martedì 30 settembre 2008

Buone notizie:Trenitalia sospende il regolamento anti-cani

A quanto pare le numerose voci di protesta che si sono levate all'annuncio dell'emanazione del nuovo regolamento anti-cani sui treni nazionali emanato da Trenitalia e che doveva entrare in vigore a partire da domani, hanno sortito il loro effetto!
E' di oggi infatti una notizia ANSA in cui si rende noto che tale regolamento è stato sospeso e soprattutto che è stato creato un tavolo tecnico presso il ministero del Welfare a cui partecipa anche Trenitalia attraverso la persona di Vincenzo Soprano (rappresentante delegato di Trenitalia) con l'obiettivo di approfondire e discutere la questione relativa al trasporto dei cani a bordo dei treni e soprattutto delle problematiche di natura igienico sanitaria che hanno riguardato ultimamente l'azienda.
Il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, in un incontro presso il ministero della Salute afferma: ''Il nostro supporto a Trenitalia riguarderà non soltanto l'aspetto dell'accessibilità degli animali in sicurezza per tutti i viaggiatori, ma anche alcuni aspetti problematici di natura igienico sanitaria che hanno riguardato l'azienda in materia di parassiti''.
''A tale proposito vorrei sottolineare - dichiara Martini - che i parassiti trovati sui vagoni sono in assoluta preminenza cimici, ovvero parassiti che popolano l'essere umano e non il cane''.
Il tavolo - studierà gli approcci migliori per la tutela dei viaggiatori anche confrontandosi con le migliori esperienze europee''.
Resta il problema dei parassiti, anche se la Martini ribadisce che "in gran parte si tratta di cimici, che non popolano il cane ma l'uomo".
Viaggeranno senza problemi anche i cani più grandi sui vagoni di Trenitalia.
E' stato infatti ritirato l'ordine di servizio che vietava da domani agli animali di più di 6 kg di peso di salire sui treni italiani, e li obbligava a stare all'interno di trasportini.
"Esprimo enorme soddisfazione per la decisione di Trenitalia - sottolinea il sottosegretario - che ci vede insieme nel perseguire l'obiettivo di tutela del diritto di tanti viaggiatori che potranno viaggiare con i propri animali, ma anche l'obiettivo comune di tutelare tutti i viaggiatori, garantendo loro sicurezza, igiene, qualità e salubrità dei vagoni.
E' stata una decisione di buon senso e di grande intelligenza, che ci fa comprendere come il dialogo renda possibile trovare soluzioni". I cani dovranno comunque viaggiare, come prevede la legislazione attuale, con guinzaglio e museruola e sotto la responsabilità dei proprietari.
Che dire di più se non esprimere piena soddisfazione per il ravvedimento di Trenitalia, che anche se tardi, si è accorta di aver fatto una gaffe colossale e di aver intrapreso una strada davvero anacronistica, irrazionale e controproducente sotto tutti i punti di vista.
Ora spetterà ai proprietari dei cani, attraverso un comportamento educato e rispettoso, portare col loro esempio una testimonianza concreta della bontà di tale scelta.

