la portavo ai giardini pubblici e lei come una saetta sfrecciava velocissima, coinvolgendo in corse pazze qualsiasi altro cane, anche il più pigro o sonnacchioso, creando ogni volta in men che non si dica lo scompiglio dovunque la portassi.
Sembrava che le piacesse recitare il ruolo di leader, facendo apparire dal nulla, come per magia, una muta di cani che la seguiva fedele, formando un'unica scia compatta, coalizzati nel loro inseguimento, pur faticando a starle dietro.
A questo suo aspetto estroverso e giocherellone univa una dolcezza e un candore quasi infantili tanto da renderla irresistibile.

I primi tre anni in compagnia di Penny volarono rapidamente sino ad un giorno della fine del mese di maggio del 2005, quando accarezzandola come al solito notai qualcosa di strano: tutti i suoi linfonodi improvvisamente erano aumentati di volume in modo sospetto, sino a 4-5 volte il normale.
Mentre attendevo i risultati delle analisi, un triste presentimento si impossessò di me e purtroppo tutti gli accertamenti me lo confermarono: si trattava di linfoma multicentrico al terzo stadio, ovvero un tumore diffuso a tutto il sistema linfatico che lasciava poche speranze, se non il fatto di essere chemioresponsivo.
Purtroppo, nonostante la buona risposta alla chemioterapia, la letteratura riporta al massimo 18 mesi di vita dal momento della diagnosi!


venerdì 21 marzo 2008

Il problema del traffico dei cuccioli dall'Est Europa


Quanti non hanno sorriso alla vista di un tenero cucciolo e non sono stati presi dall'irrefrenabile e lodevole istinto di stringerlo al petto ed adottarlo immediatamente?
Ebbene purtroppo ci sono persone pronte ad approfittarsi della bontà e genuinità di tali sentimenti.
E' bene che si sappia che da anni è in atto un vero e proprio traffico illegale di cuccioli di tutte le razze e dimensioni che riescono spesso a passare le larghe maglie dei controlli alle frontiere del nostro paese, viaggiando in condizioni spaventose sia dal punto di vista igienico-sanitario che di benessere e che arrivano soprattutto da paesi come l'Ungheria e la Polonia, senza escludere però anche altri paesi dell'Est europeo (come la Repubblica Ceca, la Romania, la Slovacchia ed altri).
Questo vero e proprio crimine che si consuma ai danni dei poveri cuccioli e degli ignari acquirenti, va a sovvenzionare un mercato sotterraneo che continua a crescere, nonostante i tentativi di guardia di finanza, veterinari di frontiera e altre autorità competenti, di sgominarlo.
Molti di questi cuccioli che vengono acquistati da negozianti senza scrupoli a pochi euro per essere poi rivenduti a cifre ben maggiori, sono accompagnati da passaporti riportanti dati falsati a cominciare dall'età, ma anche per quanto riguarda gli interventi vaccinali e antiparassitari ricevuti, per non parlare del fatidico microchip (che per legge dovrebbe essere applicato solo da un veterinario autorizzato), e in base a tutto ciò ne viene motivato il prezzo, altrimenti irragionevole, come se un documento falso valesse qualcosa...
Purtroppo dopo pochi giorni dall'acquisto del povero cucciolo, spesso separato dalla madre in tenerissima età (ben prima dei due mesi di vita, necessari allo svezzamento), è abbastanza frequente che si rendano manifeste le più diverse patologie, da quelle più banali (parassiti intestinali, micosi) a quelle più serie per la vita del poveretto (cimurro, parvovirosi, coccidiosi miste ad altre parassitosi come la rogna demodettica) che, a causa delle condizioni generali già serie in partenza, esitano frequentemente nella sua morte.

