Oggi volevo riportare un bell'articolo sulle supposte qualità extrasensoriali degli animali, tratto dal libro "Anche gli animali vanno in paradiso" di Apuzzo & D'Ambrosio, edito nel 2001 da ediz. Mediterranee.
Ovviamente non poteva mancare una ricca parte relativa al gatto: animale dall'innegabile fascino che da sempre ha risvegliato antichi timori e superstizioni; ma anche reale interesse e mistiche sensazioni. " Un esperimento incruento dimostra, tra i tanti che sono stati condotti, come gli animali percepiscano in modo nitido gli avvenimenti anche se "privati" dei normali sensi: un boxer fu collegato a un elettrocardiografo in una stanza, mentre la sua proprietaria si trovava in un' altra stanza. Senza avvisare la donna, un estraneo si precipitò dentro insultandola e minacciandola di percosse. Essa raccontò di essersi veramente spaventata, come si può ben pensare. Il suo cane che si trovava nell' altra stanza insonorizzata deve aver percepito che la sua padrona era in pericolo, perché in quel preciso istante il suo battito cardiaco divenne violento.
In un recente viaggio a Denver dovetti far revisionare la mia macchina; il meccanico notò parecchi libri di parapsicologia sul sedile e mi chiese se credevo a 'quel genere di cose', e aggiunse in fretta che lui stesso non vi credeva molto. Il mio tentativo di parlargli di alcune serie ricerche in quel campo fu presto interrotto dall'uomo, che mi raccontò di tutti gli incidenti capitati al suo grosso Labrador che gli leggeva nel pensiero e di un cavallo che sapeva sempre quando nascondersi quando qualche membro della famiglia voleva cavalcarlo.
Vi sono montagne di prove che indicano le capacità extra-sensoriali degli animali: animali domestici che sanno quando il padrone muore o è in pericolo anche se è lontano centinaia di chilometri; capacità di leggere nella mente; predizioni di terremoti, temporali e perfino bombardamenti molto tempo prima che abbiano luogo: capacità di attraversare un continente alla ricerca del padrone perduto; il loro ritorno dall' aldilà per avvisare i padroni di un pericolo; perfino preveggenza, come nello strano caso di Missie, il Boston terrier che sapeva contare e dialogare con gli esseri umani secondo un linguaggio convenzionale. Strani racconti di poteri che pochi di noi, la razza 'superiore' del pianeta, possiedono.
Parecchi anni fa, il nostro vicino tenne per qualche tempo presso di sé un grosso gatto persiano che apparteneva a sua madre, che si era recata in Inghilterra per visitare degli amici. Il gatto e l'anziana signora avevano vissuto insieme in un appartamento per quattro anni e non si erano mai separati per più di un giorno. Quindi fu comprensibile che il gatto fosse sconvolto per parecchi giorni per essere stato lasciato solo, ma presto si abituò al nuovo ambiente e sembrò ragionevolmente sereno. Ma un mese dopo che la sua padrona se ne era andata, il gatto sedette in un angolo della stanza miagolando pietosamente, rifiutando di mangiare e ignorando tutte le attenzioni. Il pomeriggio del secondo giorno il gatto cominciò a emettere dei miagolii strazianti. Dopo un'ora il mio vicino ricevette una telefonata che lo avvisava che sua madre era morta per un attacco cardiaco mentre la portavano all'ospedale.
Forse gli animali fanno uno sforzo maggiore per comunicare con noi di quanto noi ne siamo consapevoli e la maggior parte dei loro messaggi non ricevono mai la nostra attenzione. La nota psicologa degli animali Beatrice Lydecker la pensa così. Ha dimostrato alla televisione nazionale, con piena soddisfazione di molti studiosi di animali, la sua capacità di comunicare con gli animali. Riassume i risultati delle sue ricerche in What the Animals Tell Me, affermando che gli animali non comunicano verbalmente, bensì per mezzo dell'ESP. La Lydecker cita i risultati di test che dimostrano come una persona può comunicare coll'animale preferito attraverso un linguaggio non verbale e visualizzando ciò che vuole.
Ai padroni di cani e gatti si dà il seguente consiglio: "Per abituare il vostro beniamino a capire la parola 'seduto' per esempio, ditegli di sedere mentre lo visualizzate in quella posizione. Presto l'animale risponderà al comando mentre riceve l'immagine da voi. Mentre viene dato questo tipo di istruzione, avviene un tipo di comunicazione ESP. Si conversa nel linguaggio degli animali. Quando diventerete abili, diventerà naturale chiacchierare col vostro gatto (attraverso le immagini ESP)".
Mentre molti avranno difficoltà a credere a ciò, gli zoologi Maurice e Robert Burton osservano nella loro nuova enciclopedia sul comportamento degli animali Inside the Animal World che "sarebbe molto difficile convincere il proprietario di un cane che il suo animale non comunica telepaticamente". La loro enciclopedia riporta degli esempi straordinari di telepatia animale. Infine lo psicologo J.B. Rhine, noto per le sue ricerche in questo campo, riferisce che esperimenti ben controllati sull' ESP degli animali confermano l'evidenza di ciò suggerendo che la capacità degli animali, a trasmettere e a ricevere messaggi telepatici, è una proprietà acquisita dell'organismo animale che precede la coscienza sensoriale.