sabato 27 settembre 2008

La guerra felina tra i sessi

Una conseguenza particolarmente pesante e spiacevole del retaggio evolutivo del gatto, animale di natura tenacemente solitaria, emerge proprio nei rapporti tra i due sessi.
La struttura territoriale e sociale tipica del mondo felino sembra fatta apposta, quasi ottimizzata alla perfezione, per incoraggiare scontri violenti tra maschi.
In natura infatti femmine e maschi non fanno mai coppia fissa: il territorio di ciascun maschio si sovrappone alle aree di più femmine e quindi potenzialmente, di altri maschi; le femmine hanno un periodo fertile ben preciso, con una fase di massima attività sessuale che cade tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera e una seconda fase, meno intensa, al sopraggiungere dell'estate.
Tutti questi fattori hanno un esito inevitabile: i maschi dovranno affrontare durissime competizioni per guadagnarsi i favori delle gatte...
Le specie, come quella felina, le cui femmine occupano territori rigidamente fissati, mentre ogni maschio può sconfinare nelle aree di più femmine, sono quasi sempre caratterizzate da un marcato dimorfismo sessuale: i maschi sono più grossi, dotati di un armamento specifico da combattimento, per esempio un singolo corno aguzzo o palchi di corna ramificate, ecc.
Anche i gatti maschi, quindi sono più grossi e molto più aggressivi delle femmine, le loro mascelle sono più larghe e hanno uno strato di pelle estremamente spesso e coriacea protezione della nuca, tutti sviluppi adattivi funzionali alle esigenze del combattimento.
L'impulso alla lotta tra maschi è quasi esclusivamente innescato dal testosterone, ormone prodotto dalle gonadi maschili. Ecco perché la totalità dei dei gatti castrati in giovane età non sente affatto il bisogno di gareggiare con eventuali rivali dello stesso sesso, e il 90% di quelli che viene castrato in età adulta, smette comunque di battersi subito dopo l'intervento.
Dover avere la meglio nelle lotte per il successo riproduttivo, si addice davvero poco all'ambiente odierno; ma a dispetto di tutto le cose vanno ancora così!
Nei gatti selvatici, è la stessa popolazione disseminata su un territorio abbastanza vasto, a garantire che ogni maschio deciso a rivendicare il suo diritto esclusivo su aree di più femmine, affronti di solito un solo contendente per volta.
In tal caso far fronte alle ingerenze tramite l'aggressione è dunque una strategia che funziona e garantisce effettivamente al maschio più battagliero la possibilità di trasmettere i propri geni alla generazione successiva.
Nel caso invece della maggior parte dei nostri beniamini domestici, che vanno a zonzo liberamente e, come loro, tutti quei gatti rinselvatichiti che sono senza un padrone, essi vivono in ambienti la cui densità davvero elevata di consimili non garantisce più tale privilegio.
Infatti, come ha descritto Eugenia Natoli, che ha studiato una numerosa colonia felina del centro di Roma, in tali condizioni sono spesso i maschi meno dominatori ed aggressivi ad avere la meglio in fatto di possibilità di riproduzione.
Così avviene che mentre due dei soliti maschi duri e prepotenti sono impegnati nel loro duello, uno di quelli più miti, approfittando della distrazione degli altri due contendenti, si intrufola di soppiatto e si accoppia con la gatta, oggetto della contesa!
In questo caso dunque l'aggressività dei gatti domestici potrebbe essere, usando le parole della Natoli, " un residuo subottimale del comportamento originario" dei gatti selvatici, arrivando addirittura ad essere controproducente rispetto al fine originario.
Ciò testimonia come i gatti domestici restino, in questo come in altri casi, comunque segnati dal loro retaggio evolutivo, a dispetto delle condizioni sociali e ambientali, così radicalmente mutate rispetto a quelle originarie.
I mammiferi la cui struttura sociale è tipicamente solitaria come quella del gatto selvatico, in genere hanno un sistema di regolamentazione degli accoppiamenti in cui anche il rapporto tra i sessi è altamente competitivo, se non decisamente agonistico.
Infatti poiché le femmine che vivono appartate non possono contare sull'immediata disponibilità di un maschio fertile nel momento in cui entrano in calore, hanno un'ovulazione provocata: ovvero non ovulano spontaneamente, in base al loro ciclo estrale; ma i loro ovuli si attivano e sono pronti per essere fecondati solo dopo la stimolazione indotta dall'accoppiamento, garantendo in questo modo la sicurezza della fecondazione ad ogni accoppiamento.
A causa di ciò il pene del gatto è ricoperto da piccole appendici simili a spine che solo dopo la penetrazione (una volta avvenuta l'eiaculazione) provocano una stimolazione vaginale talmente intensa e dolorosa, da indurre appunto l'ovulazione alla fine del rapporto sessuale, nel momento in cui l'organo maschile viene estratto.
E' proprio questa la causa della reazione della femmina al termine dell'accoppiamento, che immancabilmente si volta di scatto, sferrando una violenta zampata sul muso del maschio, nel momento in cui esso si allontana.
Può accadere che alcuni maschi adottino una strategia riproduttiva improntata ad una competitività ancora più cruda e brutale, arrivando persino ad uccidere i piccoli che una gatta ha generato con un altro maschio, affinché quest'ultima torni prima del dovuto in calore, una volta interrotto l'allattamento.
Tuttavia questo è un comportamento davvero raro nel gatto domestico, dove i vantaggi conseguenti a tale comportamento si rivelerebbero abbastanza scarsi, mentre è quasi la norma in felini come i leoni, le cui femmine possono andare in calore tutto l'anno (mentre le gatte hanno periodi fertili rigidamente stagionali) e dove soprattutto l'allattamento dura ben nove mesi (contro i due delle gatte).
Da parte loro anche le gatte hanno affinato nella loro storia evolutiva, un certo numero di strategie riproduttive, incentrate su un forte antagonismo nei confronti dell'altro sesso.
Parecchi comportamenti delle femmine in calore sembrano appositamente studiati con lo scopo preciso di fomentare la competizione tra maschi.
Le gatte in calore infatti emettono caratteristici richiami sonori e intensificano la pratica di disseminare segnali odorosi attraverso cui comunicare la loro disponibilità.
Nei primissimi giorni dell'estro e mentre sono tutte indaffarate a farsi pubblicità le gatte attraversano una fase di refrattarietà sessuale, per cui non accettano assolutamente le attenzioni di chicchessia e men che mai dei primo venuto.
Quando poi si vede finalmente circondata da un bel po' di corteggiatori, la femmina, inizia improvvisamente a saettare qua e là, costringendo i pretendenti ad accapigliarsi per aggiudicarsi una posizione privilegiata presso di lei.
Tutto ciò servirebbe, almeno nell'organizzazione atavica del gatto selvatico, a garantire che il vincitore della contesa e dunque il candidato ad assicurare la trasmissione del suo DNA alle future generazioni, sia l'esemplare più sano e prestante dei dintorni.
La competizione però non si esaurisce qui, poiché le gatte sono molto promiscue ed abitualmente sono solite accoppiarsi con più maschi, se ne hanno l'occasione. E' così che si creano i presupposti per una "gara dello spermatozoo" all'interno delle vie genitali della femmina, dove sarà quello più veloce e più sano a conquistare il traguardo dell'ovulo, fecondandolo.
Probabilmente l'accoppiamento con più maschi non è altro che una strategia per assicurare la differenziazione genetica della prole, dal momento che sembra che la fisiologia del gatto consenta di generare contemporaneamente figli concepiti con lo sperma di maschi differenti.
Infine gli accoppiamenti molteplici costituiscono un'efficace contromisura delle gatte per eludere la strategia maschile dell'infanticidio, dal momento che il fatto che il maschio non possa stabilire con certezza quali siano i suoi figli, fra tutti i piccoli nati, vanifica la questione della paternità.
Chissà se tale comportamento felino non abbia ispirato Eduardo De Filippo nella stesura della sua Filumena Marturano...