Questi sono fatti tristemente noti a noi veterinari che tentiamo in ogni modo di combattere questo vergognoso fenomeno che sta prendendo dimensioni spaventose; ma credo che prima di ogni altra cosa andrebbe favorita una corretta informazione del futuro proprietario, che spesso, invece di chiedere preventivamente consiglio, si espone a queste vere e proprie truffe, facendosi ingenuamente intenerire dallo sguardo di un cucciolo indifeso, e acquistandolo incautamente, forte della documentazione e delle rassicurazioni fornite dal commerciante privo di scrupoli.
Per questo incoraggio sempre a rivolgersi a noi veterinari prima della decisione dell'acquisto dell'animale, ovvero prima che sia troppo tardi, proprio per evitare di continuare a foraggiare tale mercato illegale.
E comunque inviterei chiunque fosse incappato in simili situazioni a denunciarle alle autorità competenti, proprio per individuare per tempo e sgominare all'origine tali loschi traffici che vedono negli animali solo una fonte di guadagno, senza pensare minimamente al loro benessere: per fortuna ormai anche l'Italia si è dotata di leggi competenti in grado di comminare pene severe a questi criminali!

mercoledì 19 marzo 2008

Cani più curati dei gatti

Significativa la differenza di attenzioni mediche riservate alle due specie. Un rapporto JAVMA



I cani sono sottoposti a cure veterinarie più regolarmente rispetto ai gatti. Lo suggerisce un rapporto speciale pubblicato sul numero di febbraio del Journal of the American Veterinary Medical Association, secondo cui i gatti non ricevono dai loro padroni la stessa affezione o attenzione medica dei cani.

Il legame del proprietario con il proprio cane, e quindi anche l'attenzione alle sue necessità, è generalmente più forte rispetto a quello riservato al gatto, si legge nel rapporto. Quest’ultimo è sottoposto meno frequentemente a vaccinazioni, visite di controllo e cure dentali preventive rispetto al cane.

Anche i gatti che convivono in famiglia con un cane sono condotti dal veterinario significativamente meno rispetto a quest'ultimo. Un terzo di questi gatti non è sottoposto a visita annuale, rispetto al 13% dei cani dello stesso ambiente.

I motivi sono, secondo lo studio, diversi. La forza del legame proprietario-animale da compagnia è una funzione della quantità di tempo speso insieme. Mentre i cani considerati trascorrevano circa 45 ore a settimana con il loro proprietario, i gatti ne passavano soltanto 32. I cani inoltre sono considerati più affezionati al proprietario rispetto ai gatti e spesso si ritiene che la loro compagnia sia più divertente. Molti proprietari ritengono che il loro cane abbia maggiore necessità di visite regolari perché spende più tempo all'esterno rispetto al gatto. Inoltre, i proprietari di gatti spesso ritengono che questi non si ammalino e che siano in grado di badare a se stessi, conclude il rapporto.

Fonte : AVMA

martedì 18 marzo 2008

Perché Fido fa i "dispetti"?

Molto spesso nella mia professione sento i proprietari lamentarsi del fatto che il proprio cane secondo loro farebbe i dispetti (in riferimento soprattutto ad eventuali distruzioni, rilascio di deiezioni o vocalizzi ininterrotti perpetrati in loro assenza) e questa asserzione sarebbe avvalorata dal fatto che al loro rientro l'animale col tempo reagisce (imparando ad anticipare le punizioni che il proprietario stesso si sente in dovere di somministrargli), nascondendosi e assumendo ai suoi occhi un atteggiamento colpevole.
In realtà ciò è dovuto al fatto che il cane impara ad associare il suo arrivo, in presenza dei danni, ad una punizione: situazione davvero penosa dunque, perché il proprietario tanto amato e desiderato si manifesta sotto forma di in una figura
ambivalente di benefattore/carnefice, aumentando ulteriormente il carico di ansia.
Ebbene sarebbe finalmente il caso di capire che gli animali non hanno i nostri stessi processi mentali, ma soprattutto che l'area cerebrale deputata all'ideazione del dispetto è atrofizzata nei nostri beniamini e pertanto non sono assolutamente in grado di concepire né tanto meno di mettere in atto quella sorta di vendetta che noi siamo portati ad immaginare, per punirci di chissà che cosa.
In parole povere è vero quello che si sente spesso dire che la cattiveria non esiste negli animali. Io parlerei più che altro di una sorta di proiezione da parte nostra in conseguenza dei sensi di colpa che proviamo quando lasciamo troppo tempo da solo il nostro cane, oltre ovviamente ad un ingenuo antropocentrismo che ci spinge a spiegare tutto con il solo metro di misura che conosciamo, ovvero il nostro.