La telepatia potrebbe spiegare l'improvviso cambio di direzione di uno stormo d'uccelli che volano assieme, e potrebbe anche aiutarci a capire come mai cani e gatti sono in grado di ritrovare i loro padroni anche a grandi distanze, in luoghi dove non sono mai stati.
Parecchi anni fa alcuni ricercatori dell' Istituto di Parapsicologia del North Carolina verificarono la storia di un gatto che era andato da New York fino in California per ritrovare il suo padrone. Sembra che il padrone, un veterinario, affidasse il gatto a degli amici quando era in viaggio. Cinque mesi più tardi, un gatto entrò dalla porta principale della sua casa. Egli rimase stupito di fronte alla somiglianza del gatto che aveva innanzi col suo gatto di prima e fu ancora più sorpreso quando l'animale entrò in casa e andò a mettersi direttamente su quella che era stata la sua sedia favorita. Un esame del gatto cancellò ogni dubbio perché anch' esso aveva una vertebra più larga delle altre.
La sopravvivenza degli animali dopo la morte è stata confermata da coloro che si sono trovati in stati particolari dove hanno potuto verificarlo.
Racconti di esperienze fatte fuori dal corpo sono stati divulgati largamente dai media.
Spesso i racconti sono stati fatti da persone che hanno subìto una morte clinica, hanno lasciato il corpo e a quanto si dice hanno sperimentato altri piani di esistenza e poi sono ritornati nei loro corpi ed hanno riferito ciò che è loro accaduto durante quel periodo. Esperienze fuori dal corpo tuttavia non sono limitate all'improvviso arresto delle funzioni vitali. Quando all' università parlo di stati alterati di coscienza talvolta chiedo che alzino la mano coloro che in qualche modo hanno avuto l'esperienza di essere separati dal loro corpo fisico e sono rimasto stupito nel vedere che circa un terzo degli studenti rispondeva affermativamente. Vi sono anche stati coloro che hanno sviluppato quest'abilità o talento al punto che possono volontariamente separare la coscienza dal corpo. Mantenendo piena consapevolezza, possono viaggiare mentalmente in altri luoghi dentro il nostro piano di realtà e più tardi confermare l'accuratezza delle loro osservazioni.
Spesso affermano di aver raggiunto vari livelli di esistenza e uno di questi, probabilmente, è il livello astrale dove può darsi che vivano coloro che sono morti.
Uno di questi visitatori di molteplici piani di esistenza è un mio carissimo amico.
Gli ho chiesto che ne pensa della sopravvivenza degli animali dopo la morte fisica. Mi ha detto molte volte di aver contattato sul piano astrale persone che aveva conosciuto da vive sulla terra. Quando gli chiesi se avesse anche incontrato degli animali che aveva conosciuto, mi rispose senza esitazione: "Oh, sì. Spesso vedo animali, talvolta in compagnia di altri animali, come alcuni cani che giocano o corrono insieme, oppure in compagnia di persone. Non è insolito che io veda qualcuno giocare con un cane o accarezzare un gatto". "Ma siamo sicuri che gli animali che vedi lì hanno vissuto su questa terra?", chiesi. "Be', naturalmente molti animali non li ho mai visti prima", mi rispose, "ma non dimenticherò mai la volta che ho visto chiaramente Flip, il mio vecchio airdale che era morto qualche mese prima. Era veramente eccitatissimo nel vedermi, scodinzolava e si gettava su di me. Io l'ho accarezzato e gli ho parlato a lungo e non ho mai dubitato che fosse realmente lui".
Presso gli Egizi, l'uccisione del gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale, sia che avvenisse inavvertitamente o che fosse provocata di proposito. Chi uccideva un gatto era sempre criminale, e tale crimine si espiava solo col supplizio. Ma quando un gatto moriva naturalmente, dice Erodoto, le persone della casa piangevano il lutto come se fosse scomparso un membro della famiglia. Il gatto veniva imbalsamato e degnamente seppellito. Gli Egizi lo chiamavano Myou, con un'evidente onomatopea, e lo onoravano in parecchie regioni, ma principalmente a Bubastis, città del Basso Egitto dove si adorava Bastet, la dea dalla testa di gatto. Il gatto, come la dea Bastet, era il nemico dei serpenti, e in un papiro funerario è raffigurato nell'atto di mozzare la testa di un rettile. Il culto di Bastet era diffuso a Tebe e a Menfi, e nei dintorni di queste due città sono stati trovati dei cimiteri di gatti contenenti circa duecentomila mummie. Pare infine che, mentre il gatto era sacro al Sole e a Osiride, la gatta era sacra alla Luna e a Iside.