giovedì 25 settembre 2008

Sintomi di invecchiamento nel cane

Con l'evoluzione culturale ed il miglioramento delle condizioni di vita dei proprietari anche il miglior amico dell'uomo ha potuto usufruire di tale benessere che si è tradotto, grazie ai progressi della medicina veterinaria, a un'alimentazione corretta e al miglioramento delle condizioni igieniche, in un prolungamento delle aspettative di vita e soprattutto della sua qualità, per cui oggigiorno una nuova branca del sapere arricchisce le nostre conoscenze sui nostri amici a quattrozampe: la geriatria veterinaria.
Ma quali sono i sintomi che ci parlano di invecchiamento nei nostri cani e come si riconoscono?
I problemi comunemente riportati dai proprietari, perché sono quelli che maggiormente colpiscono l'attenzione, interessano per lo più cambiamenti nella vita di relazione del loro beniamino e comprendono:

-calo dell’attenzione e diminuzione dell’attività fisica (il cane passa molto più tempo dormendo e diventa inevitabilmente più sedentario),
-incapacità a salire e scendere le scale,
-tendenza a smarrirsi e perdita di orientamento,
-disturbi del ciclo sonno/veglia.
I cani colpiti spesso mostrano disorientamento, ad esempio perdendosi nelle vicinanze della loro abitazione o perdendo la capacità di usare una via di accesso che hanno usato per anni, nonostante una capacità sensoriale intatta.
Analogamente, alcuni soggetti perdono la capacità di salire e scendere normalmente le scale , anche in assenza di disturbi muscolo-scheletrici o visivi.
I disturbi del ciclo sonno/veglia sono i più problematici per i proprietari, quando ad esempio il cane sveglia ripetutamente il padrone durante la notte, specialmente con vocalizzazioni persistenti.
Altri cani diventano agitati o mostrano intensa tendenza al moto, che può peggiorare di notte.
Altri ancora sviluppano un ciclo alterato, per cui dormono durante il giorno mentre sono attivi ed irrequieti durante la notte.
Alcuni cani sviluppano incontinenza urinaria e/o fecale in assenza di disturbi urogenitali o sistemici, e questo si manifesta al proprietario con la perdita delle modalità di eliminazione insegnate.
Molti proprietari riferiscono che il loro cane è molto meno interattivo con loro, e risponde con molto minor entusiasmo ai saluti; alcuni soggetti apparentemente non riconoscono più il loro nome o le persone familiari.
In base agli studi più recenti sull'invecchiamento cerebrale del cane, si possono sintetizzare quattro linee di evidenze:
a)-Il cane anziano sviluppa molti aspetti neuropatologici simili a quelli osservati nell’invecchiamento cerebrale umano, come le placche senili, modificazioni cerebrovascolari ed alterazioni neuronali.
b)-La Medicina Veterinaria ha identificato una sindrome clinica caratterizzata da disturbi cognitivi correlati all’invecchiamento, come perdita dell’orientamento, dell’attenzione e disturbi del sonno.
c)-I test neuropsicologici sulle funzioni cognitive rivelano disfunzioni relative a diversi tipi di attività cognitive nel cane anziano.
d)-Infine, il livello di accumulo di proteina ß-amiloide è correlato al grado di disfunzione cognitiva in test basati sulle capacità di conoscenza nel cane anziano.
Inoltre, come nell'uomo, con l'invecchiamento il cane è soggetto a una riduzione delle funzioni metaboliche e conseguente diminuzione del fabbisogno energetico, disidratazione dei tessuti, diminuzione del potere termoregolatore e tendenza al sovrappeso.
Il sistema immunitario, poi, diminuisce la sua efficienza rendendo l'animale maggiormente predisposto a malattie di origine virale.
La cute si modifica perdendo elasticità, il pelo si dirada e perde morbidezza, i tumori cutanei diventano più frequenti.
La funzionalità epatica diminuisce, e anche l'apparato respiratorio subisce modificazioni, come l'apparato cardiocircolatorio.
L'apparato muscolo-scheletrico è sicuramente - e ciò è facilmente riscontrabile anche a occhio nudo - quello che subisce i danni più evidenti.
Le masse muscolari, infatti, si riducono, e la diminuzione funzionale può, a un esame più attento, rivelare un'atrofia delle fibre muscolari.
Molto spesso questa diminuzione è dovuta alla riduzione del movimento: il cane anziano di solito è poco motivato e la solita passeggiata quotidiana diventa faticosa, il proprietario non riesce a stimolare l'animale e si lascia impietosire dalla pigrizia del proprio cane riducendo sempre più le passeggiate ai brevi tratti necessari solo per espletare le funzioni fisiologiche.
Le patologie del sistema nervoso, nel cane anziano, sono caratterizzate prevalentemente da affezioni degenerative (come riportato sopra), disturbi vascolari e tumori.
L'invecchiamento delle cartilagini comporta, invece, importanti modificazioni dello scheletro: l'artrosi, la lassità del tessuto muscolare e la perdita di elasticità della lamina ossea possono aumentare le sollecitazioni meccaniche a danno delle articolazioni.
La funzionalità renale perde progressivamente il suo potere.
Il nostro compito allora diventa principalmente quello di comprendere tutti questi cambiamenti in atto, assecondandoli laddove non si può fare altro, oppure correndo ai ripari per tempo, prevenendo le conseguenze di un deterioramento progressivo di alcuni apparati, attraverso l'uso di farmaci mirati, uno stile di vita e un'alimentazione adeguati ai mutati fabbisogni dell'organismo, aiutandoci con appositi integratori e una corretta gestione dell'attività fisica, supportata da ausili fisioterapici in centri specialistici, quando i farmaci da soli non sono sufficienti.