Ma dato che non sono uno psicologo, non mi soffermerò ora ad approfondire le motivazioni che spingono il proprietario a darsi tali spiegazioni, bensì tenterò di spiegare cosa accade nei nostri animali e perché mettono in atto certi comportamenti indesiderati in nostra assenza.


Dobbiamo innanzitutto pensare che alla base di tutto di solito c'è una sensazione di disagio, ansia e malessere difficilmente gestibili dall'animale, che mette in atto una frenetica ricerca del proprietario in sua assenza.
Quasi sempre la diagnosi semiologica di tale problematiche in medicina comportamentale prende il nome di
ansia da separazione, ovvero una patologia dovuta ad un'alterazione nello sviluppo comportamentale riguardante la qualità del legame di attaccamento nei confronti del proprietario. Relazione quest'ultima importantissima e reciproca, in cui il cane vede una sorta di succedaneo dello speciale rapporto che aveva da cucciolo nei confronti della madre, e grazie alla quale dovrebbe portare a termine il suo sviluppo comportamentale, in assenza della stessa.
A volte però per vari motivi, dovuti principalmente alla mancata realizzazione del normale distacco durante la crescita e quindi dell'acquisizione della necessaria autonomia, si realizza un vero e proprio
legame di iperattaccamento, spesso dovuto al fatto che il proprietario ignora i meccanismi attraverso cui favorire tale indipendenza affettiva, oppure a volte perché continua a rispondere per autogratificazione alle sollecitazioni del cane, ormai pubere o magari già adulto, come se fosse ancora un cucciolo, rafforzando tale dipendenza o infine perché il cane ha subito in precedenza situazioni di isolamento come quelle del canile, che non favoriscono sicuramente il suo normale processo evolutivo.
Certamente
dietro tali anomalie vi sono anche altre cause, oltre alla sindrome da iperattaccamento, come disturbi gerarchici, fobie, deficit degli autocontrolli o la sindrome di ipersensibilità-iperattività, ma sarebbe troppo lungo qui spiegarle tutte.
L'importante è capire che quando ci si trova di fronte a certe situazioni è inutile e dannoso ricorrere a punizioni a posteriori, quando cioè ormai il danno è fatto; ma sarebbe invece opportuno ricorrere all'aiuto di un professionista qualificato in grado di riconoscere e curare i disturbi del comportamento risolvendoli nel migliore dei modi, per salvaguardare il rapporto cane-proprietario.

sabato 15 marzo 2008

Cos'è l' astrologia dialettica (introduzione)

Oggi vorrei parlarvi dell'astrologia dialettica, senza presunzione di trattarla in maniera esaustiva, conscio della difficoltà di sintetizzare in poche righe la vastità di tale materia.
Si tratta di un modo totalmente nuovo e differente, rispetto a quello tradizionale, di intendere l'astrologia stessa.
L' ideatrice di questo nuovo modo di guardare all'astrologia è Lisa Morpurgo (1923-1998), che nel suo "Convitato di Pietra" e nell' "Introduzione all'astrologia" prima, e nei suoi successivi 4 volumi di "Lezioni di Astrologia"(la natura dei segni, la natura delle case, la natura dei pianeti e la natura dei transiti) poi, ha sviluppato e decifrato, come si trattasse di un vero e proprio codice, l'insieme dei simboli zodiacali (segni e pianeti), dando luogo ad una vera e propria scuola di pensiero rivoluzionaria che ancora oggi continua, seguendone le orme, l'opera iniziata dalla sua impareggiabile fondatrice.

