Il tedesco Ludwig Feuerbach nella sua opera “Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia” del 1862, addirittura teorizzò in modo radicale e provocatorio che siamo quel che mangiamo.
Ma ora anche per quanto riguarda i nostri animali si sta scoprendo la veridicità di tali teorie ed affermazioni.
A tal proposito vorrei citare un recente lavoro condotto dal Dipartimento di Produzione animale dell'Università di Pisa in collaborazione col Dipartimento di Fisiologia, Biologia cellulare ed Immunologia dell'Università autonoma di Barcellona (Spagna), che ha appunto indagato circa l'effetto di differenti fonti dietetiche di proteine e carboidrati sul comportamento del cane.
In esso si afferma che l'influenza di alcuni cibi sull'equilibrio psicofisico degli animali è ben conosciuto, delineando nello specifico un rapporto diretto tra nutrizione e comportamento degli animali indagati.
L'obiettivo di tale studio difatti è stato proprio quello di valutare gli effetti di diete isoenergetiche ed isoazotate sul comportamento e la salute animale.
Le diete isoenergetiche erano basate principalmente su proteine di origine vegetale ed erano altresì ricche di carboidrati (addizionate con farina di soia), mentre le diete isoazotate erano costituite principalmente da proteine di origine animale e avevano una più bassa percentuale di carboidrati.
I soggetti scelti per questo esperimento erano stati attentamente monitorati precedentemente circa la loro storia clinica e sottoposti ad esami di laboratorio per confermare il loro stato di salute ottimale e contemporaneamente l'assenza di eventuali turbe comportamentali.
Il campione era così rappresentato: 20 cani (10 maschi e 10 femmine) dal peso corporeo compreso tra i 10 e i 30 Kg e con un'età tra 1 e 7 anni.
Ad ogni soggetto venne assegnata una delle due diete con criteri random.
I cani furono alimentati quindi, per tutta la durata dell'esperimento, ovvero per 40 giorni, con diete individuali: 30 giorni come periodo di adattamento e 10 giorni come periodo di osservazione.
Durante il periodo di osservazione furono simulate diverse situazioni stressanti (come ad esempio manipolazioni, stimoli luminosi improvvisi, forti rumori, aperture di porte, ecc.).
La reazione comportamentale di ogni cane è stata valutata da un esperto di comportamento e attribuita ad una delle due categorie seguenti: reazioni aggressive e reazioni non aggressive.
Se da un punto di vista statistico non si sono registrate differenze significative tra i due gruppi, tuttavia è stata osservata una tendenza verso l'ipereccitabilità, con un conseguente aumento di risposte aggressive ad alcune simulazioni (per es.: stimoli luminosi improvvisi, apertura improvvisa di una porta, passaggio di un gatto), nei cani nutriti con diete ad alto tenore in proteine animali.
Tali risultati suggerirebbero dunque un possibile beneficio (al limite dell' importanza statistica) di una dieta basata su proteine di origine vegetale con maggiori livelli di carboidrati per la riduzione del comportamento aggressivo o irritabile nei cani.
Ma ora anche per quanto riguarda i nostri animali si sta scoprendo la veridicità di tali teorie ed affermazioni.
A tal proposito vorrei citare un recente lavoro condotto dal Dipartimento di Produzione animale dell'Università di Pisa in collaborazione col Dipartimento di Fisiologia, Biologia cellulare ed Immunologia dell'Università autonoma di Barcellona (Spagna), che ha appunto indagato circa l'effetto di differenti fonti dietetiche di proteine e carboidrati sul comportamento del cane.
In esso si afferma che l'influenza di alcuni cibi sull'equilibrio psicofisico degli animali è ben conosciuto, delineando nello specifico un rapporto diretto tra nutrizione e comportamento degli animali indagati.
L'obiettivo di tale studio difatti è stato proprio quello di valutare gli effetti di diete isoenergetiche ed isoazotate sul comportamento e la salute animale.
Le diete isoenergetiche erano basate principalmente su proteine di origine vegetale ed erano altresì ricche di carboidrati (addizionate con farina di soia), mentre le diete isoazotate erano costituite principalmente da proteine di origine animale e avevano una più bassa percentuale di carboidrati.
I soggetti scelti per questo esperimento erano stati attentamente monitorati precedentemente circa la loro storia clinica e sottoposti ad esami di laboratorio per confermare il loro stato di salute ottimale e contemporaneamente l'assenza di eventuali turbe comportamentali.
Il campione era così rappresentato: 20 cani (10 maschi e 10 femmine) dal peso corporeo compreso tra i 10 e i 30 Kg e con un'età tra 1 e 7 anni.
Ad ogni soggetto venne assegnata una delle due diete con criteri random.
I cani furono alimentati quindi, per tutta la durata dell'esperimento, ovvero per 40 giorni, con diete individuali: 30 giorni come periodo di adattamento e 10 giorni come periodo di osservazione.
Durante il periodo di osservazione furono simulate diverse situazioni stressanti (come ad esempio manipolazioni, stimoli luminosi improvvisi, forti rumori, aperture di porte, ecc.).
La reazione comportamentale di ogni cane è stata valutata da un esperto di comportamento e attribuita ad una delle due categorie seguenti: reazioni aggressive e reazioni non aggressive.
Se da un punto di vista statistico non si sono registrate differenze significative tra i due gruppi, tuttavia è stata osservata una tendenza verso l'ipereccitabilità, con un conseguente aumento di risposte aggressive ad alcune simulazioni (per es.: stimoli luminosi improvvisi, apertura improvvisa di una porta, passaggio di un gatto), nei cani nutriti con diete ad alto tenore in proteine animali.
Tali risultati suggerirebbero dunque un possibile beneficio (al limite dell' importanza statistica) di una dieta basata su proteine di origine vegetale con maggiori livelli di carboidrati per la riduzione del comportamento aggressivo o irritabile nei cani.
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