lunedì 22 settembre 2008

Trenitalia emana un provvedimento miope e totalmente assurdo oltre che zoofobo!

Davvero quello che ha appena emanato Trenitalia è un provvedimento assurdo e di facciata, perché sotto tutti i punti di vista non è possibile credere di debellare un problema parassitario e igienico, come quello delle zecche, impedendo l'entrata a bordo dei vagoni di cani di peso superiore ai 6 Kg! Oltretutto lascia presupporre la totale ignoranza in materia da parte di chi ha promulgato un regolamento del genere...
Così come d'altronde non basterebbe comunque un certificato veterinario rilasciato (ovviamente gratuitamente!) da meno di un mese per garantire che il cane in questione non abbia parassiti, ma qui il discorso diventa troppo complesso ed articolato, perché venga capito da una burocrazia che vorrebbe tutto piatto ed uguale così da poter essere facilmente omologabile e quindi semplice da gestire.
Anche perché se non ricordo male oltre alle zecche in passato (come risulta dai molti articoli ancora diffusi in rete) sono state rinvenute anche cimici e pulci (e in quel caso erano stati messi sotto accusa ipotetici clochard francesi), tanto da costringere Trenitalia a ritirare ben 508 carrozze per disinfestarle completamente.
Certo forse a ben vedere una cosa normale da attuare sarebbe stata quella di assicurare una pulizia approfondita e regolare alle carrozze dove far viaggiare i passeggeri, umani o animali che siano, ma evidentemente questo ancora non è così ovvio...Eppure continuo ancora a stupirmi per l'incompetenza e la superficialità che caratterizzano i cosiddetti manager che sono responsabili del destino di aziende intere e alle cui dipendenze hanno migliaia di persone; ma soprattutto da cui dipende una funzione così importante come quella del trasporto pubblico.
Riporto qui di seguito la nota diffusa anche da ANMVI oggi sull'argomento, che ben riassume la questione:
-Con una nota indirizzata alle Ferrovie, al Ministro dei Trasporti, al Sottosegretario alla Salute e al Sottosegretario al Turismo, l' ANMVI ha chiesto la revoca immediata delle regole di viaggio per gli animali stabilite da Trenitalia.
L'Associazione parla di regole "assurde, senza alcun fondamento sul piano scientifico, senza corrette nozioni di prevenzione e di igiene degli animali e totalmente incuranti delle esigenze di viaggio dei cittadini-proprietari. Un provvedimento burocratico di pura facciata".

