venerdì 28 novembre 2008

Aspetti e transiti planetari (seconda parte)

Riprendo oggi un discorso iniziato col precedente post di argomento astrologico, riguardante l'interpretazione degli aspetti e dei transiti.
Diciamo subito che risulta davvero arduo se non impossibile stilare una sintesi di tutte le possibilità che gli elementi da esaminare ci offrono, perché ne deriverebbe un cumulo di precisazioni casistiche così vasto da confondere le idee anziché chiarirle: basti pensare infatti che gli aspetti nella loro pura definizione geometrica, sono il presupposto di infinite combinazioni, modificabili a loro volta perché arricchite da infinite sfumature, legate alle ulteriori variabili rappresentate dalle case e dai segni occupati dai pianeti in aspetto tra loro.
E neppure voglio presentare uno statico elenco schematico di tutti gli aspetti e transiti possibili, perché a questo scopo esistono numerosi manuali di astrologia, che trattano questo tema in modo molto più esauriente rispetto a come potrebbe essere svolto in un semplice post.
Invece ci occuperemo qui di tracciare uno schema del percorso interpretativo, così da poter seguire delle indicazioni di massima che ci guidino nell'analisi di questo complesso studio.
Vediamo dunque di fissare i primi tre passi fondamentali da prendere in considerazione:

1) Esame dei rapporti dei pianeti con i segni occupati

Come prima cosa va considerato l'esame dei rapporti dei pianeti coi segni occupati: l'esame di ogni singolo pianeta in un dato segno va sommato all'esame dell'aspetto che unisce i due pianeti.
Le caratteristiche ad esempio di un Giove in Pesci e di una Luna in Cancro, acquisteranno particolari sfumature nel caso che i due corpi celesti formino un trigono (120°).
Ogni aspetto stabilisce infatti un rapporto non solo tra i due pianeti, ma anche tra i due segni da essi occupati. Un segno dove ricadano uno o più aspetti diventa più vivo, più sensibile: spesso si trasforma in uno dei punti cruciali del tema.
2) Esame dei rapporti dei pianeti con le case occupate

Per quanto riguarda questo secondo punto, va ripetuto il ragionamento fatto per il primo: l'esame di ogni singolo pianeta in una data casa va sommato all'esame dell'aspetto che unisce i due pianeti. Ogni aspetto stabilisce tra due case un rapporto che, nella normale pratica astrologica, è spesso ancora più evidente del rapporto stabilito tra due segni: una opposizione tra Venere in casa quarta e Giove in casa decima, per esempio, indicherà chiaramente un contrasto tra gli affetti familiari e la volontà di indipendenza, tra l'amore e il successo.
3) Esame della posizione dei pianeti più lenti rispetto ai pianeti con cui formano aspetto

In questo terzo punto di questa analisi preliminare, è necessario stabilire anche l'ubicazione dei pianeti lenti (Urano, Nettuno e Plutone) nei confronti degli altri pianeti con cui formano aspetto.
In teoria, l'ubicazione di tutti i pianeti formanti aspetto è importante; ma in pratica ci si può limitare all'esame dei pianeti lenti poiché l'importanza dell'ubicazione è strettamente legata ai transiti che, nel caso dei pianeti rapidi (Sole, Mercurio e Venere) e rapidissimi (Luna) si susseguono con tale frequenza da annullare un criterio di discriminazione.
Per esempio, un quadrato (90°) tra Nettuno in Leone e Giove in Scorpione (quadrato Nettuno-Giove con Nettuno che precede), implica dopo 40 anni, un transito di congiunzione (0°) che, salvo la concomitanza di altri aspetti difficili, avrà influenze benefiche e risolutorie dei conflitti impliciti nel quadrato natale.
Viceversa, se il quadrato si stabilisse tra Nettuno in Leone e Giove in Toro (quadrato Nettuno-Giove con Nettuno che segue), sappiamo che Nettuno non giungerà mai nel corso di una vita umana, alla congiunzione con Giove natale, ma anzi dopo 40 anni transiterà all'opposizione (180°), con influenze spesso traumatiche.
Lo stesso criterio si può applicare a tutti gli altri aspetti, salvo, naturalmente all'opposizione e alla congiunzione, dove il criterio di precedenza o sequenza non ha senso.
In un trigono (120°) Nettuno/Leone-Giove/Sagittario, per esempio, il Nettuno precedente formerà, nel corso medio di una vita, un transito al quadrato (90°) del Giove natale, un sestile, (60°) una congiunzione (0°) e un secondo sestile (60°), cioè tre transiti sostanzialmente positivi contro uno sostanzialmente difficile.
In un trigono Nettuno/Leone-Giove/Ariete, il Nettuno seguente formerà invece, sempre nel corso medio di una vita, nell'ordine, un transito di opposizione (180°), un secondo trigono (120°) e un quadrato (90°), cioè due transiti sostanzialmente difficili e uno solo positivo.
La seconda fase dell'esame degli aspetti è una sintesi logica che, tenendo conto di tutti gli elementi raccolti nella fase preliminare (i tre punti visti prima), li coordina nella visione generale del tema.
E' a questo punto che subentrano infatti la logica deduttiva e l'esperienza come uniche guide che di certo non si possono imparare sui libri.
Bisogna tuttavia tener conto ancora di alcuni principi fondamentali che le sorreggano e di cui parlerò al prossimo appuntamento, per non appesantire troppo questa parte e per darvi altresì modo di metabolizzarla ed assimilarla per bene.