Il gatto, la cui pupilla subisce delle variazioni che ricordavano le fasi della luna, veniva paragonato alla sfinge per la sua natura segreta e misteriosa e per la sensibilità alle manifestazioni magnetiche ed elettriche.
Inoltre la sua abituale posizione raggomitolata e la facoltà di dormire per giornate intere ne facevano, agli occhi degli ierofanti, l'immagine della meditazione, mostrata come esempio ai candidati all'iniziazione rituale.
Nel Libro dei Morti egizio, il gatto è chiamato Matou allorché combatte contro Apophis, il serpente pitone della paludi, simbolo delle forze malvagie.
Si affermava infine che il gatto possedesse nove anime, e godesse di nove vite successive.
La prima donna, quando ancora Eva non era nata, la pura, la ribelle, Lilith, l' incontrollabile, l'imprevedibile, la vergine selvaggia, sovrana delle ombre, scelse per compagno lo spirito stesso della notte e del mistero: il gatto.
I Greci, al contrario, ignorarono i gatti. Per cacciare i topi dalle loro case, si servivano delle donnole e dei colubri. I cristiani, dal canto loro, videro il gatto di mal occhio, e lo accusarono di portare con sé tutti i malefici.
Già a opinione degli gnostici, nel XVI secolo, il gatto era legato a tutti gli aspetti diabolici della femminilità. Il gatto sta al cane, dicevano, come la donna sta all'uomo. La sua natura, la sua voluttà, la sua dolcezza, la sua astuzia sono simili a quelle della donna. Per di più, il gatto fu molto presto collegato al folklore della stregoneria; le streghe amavano trasformarsi in gatte. E sicuro che, dice Duchaussoy nel suo Bestia ire Divine: "Quando i rituali e i culti lunari furono ufficialmente abbandonati e relegati al rango di stregoneria, il gatto nero, immagine della notte buia in cui brillava la divina Febe, divenne il compagno classico delle streghe". Esaminando il racconto intitolato Il gatto nero di Edgar A. Poe, si può scorgere un ruolo erotico-simbolico del gatto."
Al di là del modo forse troppo romanzato e senz'altro poco scientifico con cui sono stati trattati tali argomenti, effettivamente ci sono molti interrogativi ancora senza risposta relativi ai nostri amici animali che avrebbero sicuramente molto da insegnarci soprattutto per quanto riguarda il perdurare dei loro intimi rapporti con la natura e i suoi ritmi...
A questo proposito mi piace riportare qui di seguito una preziosa citazione di Thomas Carlyle (dal libro “Gli Eroi”):
“La scienza ha fatto molto per noi, ma è una povera scienza quella che vorrebbe nasconderci la grande, profonda, sacra infinitudine della nescienza, nella quale noi non possiamo mai penetrare, e sulla quale ogni scienza ondeggia come una semplice pellicola superficiale.
Questo mondo, dopo tutta la nostra scienza e tutte le nostre scienze, è ancora un miracolo: meraviglioso, inscrutabile, magico e più ancora, per chiunque vi pensi.
Questo gran mistero del Tempo, se non ve ne fossero altri, questa cosa illimitata, silenziosa, senza mai sosta, chiamata tempo, che rotola, si precipita, rapido, silenzioso come una marea d'oceano, che abbraccia tutto, sulla quale noi e tutto l'universo galleggiamo come esalazioni, come apparizioni che sono e poi non sono più: questo è pur sempre alla lettera un miracolo, una cosa che ci colpisce di mutismo, poiché non abbiamo una parola da dire su questo argomento".
giovedì 24 aprile 2008
Gli animali e il mondo del paranormale
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2 commenti:
Ciao....
davvero molto interessante il tuo articolo.....non ho avuto il tempo di leggerlo interamente perchè sono di strafretta ma volevo lasciarti subito questo commento... poi con calma lo leggerò a fondo, ma per ora volevo chiederti...hai mai letto qualcosa di Rupert Sheldrake? ha scritto un libro molto interessante sui poteri extrasensoriali degli animali, con un approccio molto scientifico (e con la medesima impostazione rigorosa e piena di documentazioni ha scritto anche La mente estesa, un testo sui poteri telepatici negli esseri umani).... è lo scienziato che ha proposto la teoria dei campi morfici (ha scritto un libro anche su questo)... te lo consiglio caldamente....... bello anche il tuo articolo sul tipo venusiano.... ero venuta sul tuo piacevole blog proprio per leggere quello visto che ne avevi parlato nella zodlist.... ma anche questo tuo articolo sull esp degli animali mi ha colpito molto visto che è un argomento di cui mi interesso particolarmente...
Un abbraccio.
Lilith
Carissima Sara,
mi fa molto piacere che hai trovato il mio blog piacevole ed interessante. Purtroppo non conosco Sheldrake, ma ti ringrazio davvero di averlo citato, perché colmerò immediatamente questa mia lacuna, dato che l'argomento interessa pure me! Mi auguro che continuerai a frequentare spesso il mio blog, lasciando i tuoi preziosi contributi e suggerendomi altri temi da trattare.
Un saluto e a presto!
Antonio
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