In base alle sue teorie che hanno scosso nelle fondamenta questa materia, ferma da tempo ai presupposti del Tetrabiblos di Tolomeo, il gioco degli opposti assume un'importanza fondamentale dal punto di vista interpretativo: ogni simbolo zodiacale ha in sé delle caratteristiche che mancano al suo diretto opposto e viceversa, in un equilibrio di tendenze dialettiche ma complementari, per cui nessuno potrebbe esistere in assoluto senza l'altro.
Le sue osservazioni partono proprio da basi geometrico-razionali (il numero 12 coi suoi dividendi, crea un gioco speculare di simmetrie zodiacali che è il fulcro di tutto), attingendo ai dati dell'antica tradizione astrologica, che sono giunti sino a noi alterati dagli errori dei copisti e soprattutto manomessi nei secoli da interpretazioni pregiudiziali e censorie; ma rielaborandoli sino a cogliere il loro messaggio essenziale.

Suo merito è stato proprio quello di non lasciarsi condizionare da tutte le incrostazioni pseudo-magiche, che nei secoli avevano reso l'apparato astrologico farraginoso e caotico, snellendolo e restituendogli un valore logico-deduttivo di interpretazione della realtà in ogni suo aspetto e sfaccettatura.
Non potendo qui spiegare nei dettagli i particolari delle sue scoperte mi riserbo senz'altro di tornare sull'argomento, approfondendone di volta in volta alcuni aspetti.
Alla prossima puntata dunque!

venerdì 14 marzo 2008

Cani e Gatti benefici anti-stress!


UN GATTO IN CASA RIDUCE I RISCHI D'INFARTO
Gli scienziati: siamo sicuri che il ragionamento vale anche per i cani
Lo rivela una ricerca dell'Università del Minnesota su oltre 4 mila cittadini: meno stress chi ha un pet in casa

Un cucciolo sarà una responsabilità e qualche volta un fastidio, ma ripaga ampiamente gli sforzi per curarlo: secondo una ricerca durata dieci anni, infatti, un gattino in casa riduce il rischio di infarto di almeno un terzo. L'indagine, condotta su 4mila cittadini statunitensi, è stata presentata al congresso dell'American Stroke association a New Orleans.

LO STUDIO - I ricercatori dell'università del Minnesota hanno utilizzato i dati di un grande studio sulla salute effettuato dal governo americano negli anni '80, isolando 4.235 soggetti tra i 30 e i 75 anni di cui 2.235 avevano un gatto in casa mentre 2.000 non avevano animali. Analizzando le cause di morte nei 10 anni successivi, è emerso che la probabilità dei soggetti studiati di avere un attacco di cuore era inferiore del 30% in chi possedeva un animaletto.

BENEFICI ANTI-STRESS - «Gli effetti dello stress e dell'ansia sui danni cardiovascolari sono noti - spiega Adnan Qureshi, autore della ricerca - e gli animali domestici offrono molti benefici nel contrastarli». Lo studio ha riguardato i gatti, ma secondo Qureshi, possessore di un felino di nome Ninja, l'effetto è lo stesso anche per i cani: «Abbiamo dovuto escludere i cani perchè non avevamo abbastanza soggetti - spiega il ricercatore - ma sono convinto che non ci siano molte differenze».

Fonte Ansa, da un articolo del Corriere della Sera del 13/3/08

martedì 11 marzo 2008

La storia di Penny (prima parte)