martedì 25 novembre 2008

Campagna LAV contro il traffico di cuccioli dall'Est Europa

Vorrei pubblicizzare una iniziativa organizzata nelle piazze italiane per il 29 e 30 novembre prossimi che vede impegnata la LAV nel proporre una petizione popolare contro il traffico illegale di cuccioli dall'EST Europa.
Inviterei pertanto tutti a presenziare con la propria adesione a questa encomiabile iniziativa volta a combattere una vera e propria piaga che è la tratta dei cuccioli importati per lo più illegalmente, ma spesso anche tramite canali cosiddetti ufficiali.
Purtroppo infatti, come fa notare la stessa LAV:
  • Un cucciolo straniero "vale" fino a 20 volte meno del suo corrispettivo italiano. Un esempio: un cane di razza - di origine ungherese - può essere venduto a 200 euro. Lo stesso cane - diventato 'italiano' - verrà venduto per un prezzo compreso tra i 500 e i 1500 Euro.
  • I cuccioli nascono in allevamenti a conduzione familiare o in vere 'fabbriche di cuccioli'. Si tratta di strutture che ospitano decine o centinaia di fattrici per la riproduzione, stabulate in box piccolissimi con cibo solo per sopravvivere. Una volta raggiunti i 30–40 giorni d'età, i piccoli sono ammassati su camion o furgoni e trasportati nel nostro Paese. Viaggiano soprattutto di notte, spesso con passaporti falsi o falsificati, rinchiusi in scatoloni o borse.
  • In questo squallido commercio di animali spesso manca il più banale controllo sanitario. L’assistenza veterinaria rappresenta infatti un costo in più. E si va al risparmio... Il precoce distacco dalla madre causa ai cuccioli traumi affettivi e problemi di salute. Alcuni non superano lo sforzo del viaggio. Altri muoiono pochi giorni dopo essere stati venduti in Italia.

Per facilitarvi il compito di individuare la piazza più vicina vi pregherei di consultare il seguente link : http://www.lav.it/index.php?id=1113 dove sono rilevabili, regione per regione, i siti di localizzazione dei banchetti per la firma della petizione in questione.
Ma per chi non può recarvisi materialmente di persona c'è anche la possibilità di sottoscrivere tale petizione on line, inviando, una volta compilato, l'apposito modulo che troverete cliccando qui di seguito: http://www.lav.it/index.php?id=1114.
Non dobbiamo dimenticare infatti che l'Italia e altri paesi europei come la Spagna, la Francia e il Belgio sono il punto di arrivo di migliaia di cuccioli di cane e gatto provenienti dai Paesi dell'Est, in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, importati in modo truffaldino falsificando documenti, precocemente strappati alle cure delle loro madri costrette a continue gravidanze, sottoposti a infernali viaggi e imbottiti di farmaci per farli sembrare sani all'acquirente.
Un vero e proprio business insomma che movimenta circa 300 milioni di euro all'anno!
A tal proposito la LAV ha pubblicato un dossier-denuncia molto interessante sull'argomento, che inviterei tutti a consultare per rendersi conto delle dimensioni e della gravità di tale piaga.
Come ho già denunciato in altri post precedenti sull'argomento, purtroppo i principali committenti sono proprio negozianti ed allevatori italiani senza scrupoli: questi infatti mostrano agli ignari acquirenti finali presunti madri e padri ''made in Italy'' e propongono anche il pedigree a pagamento, quindi falso come la restante documentazione che accompagna i cuccioli.
Si tratta pertanto di una vera e propria truffa che oltre alle conseguenze pietose sulla vita dei poveri oggetti di tale commercio, non è tra l'altro scevra da pericolosi rischi per la salute pubblica, in quanto non va dimenticato che esiste la possibilità di reintrodurre, attraverso tali canali , malattie ormai scomparse e pericolose anche per l’uomo, come la rabbia, endemica in molti Paesi dell’Est europeo. Spesso, infatti, l’antirabbica (unica vaccinazione obbligatoria) non è praticata o è inefficace, perché praticata troppo precocemente.
La cosa triste è che ancora oggi non esistono controlli seri e soprattutto adeguati strumenti normativi per contrastare efficacemente questo fenomeno.
Speriamo pertanto che tale iniziativa produca presto i suoi effetti e che sensibilizzi tutti quanti sull'importanza di fermare al più presto questa vergogna, affinché più nessuno possa dire: "Non lo sapevo".