Dal primo ottobre, su indicazione dell'Istituto superiore di sanità, gli animali dovranno infatti viaggiare sui treni accompagnati da un certificato del veterinario, rilasciato da meno di un mese, che ne attesti l'assenza di «infestazioni o patologie trasmissibili». Inoltre, non sarà più possibile far salire sui treni cani di media e grossa taglia che pesano più di sei chili. Mentre i più piccoli, e tutti gli altri animali, dovranno viaggiare dentro il trasportino. Sono esentati i "piccoli pesci" e i "cani guida per ciechi" (anche per questi ultimi però è richiesto il certificato veterinario). "Ci meraviglia - commenta l'ANMVI - che un provvedimento zoofobo venga accettato come segno di civiltà in un Paese dove le istituzioni fanno campagne contro l'abbandono animale. E' noto che fra le cause dell'abbandono ci sono i divieti nei confronti degli animali nei luoghi pubblici.
Questa nuova discriminazione rivela lo strabismo della cultura italiana verso la convivenza con gli animali, da un lato tutelati dal codice penale e dall'altro ancora additati all'opinione pubblica come "portatori di malattie", un luogo comune indegno di una società in cui la prevenzione e la medicina veterinaria consentono al cane e al gatto di famiglia di condividere il quotidiano con garanzie igienico-sanitarie. Non c'è nessuna ragione per sostenere che sui treni l'animale di proprietà costituisca un rischio per l'igiene quando non lo è in nessun altro ambito, pubblico o privato che sia.".
L'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano spiega che le iniziative anti-zecche sono tre. «Le norme sul trasporto dei cani, certo: e anzi voglio sottolineare che gli animali non pagheranno alcun biglietto. Ma abbiamo in cantiere anche modernissime procedure di disinfestazione, a caldo e a freddo, con certificazione di qualità: saranno impiegate dal 1˚ ottobre. E poi ci affideremo a nuove ditte per i servizi di pulizia, i primi bandi scadranno venerdì prossimo». La sanzione per i trasgressori è di 100 euro, pari al costo di disinfestazione del vagone.
Per tutto il mese di ottobre, però, chi non avrà il certificato del veterinario non dovrà pagare la multa. «Ci siamo adeguati alla normativa spagnola, un Paese che ha molte analogie con il nostro, a partire dal clima», conclude Soprano. Solo Michela Vittoria Brambilla ha espresso dubbi sul certificato veterinario: "non credo che possa garantire che l'animale non abbia parassiti, è anche questione di igiene sui treni. E' opportuno non dimenticare che una famiglia su tre li possiede, seguendo il trend di altri Paesi europei dove c'è un'apertura diversa verso gli animali". Il Sottosegretario Francesca Martini si era invece espressa a favore del certificato e ne aveva auspicato il rilascio gratuito da parte dei veterinari. -
Anche le associazioni animaliste hanno detto la loro sull'incredibile provvedimento: «Questo furore igienista è ridicolo. Quale sarà il prossimo passo? Il controllore guarderà le unghie e le orecchie di chi viaggia?», sbotta l'onorevole Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Enpa. «Trenitalia non può pensare di eliminare le zecche. Se assicurasse servizi di pulizia decenti, il problema non si presenterebbe nemmeno. Ci opporremo con i nostri legali».
E lo stesso farà la Lav. Anzi il presidente della Lega Anti Vivisezione, Gianluca Felicetti, ha aggiunto: «Il 1˚ ottobre saliremo sui treni con cani di media e grossa taglia, vediamo se ce lo impediranno». Insomma ha assicurato che faranno ricorso in ogni sede. «Questo provvedimento è gravissimo e in controtendenza con quanto avviene nelle ferrovie di tutto il mondo e con l'orientamento di molte aziende del trasporto locale e delle compagnie di navigazione».
Infine l'
Aduc, una delle più importanti associazioni di consumatori, ha replicato così: «Prima di parlare a vanvera su cani e gatti, provvedano a pulire bene le carrozze e a licenziare chi lo fa male».
A quanto pare dunque questa volta si è alzato un bel vespaio e oltretutto a ragione, facendo coalizzare associazioni animaliste, di consumatori e di veterinari; speriamo solo che come al solito per accontentare tutti non si finisca per scontentare tutti, ma che, al contrario, ciò serva ad affrontare seriamente una questione importante come quella degli spostamenti con gli animali che anziché ostacolata dovrebbe venir favorita in tutti i modi...

domenica 21 settembre 2008

Curiosità da Israele e dal Giappone

Vista la giornata domenicale mi pare giusto una volta tanto trattare un argomento leggero, pertanto oggi volevo portarvi a conoscenza di due modi differenti e forse anche molto lontani dalla nostra cultura di vivere i rapporti con i nostri amici a quattro zampe.
Si tratta di due notizie riguardanti due paesi molto distanti tra loro: Israele e Giappone.

