martedì 27 maggio 2008

Parassitologia: l'otoacariasi o rogna otodettica

Quando il vostro cane o gatto si gratta l'orecchio, scuote la testa, tiene il capo reclinato da una lato, va fatto esaminare con urgenza: di solito la causa è proprio un problema alle orecchie, che determina un'infiammazione di questi organi, il cui termine medico è otite.

Nel campo delle otiti ve ne sono di differenti origini: da corpo estraneo, batteriche, micotiche e alcune di origine parassitaria, ovvero causate dalla presenza di piccoli acari che vivono nel condotto uditivo, nutrendosi di cerume e detriti cellulari; quindi di per sé banali e benigne se trattate precocemente; ma che, se non curate adeguatamente, possono dar luogo ad un'ulteriore evoluzione della patologia originaria, anche nota come rogna otodettica (a causa del forte prurito), in otiti complicate, molto più serie e più gravi per l'organo stesso, in quanto possono arrivare sino alla compromissione della funzione uditiva.


Esistono diversi tipi di acari che possono invadere il condotto uditivo di cani, cuccioli, gatti e gattini.
Comunque nei cuccioli e nei gattini il più comune acaro dell'orecchio è senz'altro
l'Otodectes cynotis.
Si tratta di acari psoroptici, dalle tipiche zampe lunghe, di colore bianco (riconoscibili facilmente se esaminati con l'ausilio di una lente di ingrandimento, come quella dell'otoscopio) liberi di muoversi e dotati, da adulti, di 4 paia di arti.

Il loro ciclo vitale (uovo-larva esapode-protoninfa-deutoninfa-adulto) dura circa tre settimane, e la durata complessiva della loro vita da adulti è approssimativamente di due mesi.
La trasmissione avviene solitamente per contatto diretto o più raramente indiretto, attraverso l'ambiente (cucce, coperte, tappeti, ecc.), dove però possono sopravvivere al massimo per alcune settimane.

La caratteristica principale è la mancanza di specie-specificità, ovvero gli stessi acari possono infestare indifferentemente sia i gatti che i cani.
A questo proposito
si ritiene che il 50% o più della totalità delle otiti del gatto ed il 10% di quelle del cane siano causati da acari auricolari.
Le infestazioni nei felini (che appaiono essere di gran lunga i più predisposti) variano differentemente da Paese a Paese con valori di appena 3,5% in Australia e fino al 75% negli Stati Uniti.


Ad ogni modo nella diagnosi e nel trattamento degli acari dell'orecchio non è particolarmente importante identificare esattamente e scientificamente il tipo di acaro presente.
Abitualmente, infatti, questi parassiti vengono semplicemente chiamati acari dell'orecchio.

Inoltre, contrariamente a quanto comunemente si crede, tali acari possono vivere,
oltre che nell'orecchio, ovunque sul corpo degli animali, e in particolare su collo, groppa e coda.
Gli acari dell'orecchio sono estremamente contagiosi e particolarmente diffusi nei giovani.
Si possono trasferire dal corpo della madre a quello dei figli.

Addirittura sembra che le stesse pulci possano veicolarli, trasportando, adesi su di sé, sia gli acari che le loro uova! Inoltre, proprio per la mancanza di specie-specificità che li contraddistingue, possono essere facilmente trasmessi dai cani e gatti infestati agli altri animali domestici, quali conigli, criceti, topi, furetti, ecc.
Il periodo d'incubazione (ovvero il tempo che intercorre dal contagio alla manifestazione dei sintomi) varia da una a due settimane.

L’uomo, invece, non viene infestato e pertanto questa non può considerarsi una zoonosi.

I cuccioli e i gattini con gli acari auricolari si grattano la zona intorno alle orecchie e/o scuotono la testa in continuazione, dal momento che questi parassiti causano un’intensa irritazione, oltre che per la loro azione meccanica diretta, sembra anche per lo scatenamento di una vera e propria reazione allergica (a questo proposito si è riscontrata una reazione allergica crociata con gli acari della polvere di cui sono lontani parenti).

L’entità di queste manifestazioni sembra comunque essere indipendente dalla carica infestante; in quanto è dovuta principalmente alla reazione dell'organismo ospite e alla sua diversa sensibilità: può infatti decorrere indifferentemente in forma silente (dal punto di vista del prurito) oppure si può avere un lieve fastidio o al contrario un prurito intenso con lesioni da grattamento anche serie sino alle forme più gravi che possono esitare in vere e proprie crisi epilettiche.

Nello stadio avanzato della malattia, si può riscontrare un sanguinamento dei condotti uditivi, al cui interno si osserva la presenza di sangue (fresco o coagulato) e a volte anche esternamente sono visibili spesse croste bruno rossastre attorno e all'interno dei padiglioni auricolari.
Il sangue secco è molto simile ai fondi di caffè; pertanto se scrutate nelle orecchie del vostro animale e notate l'accumulo di un materiale simile, probabilmente sono presenti degli acari, benché sia anche possibile una concomitante infezione batterica e/o da lieviti.


L’infestazione da acari dunque è una malattia comune che non va tuttavia sottovalutata.
Se non vengono trattati infatti, questi parassiti danneggiano
gravemente (direttamente o indirettamente) il condotto uditivo ed il timpano, causando perdite di udito permanenti oppure, a causa dello scuotimento continuo e violento delle orecchie, si può arrivare alla rottura dei capillari del padiglione auricolare con conseguente otoematoma, che richiede, nella maggior parte dei casi, una terapia chirurgica per la sua risoluzione.

Nei casi in cui l’infestazione si spinge anche al di fuori dall'orecchio, l’animale a volte si gratta le zone colpite, altre volte no.
In commercio si trovano molte preparazioni per uccidere gli acari.

Questi prodotti contengono un insetticida, di solito piretrine, carbammati, organofosforici o altre sostanze di sintesi più recenti, con analoga funzione.

I prodotti per le orecchie che non contengono insetticidi non elimineranno gli acari e per questo è inutile usare prodotti umani che ovviamente non contengono tali sostanze.

A seconda del farmaco usato poi, può essere necessario trattare le orecchie per 1 - 3 settimane e comunque sino alla completa scomparsa degli acari.

Come già ricordato, molti acari delle orecchie vivono sull’intera superficie del corpo dell’animale, comprese le zampe e la coda, per cui a volte si rende necessario trattare anche queste zone.
In questo caso saranno efficaci prodotti studiati per le pulci e le zecche come spray, spot-on, e shampoo che contengono una delle sostanze sopracitate.


Verificate accuratamente di utilizzare prodotti approvati specificamente per i gatti quando trattate tali animali (perché spesso quelli usati per i cani sono tossici per il gatto) e soprattutto abbiate cura di trattare anche la coda.
Oltre alle orecchie è proprio questa, infatti, che arrotolandosi attorno al corpo del gatto durante il sonno, risulta essere una delle parti più a stretto contatto con le orecchie.

Essendo gli acari facilmente trasmissibili tra tutti gli animali domestici, è opportuno trattare contemporaneamente tutti quelli che vivono nella stessa casa.


Molti tipi di acari non sopravvivono a lungo fuori dagli animali, e quindi, di solito, non occorre trattare anche la casa ed il cortile.
Ad ogni modo ovviamente seguite sempre le indicazioni e i consigli che solo il vostro veterinario è in grado di darvi, una volta esaminato il vostro animale e fatta la corretta diagnosi, prescrivendovi i prodotti più indicati e dandovi direttive precise su come comportarvi caso per caso.

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