domenica 23 novembre 2008

CONSIGLI PRATICI PER UNA CORRETTA GESTIONE DEL CUCCIOLO APPENA ADOTTATO

In questa occasione vorrei fornire dei consigli pratici per la corretta gestione del cucciolo appena adottato, anche perché molti proprietari si trovano spesso ad avere a che fare con situazioni impreviste o sconosciute, e perciò tendono facilmente a commettere degli errori che rischiano di pesare anche in seguito sul rapporto col proprio cane.
Ricordiamo infatti che il cucciolo ha appena dovuto affrontare il distacco dalla mamma e dai fratellini, dunque un vero e proprio trauma, pertanto parte già svantaggiato e con un carico di stress notevole sulle sue spalle a cui si aggiunge la necessità di adattarsi in tempi brevi alla nuova situazione ambientale ed alimentare, oltre che ad un vero e proprio nuovo modo di comunicare, senza contare che proprio in questo periodo stanno venendo meno gli anticorpi circolanti derivanti dalla madre, e dunque si trova più esposto anche ad eventuali patologie infettive.
Ovviamente non pretendo di essere esaustivo su un tale argomento, perché mi rendo conto che gli aspetti da considerare in relazione alla fase di integrazione e di ambientamento del cucciolo nella nuova famiglia adottiva sono davvero molteplici ed è impossibile riuscire a trattarli tutti in uno spazio così ridotto, ma almeno tenterò di esaminare quelli principali, relativi al comportamento, aiutato dall'enorme lavoro svolto da due insigni colleghi comportamentalisti, quali Raimondo Colangeli e Sabrina Giussani, ricorrendo proprio al loro testo di Medicina Comportamentale.
Vediamo dunque di stilare una serie di punti da tener presenti:
  • Utilizzare, almeno nelle prime quattro settimane successive all'adozione, i feromoni di appagamento di sintesi (D.A.P.). In questo modo il cucciolo supererà più facilmente lo stress dovuto alla separazione dalla madre, al cambiamento di ambiente e alla presenza di una nuova famiglia. Il messaggio trasmesso sarà: "va tutto bene, la mamma è qui."
  • Permettere al cucciolo, almeno durante le prime notti, di dormire nella camera dei proprietari (in una cesta), poiché potrebbe piangere ed abbaiare, a causa dell'improvviso allontanamento di tutti i membri del gruppo famigliare. In questo modo, rassicurato dalla percezione del respiro dei nuovi genitori adottivi, il cucciolo dormirà tutta la notte e riuscirà a trattenere più facilmente urine e feci sino al mattino successivo (se isolato dal gruppo invece si sveglierà di frequente ed evacuerà ad ogni risveglio). Anche qui l'uso di feromoni di appagamento favorirà un sonno più tranquillo.
  • Somministrare al cucciolo almeno tre pasti al giorno: la ciotola dovrà essere messa a disposizione al termine della colazione, del pranzo e della cena dei proprietari, e lasciata in sede al massimo per 20 minuti, al termine dei quali andrà rimossa (anche se ancora mezza piena) e ripresentata solo al pasto successivo.