Il primo paese, a noi tristemente noto per i frequenti fatti di cronaca relativi a una difficile convivenza tra due differenti etnie e due estremismi religiosi, in questo caso fa ricorso a delle conoscenze scientifiche all'avanguardia per debellare una cattiva usanza dovuta alla maleducazione dei proprietari dei cani, che purtroppo contraddistingue anche molti nostri connazionali, ovvero quella di non raccogliere le deiezioni del più fedele amico dell'uomo, che puntualmente imbrattano ogni angolo della città.

Il secondo invece, famoso proprio per l'operosità e il progresso tecnologico che lo contraddistingue, questa volta emerge per un nostalgico recupero del rapporto con l'animale magico e misterioso per eccellenza che è il gatto.
Vediamo dunque nei dettagli le due singolari notizie.
Israele, Petah Tikva (Tel Aviv) : Uso del DNA nella lotta contro le deiezioni canine
A quanto pare non siamo solo noi in Italia ad avere problemi con la pulizia e l'igiene delle nostre città...A Petah Tikva si è addirittura deciso di costituire una banca del DNA dei cani del posto, per riuscire ad identificare a chi appartengano le deiezioni che non vengono raccolte ed eliminate come invece prescrive la legge e dunque risalire al proprietario resosi colpevole dell'effrazione!
In realtà ancora si tratta di un programma in fase sperimentale ma per ora i primi sei mesi di prova sembrano siano stati accolti favorevolmente in primis proprio dai proprietari degli animali, che si sono sottoposti volontariamente al prelievo di campioni di saliva del proprio cane, per fornire il DNA.
Certo di primo acchito sa leggermente di esagerazione; ma l'ipotesi che un domani si realizzino banche del DNA su scala mondiale per identificare i colpevoli di reati ben peggiori non credo sia tanto improbabile: che questo sia solo l'inizio? A voi le considerazioni in proposito.
Posto qui di seguito il link del video del servizio diffuso dalla BBC sulla notizia in questione:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/7620575.stm
Giappone, Tokio: il boom dei Cat Café
A Tokio sono già una ventina i Cat Café aperti dal 2007; ma senz'altro il più conosciuto e di tendenza è il Calico Café aperto dal trentacinquenne Takafumi Fukui che a quanto pare ha addirittura abbandonato la sua precedente occupazione presso una società di giochi televisivi per fare del suo amore nei confronti dei felini domestici una vera e propria occupazione. Infatti il signor Takafumi nel marzo del 2007 si è letteralmente inventato questo particolarissimo Bar in cui oltre ai camerieri ha assoldato anche ben 14 gatti, i quali circolano liberamente tra i tavoli per farsi accarezzare e coccolare dagli avventori del locale, che sono così finalmente liberi di sentirsi, anche se per breve tempo, proprietari di un gatto.
"Voglio che tutti si dimentichino del loro lavoro e si rilassino", spiega Fukui, aggiungendo che la maggior parte dei clienti sono donne che lavorano e bambini, e che il 70% del totale non possiede gatti per allergie o regolamenti abitativi. A quanto pare l'idea è stata azzeccatissima vista l'affluenza che si aggira quotidianamente attorno ai 70 frequentatori e che nei week end raggiunge persino i 150 clienti. Sembra che uno dei motivi che ha spinto il signor Fukui a dare inizio a questa singolare attività sia anche quello di ovviare alle severissime regole che vietano di tenere animali nei condomini, per cui in questo modo anche chi non si può permettere di possedere un gatto, per la "modica" cifra di 800 Yen (circa 5€) l'ora, può bearsi di questa illusione e godersi le fusa del fortunato gatto di turno!
Mariko Nakamura, proprietaria di un altro Cat Café, Neko JaLaLa, racconta che i clienti del suo locale sono di ogni età e senza differenza di sesso: dagli adolescenti agli anziani di 70 anni, alcuni dei quali tornano anche diverse volte in una settimana, specialmente i cosiddetti colletti bianchi, che cercano di alleviare così lo stress da competizione e superlavoro!
Certamente non c'è da stupirsi che locali simili pullulino in Giappone, dove un terzo delle persone vive sola e perciò il sentimento di solitudine sembra essere
più diffuso che nel resto del mondo; ma forse un'altra spiegazione sarebbe da ricercare anche in ciò che rappresenta il gatto, animale più di ogni altro simbolo di indipendenza.

venerdì 19 settembre 2008

Spese Veterinarie: serve il Codice Fiscale?