E' arrivato il momento di raccontarvi la storia di Penny, la mia dolcissima cagnolina, a cui è dedicato il servizio fotografico e la scelta della compilation che potete ascoltare come sottofondo musicale mentre scorrete le pagine di questo blog.
Penny è arrivata a sirene spiegate, a bordo di una volante della polizia stradale che l'aveva soccorsa, investita e terrorizzata, la sera di giovedì 7 marzo 2002, presso la clinica in cui all'epoca lavoravo, proprio al momento del cambio turno; ma vedendola in quelle condizioni mi sono fermato ad aiutare la collega a cui stavo dando il cambio.
L'abbiamo letteralmente prelevata dall'abitacolo, perché avevano tutti paura di toccarla, non sapendo come avrebbe reagito: effettivamente quel batuffolo di peli neri se ne stava raggomitolato sul fondo dell'auto, senza lasciar indovinare quale fosse la testa e quale la coda, tremando come una foglia.
Una volta prelevata dolcemente ci siamo resi conto che aveva un'emorragia in bocca per la ferita che si era prodotta sulla lingua a causa del trauma, varie abrasioni sull'addome dovute all'urto sull'asfalto, un versamento emorragico a livello della sclera dell'occhio destro, una ferita lacero-contusa su una zampa posteriore e inoltre una lieve ematuria per il colpo ricevuto alla vescica: insomma era ridotta davvero maluccio!
Dopo aver suturato la ferita alla zampa e averla stabilizzata, come ci fummo sincerati che fosse fuori pericolo, abbiamo congedato i soccorritori e l'abbiamo ricoverata, nella speranza che si facesse vivo prima o poi qualcuno per reclamarla, perché non potevamo credere che l'avessero abbandonata, vista la sua simpatia e dolcezza.
All'epoca, dai rilievi fatti sulla sua dentatura nuova di zecca, avrà potuto avere al massimo 7 mesi di età.

Purtroppo la cattiveria umana non ha limiti e nessuno si è mai degnato di denunciarne la scomparsa e dal momento che non aveva né un collare, né una medaglietta, né tantomeno un tatuaggio (all'epoca ancora i microchip non esistevano) che ne indicasse la provenienza o l'appartenenza, ci siamo dovuti arrendere all'evidenza dei fatti e classificarla come randagia.
Quel week end lì io ero atteso a Bologna, per cui la lasciai a malincuore alle cure dei colleghi, con la promessa però che se al mio ritorno l'avessi ritrovata ancora lì l'avrei adottata, perché non potevo sopportare l'idea che finisse in una gabbia di un canile in attesa di un padrone adottivo...
E così fu: il lunedì, al mio rientro a Roma, decisi di tenerla con me e la chiamai Penelope (Penny), visto che, come l'omonima eroina mitologica, aveva avuto la pazienza di aspettare il ritorno del suo "Ulisse"!

lunedì 10 marzo 2008

La stagione della prevenzione

Volevo rendere noto che è stata avviata la terza edizione della Stagione della Prevenzione, iniziativa realizzata in collaborazione tra A.N.M.V.I (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) e Hill’s Pet Nutrition, con il patrocinio dal Ministero della salute.
La Stagione della Prevenzione 2008 è partita il 1 marzo 2008 e terminerà il 30 aprile 2008.
A questo scopo è stato attivato un numero verde: 800 189 612 (valido dal 15 gennaio fino al termine della campagna), per fornire ai proprietari di animali informazioni generali sull'iniziativa e soprattutto i nominativi dei veterinari partecipanti più vicini (in tutta Italia sono già 2500) oppure è possibile rintracciarli on line andando sul sito Hill's.
La campagna dà modo di usufruire di una visita veterinaria completamente gratuita, col fine di evidenziare per tempo eventuali anomalie e ricevere informazioni accurate sulle principali problematiche legate allo stato di sovrappeso o obesità, sulla presenza di masse anomale rilevabili in sede di visita clinica, sullo stato dell'igiene orale e quello di occhi e orecchie e tutto ciò che sia possibile rilevare durante l'esame obiettivo generale.
Mi sembra importante sottolineare che tale visita esclude ogni ulteriore indagine che richieda l'ausilio di mezzi diagnostici (quali ecografie, lastre, esami del sangue o delle feci, ecc.), le quali, in quanto indagini strumentali, sono chiaramente a pagamento.
Altro punto da sottolineare è che l'iniziativa riguarda gli animali di proprietà e non i randagi, perché questi ultimi, per legge, sono tutelati dalle ASL competenti per territorio.
Ovviamente lo spirito di questa iniziativa è volto a sensibilizzare maggiormente i proprietari di animali domestici al problema della prevenzione e quindi del mantenimento della salute stessa dei loro beniamini, individuando nel veterinario la figura di riferimento principale.