  • Per incoraggiare le evacuazioni nell'ambiente esterno, è necessario condurre il cucciolo in passeggiata più volte al giorno (dopo ogni pasto, al risveglio dai sonnellini e dopo un gioco prolungato), ricompensando ogni evacuazione correttamente eseguita. Da questo punto di vista bisogna ricordare che il cucciolo, fino al quarto mese di vita, non è in grado di trattenere le deiezioni! Si sconsiglia invece l'uso di giornali o altri substrati in casa, perché altrimenti potrebbe crearsi un doppio apprendimento e il cucciolo si sentirebbe autorizzato di conseguenza a continuare ad evacuare in casa anche in seguito.
  • Condurre il cucciolo in passeggiata in città e in campagna anche se il programma vaccinale non è ancora terminato. Ovviamente cercando di evitare le zone frequentate da un gran numero di cani, per ridurre il rischio di trasmissione di malattie virali e batteriche.
  • Visitare almeno due volte alla settimana un luogo molto rumoroso e frequentato da molte persone (come ad esempio una stazione ferroviaria o un mercato o il centro cittadino di sabato pomeriggio) per abituare il cucciolo a tali situazioni, in modo che da adulto non si spaventi senza motivo.
  • Incoraggiare il cucciolo ad avvicinarsi ad altri cani (di qualsiasi taglia, età e sesso) e ad interagire con loro. Così facendo lo si aiuta a perfezionare la comunicazione tra cospecifici e soprattutto i rituali sociali, in particolar modo se le interazioni avvengono in libertà (ad esempio in un parco).
  • Favorire il contatto tra cucciolo ed esseri umani (anche qui di qualsiasi età, razza e sesso) per lo stesso motivo visto sopra.
  • L'apprendimento del cucciolo avviene grazie all'uso di premi (carezze, voce dolce, cibo) e delle punizioni, che però riproducano il comportamento materno (ad esempio la compressione della mano sulla collottola, fino all'ottenimento del rilassamento del cucciolo).
  • Il premio deve essere somministrato puntualmente al termine dell'azione desiderata (come ad esempio l'emissione in ambiente esterno di feci e/o urine, l'avvicinamento in risposta al richiamo, ecc.) La punizione deve essere inferta durante l'azione indesiderata (mai a posteriori) e...interrotta, appena il cucciolo assume la postura di sottomissione (a pancia all'aria, sdraiato su un fianco, acquattato a terra).
  • Va ricordato infatti che un cane non riesce a collegare un premio o una punizione con un'azione effettuata in precedenza, tramite un meccanismo di causa/effetto.
  • Infine per favorire l'avvicinamento del cucciolo quando chiamato, è necessario accucciarsi e usare un tono di voce gradevole, dolce e suadente e appena arriva va ricompensato. Infatti il cucciolo non sa all'inizio né che deve venire quando chiamato, né che deve arrivare al primo richiamo...pertanto sgridarlo, se dovesse ritardare, significa punire il cucciolo che si è avvicinato al proprietario. Come conseguenza otterremmo che ad ogni richiamo tenderà ad allontanarsi sempre di più.