Cito l'articolo pubblicato proprio stamattina dal nostro quotidiano d' informazione on line (ANMVI Oggi), a proposito di alcuni chiarimenti in merito alle deduzioni e detrazioni per spese veterinarie relative all'acquisto di farmaci, ricordando al solito, come premessa iniziale, che l'articolo 15, comma 1, lettera c-bis del TUIR prevede per le spese veterinarie, la detrazione del 19% fino all'importo di 387,34 euro, limitatamente alla parte che eccede 129,11 euro.
Null'altro dispone in merito alle modalità di documentazione delle spese suddette, che rimangono quelle tradizionali.
Di conseguenza, la detraibilità delle spese veterinarie certificate con lo scontrino fiscale della farmacia potranno essere detratte anche senza l'indicazione fiscale del beneficiario.
Il Sole 24 Ore torna a fare chiarezza sul cosiddetto "scontrino parlante" che consente vantaggi fiscali per le spese relative all'acquisto di medicinali, farmaci veterinari inclusi.
Tenuto conto delle " obiettive difficoltà incontrate in sede di applicazione della norma", l'Agenzia delle Entrate ha chiarito con una circolare (la N°30/E del 28/03/2008) che "le spese sanitarie sostenute nel periodo dal 1° luglio al 31 dicembre 2007, ai fini della deduzione/detrazione IRPEF, potranno essere certificate anche tramite scontrino fiscale non "parlante" o incompleto, qualora lo stesso venga integrato, per iniziativa dello stesso contribuente, mediante l'indicazione, anche su foglio aggiunto, del codice fiscale dell'acquirente nonché della natura, qualità e quantità dei farmaci acquistati.
Resta inteso che -recita la circolare in questione- "per la certificazione delle spese sanitarie relative all’acquisto di medicinali effettuate a decorrere dal 1° gennaio 2008, non potranno essere considerati validi documenti privi delle caratteristiche individuate dagli articoli 10, comma 1, lettera b) e 15, comma 1, lettera c) del D.P.R. n. 917 del 1986, così come modificati dalla legge n. 296 del 2006", ovverosia per quanto riguarda la documentazione da presentare ai fini delle detrazioni/deduzioni-IRPEF all'atto della compilazione della dichiarazione dei redditi, non saranno più considerati validi i cosiddetti "scontrini muti" emessi a partire dal 1 gennaio di quest'anno.