domenica 9 marzo 2008

La medicina comportamentale


Oggi vorrei introdurre il discorso della medicina comportamentale negli animali da compagnia.
Si tratta di una branca della medicina veterinaria piuttosto recente, almeno qui in Italia, dove al solito le novità tardano a prendere piede, ma che dall'inizio del 2000 si sta finalmente diffondendo in maniera capillare e facendo conoscere anche qui da noi, grazie ad un'aumentata sensibilità da parte dei proprietari di animali da compagnia e quindi della società stessa nei loro confronti, ma soprattutto per l'opera pionieristica di alcuni colleghi come Raimondo Colangeli, Sabrina Giussani, Lorella Notari, Elena Severi, Marzia Possenti ed altri (in Europa due in particolare sono i punti di riferimento per questa scienza: il francese Patrick Pageat, a cui si rifà la S.I.S.C.A. ed il belga Joel Dehasse).
Questa disciplina parte da un presupposto che solo alcuni decenni fa sarebbe suonato come un'eresia, ovvero che gli animali non sono guidati nelle loro azioni soltanto da semplici istinti; ma sono dotati di processi cognitivi complessi e strutturati, in grado di modificare alcuni loro comportamenti connaturati grazie all'esperienza e alla capacità di apprendimento.
Insomma, in parole povere, ci somigliano più di quanto la zoologia e la genetica abbiano mai ipotizzato!
Tutto questo apre le porte ad innumerevoli implicazioni etiche e morali, dato che significa attribuirci delle responsabilità che fino a ieri nemmeno sognavamo di avere, trincerati come eravamo dietro alla fede incrollabile di essere i prescelti e gli unici depositari dell'intelligenza e della sensibilità sul nostro pianeta, se non addirittura dell'intero universo.

sabato 8 marzo 2008

Le mie passioni

Il titolo che ho deciso di dare a questo blog è un condensato di due delle mie passioni principali: la curiosità per un'arte la cui origine si perde nella notte dei tempi, ovvero l'astrologia e l'interesse per gli animali e il loro affascinante mondo, tradottosi nella professione veterinaria.
Anche se so che può sembrare contraddittorio ai più l'accostamento di queste due discipline e anzi addirittura scandaloso per alcuni, eppure non mi vergogno a riconoscerle come due chiavi di lettura della realtà
per me fondamentali.
A 6 anni iniziai ad affermare che da grande avrei fatto il veterinario e sin da piccolo effettivamente avevo un'attrazione ed un feeling particolare per tutte le creature non umane che riuscivo ad accostare: ero affascinato da degli esseri viventi in grado di esprimersi in modo tanto vario e diverso dal nostro, senza ipocrisie o sovrastrutture, semplici nella loro fierezza di esistere e nello stesso tempo indifesi.
Proprio per questo motivo iniziò a sorgere in me il desiderio di fare qualcosa di concreto per proteggerli, e solo molti anni dopo riuscii a coronare il mio desiderio infantile.

L'astrologia invece la scoprii quasi per caso attorno ai 12-13 anni, quando comprai per curiosità il mio primo libro sull'argomento che poi iniziò ad appassionarmi sempre di più sino a diventare uno dei miei hobby principali.
Soprattutto fu la successiva scoperta, quasi 10 anni dopo, di
Lisa Morpurgo e della sua astrologia dialettica (all'epoca ero già studente universitario) a rinnovare il mio interesse per la materia e a mantenerlo vivo sino ad oggi, tanto che quando mi interessa conoscere meglio una persona le chiedo sempre i suoi dati per cimentarmi con l'interpretazione del suo cielo di nascita.
Forse il trait d'union tra queste due passioni è rappresentato dalla volontà di conoscenza profonda dei meccanismi che regolano la vita, e che difficilmente ancora oggi l'uomo sa spiegarsi...