martedì 18 novembre 2008

Dal 1 dicembre in vigore le nuove regole FS per i cani sui treni

Alla fine è stato partorito il nuovo regolamento da parte delle FS che regolerà l'accesso ai treni dei cani, a detta delle Ferrovie, nel rispetto di tutti gli altri viaggiatori.
Un’intesa importante che ha visto seduti allo stesso tavolo Francesca Martini, sottosegretario alla Salute, Vittoria Brambilla, sottosegretario al Turismo e Mauro Moretti, amministratore delegato del Gruppo FS.
Chiunque fosse interessato può prendere visione del comunicato direttamente sul sito FS-NewsRiporto testualmente qui di seguito la notizia così come è comparsa su ANMVI Oggi (il quotidiano di informazione per medici veterinari):
"Sono stati presentati questa mattina, presso la Sede di FS, i dettagli del nuovo regolamento per le norme di ammissione degli animali domestici sui convogli di Trenitalia.
Alla conferenza stampa hanno partecipato Francesca Martini, Sottosegretario alla Salute, Michela Vittoria Brambilla, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega al Turismo, Mauro Moretti, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato e Vincenzo Soprano, Amministratore Delegato di Trenitalia.
In base alle anticipazioni dell'Adnkronos, c'è il via libera ai cani sui treni, ma il divieto per quelli ritenuti pericolosi.
Saranno ammessi i cani di qualunque taglia, muniti di museruola e di guinzaglio, sui treni Ic plus, Inter city ed espressi, nell'ultimo compartimento dell'ultima carrozza di seconda classe.
Non viaggeranno in treno, dunque, i cani reattivi, ovvero quelli ritenuti pericolosi.
Le nuove norme entreranno in vigore dal primo dicembre 2008.
In particolare, precisa una nota dell'Ansa:
  • i cani di piccola taglia, i gatti e gli altri piccoli animali da compagnia sono ammessi gratuitamente su tutti i treni nell'apposito trasportino.
  • I cani di qualunque taglia, muniti di museruola e guinzaglio, sono ammessi sui treni Ic Plus, Ic ed Espressi a pagamento, nell'ultimo scompartimento (negli ultimi sei posti delle carrozze a salone) dell'ultima carrozza di seconda classe.
  • Il posto di fronte al viaggiatore con il cane non e' prenotabile da un altro cliente.
  • E' obbligatorio per tutti i cani ammessi al trasporto il certificato di iscrizione all'anagrafe canina.
  • Sui regionali, sempre a pagamento, devono viaggiare sulla piattaforma o nel vestibolo dell'ultima carrozza, ma non nelle ore di punta del mattino, dalle 7 alle 9.
  • Nelle cuccette e nei vagoni letto, i cani di qualunque taglia salgono solo se si prenota l'intero compartimento.
Nessuna variazione invece per i cani-guida per ciechi, ammessi su tutti i treni senza alcun vincolo, mentre i cani appartenenti a razze pericolose non possono mai salire a bordo.
Per tutti, comunque, una regola di garanzia: i proprietari dei cani dovranno sempre essere in grado di esibire il certificato di iscrizione all'anagrafe canina secondo la normativa in vigore.
"L'obiettivo che ci siamo prefissi era quello di armonizzare le esigenze dei proprietari di cani con quelle di tutti i viaggiatori - ha introdotto Moretti - compresi quelli che, ad esempio, soffrono di allergie o hanno una diversa sensibilità rispetto agli animali".
Con il Governo le FS hanno attivato un buon gioco di squadra, sottolineato dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini che, dichiarandosi molto soddisfatta del risultato, ha evidenziato come "le nuove regole rappresentano un vero e proprio pilastro della civiltà, dando il diritto a chi ha un cane di potersi comunque spostare in treno".
Michela Brambilla, dal canto suo, ha spiegato che l'esempio delle FS dovrà essere seguito anche dalle strutture recettive, come gli alberghi.
Il compito di illustrare le regole nel dettaglio è stato affidato a Vincenzo Soprano, A.D. di Trenitalia, che ha preannunciato una vera e propria campagna d'informazione sia a bordo dei treni che nelle stazioni.
"Queste regole - ha sottolineato Soprano - permettono di incrementare i contatti anche con gli operatori turistici stranieri, ai quali Trenitalia presta molta attenzione".
Rispondendo alla domanda di un giornalista sulla pulizia nei vagoni dove viaggeranno gli animali, Moretti ha ribadito, ancora una volta, che "la pulizia sarà sempre più mirata.
Non è un caso che stiamo cambiando tutte le imprese di pulizia con una gara europea. A questo proposito - ha concluso - vorrei ringraziare il Tar e il Consiglio di Stato che con i loro interventi hanno evitato che qualche cavillo interrompesse questo nuovo modo di far partecipare le imprese di pulizia alla gara, iniziando tutto da capo".
Quindi a quanto pare, dopo tutto il polverone suscitato dalle primissime dichiarazioni da parte dell'Ente FS alla vigilia della stesura di questo benedetto nuovo regolamento, alla fine sembrerebbe che abbia finito per prevalere almeno in parte il buon senso e soprattutto la ragione, oltre naturalmente al rispetto per le migliaia di viaggiatori con e senza animali al seguito, nonché soprattutto l'amore e il rispetto per gli animali stessi: tutto è bene quel che finisce bene dunque o no? Voi che ne pensate in proposito? Certo ancora siamo molto lontani dal regolamento ideale; ma almeno, considerando le premesse da cui erano partiti, qualcosa l'hanno modificata...

