giovedì 7 agosto 2008

NUOVA ORDINANZA ANTIRANDAGISMO

E' di ieri un comunicato ANSA in merito ad una nuova ordinanza urgente che testimonierebbe l'impegno dei nostri governanti di mettere finalmente un po' d'ordine nel caos legislativo riguardante la situazione nazionale dell'anagrafe canina e i relativi obblighi di legge per i proprietari, gli allevatori, i commercianti di cani ed i responsabili dei canili-rifugio.
Tutto ciò per cercare di ridurre le conseguenze di una vera e propria piaga nazionale che ha assunto dimensioni preoccupanti dal nome "randagismo".
Ma un'altra importante novità è data dal fatto che nell'ordinanza si riconosce finalmente la necessità che l'adozione del cucciolo non avvenga prima che esso abbia compiuto 2 mesi di età, argomento caro a noi comportamentalisti che sappiamo quanto conti il ruolo educatore della madre per la profilassi di molte patologie comportamentali, tanto che in Francia quest'obbligo è in vigore già dal 1999.
Riporto qui di seguito la notizia integrale:

ROMA - Nella lotta contro gli abbandoni dei cani, pratica barbara molto comune in estate, la tecnologia fa la sua parte. Per questo oggi, con un'ordinanza urgente, il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ha sollecitato Regioni e comuni a mettersi in regola con l'obbligo di microchip e anagrafe per tutti i cani, anche i trovatelli ospitati nei rifugi. L'obiettivo è assicurare così un'applicazione uniforme dello stesso provvedimento a livello nazionale.
Solo nelle case degli italiani, i cani sono almeno sette milioni.
Si stima siano invece 600mila i randagi in Italia, di cui solo un terzo ospitati nei canili-rifugio. "Questa ordinanza ribadisce la necessità del microchip e della registrazione dell'anagrafe e il fatto che questo avvenga in modo contestuale" spiega Raimondo Colangeli, dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), che ha partecipato al tavolo di confronto del ministero su questa materia. "Bene, poi, che a fare l'inoculazione del microchip sia personale medico e che si migliori la trasmissione dei dati fra anagrafe regionale e nazionale" afferma Colangeli, che sottolinea anche l'importanza del divieto di vendita dei cuccioli sotto i 60 giorni, perché "é un errore dal punto di vista comportamentale" sottrarli troppo presto alla mamma".
Ecco i punti salienti dell'ordinanza:

- APPLICAZIONE MICROCHIP: essendo un atto medico, deve essere effettuata dai veterinari pubblici competenti per territorio o da veterinari libero professionisti abilitati ad accedere all'anagrafe canina regionale. Contestualmente all'applicazione del microchip i veterinari devono effettuare la registrazione nell'anagrafe canina dei soggetti identificati. Il certificato di iscrizione accompagnerà il cane in tutti i trasferimenti di proprietà.

- DIVIETI VENDITA: cuccioli di età inferiore ai due mesi o cani non identificati o registrati. A due mesi scatta infatti l'obbligo di inserire il microchip elettronico, che per i cani di età superiore diventa obbligatorio entro 30 giorni dall'entrata in vigore dell'ordinanza.

- COMUNI: questi devono identificare e registrare in anagrafe i cani rinvenuti o catturati sul territorio e quelli ospitati nei rifugi e nelle strutture convenzionate e i sindaci sono responsabili dell'osservanza di tali procedure. Al fine di effettuare controlli di prevenzione del randagismo dovranno dotare la propria Polizia locale di almeno un dispositivo di lettura di microchip ISO compatibile.
- PRODUZIONE MICROCHIP: questi possono essere prodotti e commercializzati unicamente da soggetti registrati presso il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, dove viene assegnata una serie numerica di codici identificativi elettronici. I produttori e i distributori devono garantire la rintracciabilità dei lotti dei microchip venduti.

- SCADENZE: entro 90 giorni dall'entrata in vigore dell'ordinanza, il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali definirà, con un provvedimento da sancire in sede di Conferenza Stato-Regioni, le modalità per assicurare l'interoperatività tra la banca dati canina nazionale e le anagrafi canine regionali. Lo stesso provvedimento individuerà un unico documento di identificazione e registrazione dei cani, che dovrà essere adottato in sostituzione della certificazione attuale.

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