domenica 16 novembre 2008

Avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti

Parliamo di una eventualità purtroppo abbastanza frequente che riguarda l'ingestione accidentale o dolosa da parte dei nostri piccoli animali domestici di esche avvelenate con rodenticidi: il cane e il gatto infatti sono soggetti a questi incidenti sia per la loro curiosità famelica che li porta a scovare anche esche ben nascoste, sia perché possono consumare le carogne di roditori morti in seguito all'ingestione del rodenticida.
Innanzitutto diciamo subito che tra i rodenticidi vengono incluse numerose sostanze anche molto diverse sia dal punto di vista chimico che come meccanismi d'azione, ma per semplicità oggi vorrei parlare soltanto di quelli ad attività anticoagulante (che poi sono anche quelli più diffusi e usati).
Questi ultimi appartengono comunque ad un gruppo di vari composti, a diversa struttura chimica, ma dotati allo stesso modo della capacità di alterare il processo fisiologico della coagulazione del sangue. I principali rodenticidi ad azione anticoagulante sono per lo più idrossicumarinici di prima generazione (Warfarin e Cumarina) e di seconda generazione (Brodifacum e Bromadiolone).
Tutti questi composti si trovano in esche preconfezionate con aggiunta di sulfonamide che potenzia la loro attività anticoagulante inibendo a livello intestinale la crescita dei microorganismi preposti alla sintesi di Vit.K.
Il loro meccanismo d'azione infatti si basa proprio sul consumo delle riserve epatiche di tale vitamina, che entra come coenzima nella fase finale di attivazione di ben quattro fattori della coagulazione: fattore II (PROTROMBINA), fattore VII (PROCONVERTINA) , fattore IX (FATTORE ANTIEMOFILICO B) e fattore X (FATTORE DI STUART).
Non essendoci nessun effetto diretto sui fattori già circolanti, la comparsa dei sintomi si verifica man mano che viene consumata la Vit.K accumulata nel fegato, con un ritardo di circa 2 - 7 giorni dall'assunzione, in dipendenza dalla quantità assunta e dalle condizioni dell'organismo stesso (ricordiamo ad esempio che i cuccioli sono quelli più sensibili perché fisiologicamente carenti di tale vitamina).
Ma vediamo quali sono i sintomi che dovrebbero far suonare il campanello d'allarme in ogni proprietario: diciamo subito che il quadro clinico che compare è quello dovuto a una grave perdita di sangue.
Purtroppo la sindrome emorragica non ha sempre una localizzazione precisa ed evidenziabile con facilità, di conseguenza dovremmo spesso basarci sui sintomi indiretti come:
- una forte depressione del sensorio,
- anoressia (perdita di appetito),
- estrema debolezza (astenia),
- pallore delle mucose,
- dispnea,
- tosse,
- ipotermia o al contrario febbre (conseguente a cospicue emorragie interne),
- incapacità a mantenere la stazione quadrupedale e comunque difficoltà a muoversi (atassia) sino al manifestarsi in certi casi di vere e proprie convulsioni (dovute ad emorragie intracraniche).
A volte invece le emorragie si rendono da subito ben evidenti e allora avremo:
- melena (feci picee, segno di sangue digerito proveniente dal primo tratto dell'apparato gastroenterico)
- epistassi (colio di sangue dal naso)
- ematemesi (vomito con sangue)
- ematuria (sangue nelle urine)
- sanguinamento gengivale
- copiose perdite di sangue da piccole ferite, che si arrestano con difficoltà
- emorragie interne (emartro, emotorace o emoperitoneo).
Per quanto riguarda la diagnosi diciamo che oltre ai sintomi conseguenti alle emorragie in corso, pur non esistendo analisi specifiche, si ricorre solitamente alla verifica dei tempi di coagulazione che appaiono alterati in corso di avvelenamento da rodenticidi e tal proposito sono particolarmente parlanti l'allungamento dell'APTT (tempo di tromboplastina parziale attivata) e del PT (tempo di protrombina), due parametri che si usano tra l'altro anche per monitorare la risposta alla terapia e soprattutto per capire quando può essere interrotta.
Fortunatamente questo è difatti uno dei pochi avvelenamenti in cui esiste una terapia antidotica valida che consiste proprio nella somministrazione prolungata (da 1 a 3 settimane) di vitamina K1 (fitomenadione), sino al ripristino delle riserve epatiche consumate dal veleno e alla normalizzazione dei tempi di coagulazione.
L'induzione del vomito è consigliato in caso di ingestione recente del veleno (entro 30-60 minuti) o in alternativa (se non sono passate più di 2-4 ore) si può ricorrere alla lavanda gastrica, così come alla somministrazione di carbone attivo in dosi ripetute, in grado di ridurre l'assorbimento del tossico o eventualmente un purgante salino od osmotico per facilitarne l'espulsione con le feci.
I soggetti intossicati poi vanno tenuti in ambienti caldi e in alcuni casi devono essere trattati con sedativi o tranquillanti per ridurre la richiesta tissutale di ossigeno e per evitare il più possibile movimenti in grado di provocare traumatismi destinati a favorire l'insorgenza di gravi emorragie.
Come detto sopra il trattamento prevede la somministrazione per os o per via parenterale della Vit.K1 con un dosaggio che va dai 2,5 ai 5 mg pro Kg; ma dato che l'effetto non è immediato si impone nei casi più gravi, per correggere la carenza dei fattori della coagulazione, una trasfusione di sangue intero (20ml per Kg di peso), che serve anche a correggere l'anemia presente.
In assenza di sangue fresco si può ricorrere anche alla somministrazione di plasma conservato i cui fattori della coagulazione permangono in buone concentrazioni per almeno 2 settimane.
Ricordiamo poi un'altra eventualità che è quella della trasmissione del veleno tramite il latte da parte della madre intossicata ai cuccioli durante l'allattamento: per cui anch'essi dovrebbero ricevere una terapia preventiva prima che manifestino eventuali sintomi.

giovedì 13 novembre 2008

Alimentazione e comportamento

Non solo medici e ricercatori, ma anche filosofi e mistici hanno da sempre indagato su quale valore abbia il cibo oltre il semplice nutrimento.
Il tedesco Ludwig Feuerbach nella sua opera “Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia” del 1862, addirittura teorizzò in modo radicale e provocatorio che siamo quel che mangiamo.
Ma ora anche per quanto riguarda i nostri animali si sta scoprendo la veridicità di tali teorie ed affermazioni.

A tal proposito vorrei citare un recente lavoro condotto dal Dipartimento di Produzione animale dell'Università di Pisa in collaborazione col Dipartimento di Fisiologia, Biologia cellulare ed Immunologia dell'Università autonoma di Barcellona (Spagna), che ha appunto indagato circa l'effetto di differenti fonti dietetiche di proteine e carboidrati sul comportamento del cane.
In esso si afferma che l'influenza di alcuni cibi sull'equilibrio psicofisico degli animali è ben conosciuto, delineando nello specifico un rapporto diretto tra nutrizione e comportamento degli animali indagati.
L'obiettivo di tale studio difatti è stato proprio quello di valutare gli effetti di diete isoenergetiche ed isoazotate sul comportamento e la salute animale.

Le diete isoenergetiche erano basate principalmente su proteine di origine vegetale ed erano altresì ricche di carboidrati (addizionate con farina di soia), mentre le diete isoazotate erano costituite principalmente da proteine di origine animale e avevano una più bassa percentuale di carboidrati.
I soggetti scelti per questo esperimento erano stati attentamente monitorati precedentemente circa la loro storia clinica e sottoposti ad esami di laboratorio per confermare il loro stato di salute ottimale e contemporaneamente l'assenza di eventuali turbe comportamentali.
Il campione era così rappresentato: 20 cani (10 maschi e 10 femmine) dal peso corporeo compreso tra i 10 e i 30 Kg e con un'età tra 1 e 7 anni.
Ad ogni soggetto venne assegnata una delle due diete con criteri random.

I cani furono alimentati quindi, per tutta la durata dell'esperimento, ovvero per 40 giorni, con diete individuali: 30 giorni come periodo di adattamento e 10 giorni come periodo di osservazione.

Durante il periodo di osservazione furono simulate diverse situazioni stressanti (come ad esempio manipolazioni, stimoli luminosi improvvisi, forti rumori, aperture di porte, ecc.).
La reazione comportamentale di ogni cane è stata valutata da un esperto di comportamento e attribuita ad una delle due categorie seguenti: reazioni aggressive e reazioni non aggressive.
Se da un punto di vista statistico non si sono registrate differenze significative tra i due gruppi, tuttavia è stata osservata una tendenza verso l'ipereccitabilità, con un conseguente aumento di risposte aggressive ad alcune simulazioni (per es.: stimoli luminosi improvvisi, apertura improvvisa di una porta, passaggio di un gatto), nei cani nutriti con diete ad alto tenore in proteine animali.
Tali risultati suggerirebbero dunque un possibile beneficio (al limite dell' importanza statistica) di una dieta basata su proteine di origine vegetale con maggiori livelli di carboidrati per la riduzione del comportamento aggressivo o irritabile nei cani.