martedì 16 settembre 2008

La Luna e le sue simbologie astrologiche

Il cammino del Sole nei segni e la sua funzione di creatore delle stagioni, indicano l'importanza delle stagioni stesse e dei dati caratteriali che ne dipendono. Le pulsioni e i suggerimenti impliciti nei singoli settori zodiacali affidati però soltanto al Sole e ai pianeti, si manifesterebbero in modo troppo regolare e univoco. Ecco dunque la funzione importantissima della mutevole Luna, che col suo passo riesce a percorrere in 28 giorni l'intero zodiaco, mantenendo vive le suggestioni di tutti i suoi 360°. La rapidità della Luna è tale che le pulsioni simboliche captate nei vari segni potrebbero rimanere larvate, fuggevoli e superficiali se non intervenisse un'essenziale caratteristica lunare: l'intensità percettiva. La simbologia di intuizione legata alla Luna dipende infatti dalla capacità di afferrare in tempi brevissimi tutto quanto si offre alla sua percezione.
Questa fulminea raccolta di dati che si verifica nel rapido cammino lungo i segni zodiacali con le loro diverse e spesso contrastanti proposte, fa si che la Luna ci offra una visione della vita molto più sfumata e relativistica di quella suggerita dal Sole. All'autocompiacimento immobilistico si affianca la sensibilità pronta a captare il mutevole, e infatti nella lista dei pianeti lenti essa trova appoggi e supporti proprio in Nettuno che come abbiamo già visto rappresenta la metamorfosi. Ma l'elemento che viene maggiormente alla ribalta quando analizziamo le differenze tra Sole e Luna è quello del Tempo.
All'attivismo solare
concentrato sul presente e sulla riproduzione ripetitiva, si contrappone il possibilismo lunare, che ha un'incessante coscienza del passato e del futuro e rinnega il culto dell'oggi nella contemplazione dell'eterno.
Alla semplicità fecondatrice del seme maschile si contrappone la complessità del grembo materno, dove il feto ripercorre tutte le tappe dell'evoluzione della specie, fissate nel DNA da un'altra eccezionale funzione lunare: la memoria.
Perciò mentre il Sole dice semplicisticamente: io vivo perché riproduco me stesso, la Luna dice (sia pure in modo molto più
occulto e complesso): io vivo perché riproduco la vita dalle sue origini più remote fino a un oggi che sta già progredendo verso il domani.
Tutte le gioie esaltanti e tutti i timori angoscianti racchiusi nel processo del Tempo sfociano, oltre che nella memoria, nella premonizione, facoltà affascinante e ancora tutta da studiare, tanto più in quanto barbarici riti intellettuali quali la pseudo-parapsicologia e la magia ne fecero e ne fanno scempio. Secondo Lisa Morpurgo la ripetitività dei cicli cosmici, oltre alla ripetitività dell'evoluzione animale, è affidata proprio alla memoria lunare.
Il ricordo di tali processi vitali-universali ( e non solo vitali-solari) è legato ai sogni, di nuovo governati dalla Luna e non dobbiamo dunque sorprenderci se la nostra mente, che dovrebbe procedere lungo i binari di una confortante normalità patriarcal-solare in questo sistema planetario, viene turbata o sconvolta dai dubbi laceranti proposti da una Luna lesa.
Il nostro equilibrio emotivo dipende dal fatto che la Luna natale sia disposta oppure no a collaborare coi condizionamenti solari, oppure trovi le alleanze necessarie per contrastarli senza troppi traumi interiori.
Le simbologie sinora elencate ci consentono di capire perché la Luna debba essere considerata quale componente indispensabile dell'intelligenza. Essa rappresenta la facoltà di afferrare qualcosa di più di ciò che salta banalmente all'occhio, di affondare nel tessuto misterioso della realtà che si nasconde sotto la realtà apparente, di vedere al di là del consueto e del normale. Ricordiamoci che la Luna è parallela e non già opposta al Sole e dunque suo complemento indispensabile: sia il Sole che la Luna costituiscono l'integrità della persona (anche in senso fisico, come la parte destra e la parte sinistra del corpo), al punto che opposizioni tra loro scatenano spesso problemi di identità.
Entrambi sono strutture portanti dell'Io, sia pure con funzioni diverse. Semplificando al massimo, si può dire che il Sole regge l'energia attivo-corporea e la Luna regola le facoltà mentali, agendo da filtro per indirizzare in senso positivo o negativo quella parte della mente destinata a favorire l'attivismo solare. In altre parole, anche un Sole splendido, se affiancato da una Luna lesa, risulterà zoppicante.
Nella sua sede Cancro-quarta Casa (al di sotto dell'orizzonte schematico della domificazione), la Luna assume il ruolo passivo-protettivo e si addossa il compito importantissimo di assicurare la sopravvivenza dei deboli.
Qui assumono la prevalenza le sue simbologie di infanzia, madre, casa, famiglia e, per estensione, patria: concetti accettati dalla mentalità patriarcale che, anzi, se ne serve per esorcizzare la temuta immagine della donna. L'associazione con Venere aumenta, almeno all'apparenza, il carattere languido-affettivo che le convenzioni attribuiscono alla lunarità. Nella realtà dei fatti, controllabili anche con l'esperienza, il Cancro non dimentica il suo parallelismo con la magnificenza leonina e ha un suo particolare orgoglio, sia pure impostato sull'introversione anziché sull'estroversione.
Non si esageri dunque nell'attribuire a una Luna in Cancro caratteri di trepida cedevolezza, poiché, salvo dure lesioni, sa gestire molto bene le proprie difese contro qualsiasi tentativo di intrusione esterna, sia essa materiale o spirituale.
Nei Pesci la Luna balza sopra l'orizzonte, si impossessa del settore che contesta la normalità-Casa sesta e le simbologie che assumono la prevalenza sono quelle di sogno, di fantasia e (con l'aiuto di Nettuno) di fuga.

Fuga dal reale, fuga dall'oggi-Urano-Vergine, fuga dalla ripetizione, fuga dalla consuetudine, fuga dalla massa. Posizione dunque sublime ma sospesa a quello stesso filo precario che separa (ma non sempre) la fantasia dalla follia, la contestazione della normalità pura e semplice dall'autentica anormalità. Qui si celano i ricordi e le suggestioni di mondi alternativi, ma anche le angosce dell'ignoto, il timore di valicare pericolose frontiere e di tuffarsi -volontariamente o involontariamente- in un misterioso al di là.
Tutto ciò può scatenare due meccanismi di difesa, tipici della lunarità Pesci, che sono l'autocommiserazione e il sentimentalismo. Parlando continuamente dei proprio dolori fisici e spirituali, esibendo insomma le proprie piaghe, il soggetto esorcizza le proprie paure cosmiche riconducendole sul piano della normalità-Casa sesta, vista soprattutto nella sua simbologia di salute. Il sentimentalismo è un'altra forma di esorcismo, volta a neutralizzare le manifestazioni più intense della sensibilità, che vengono convogliate su obiettivi minori.
Tale processo è molto complesso e richiederebbe un lungo discorso. Semplificando al massimo diciamo che quando la sensibilità lunare non ha il coraggio di captare gli sconvolgenti messaggi proposti dai Pesci e dalla Casa dodicesima, si sintonizza su elementi legati al quotidiano e al circostante e contemporaneamente aumenta, per così dire, il suo volume al massimo, in modo da non avere più le energie necessarie per procedere oltre.
Chi piange dirottamente al cinema o si sente svenire alla sola vista del sangue evita di lasciarsi indurre a più profondi pensieri sulla morte o sulla infelicità umana. Il soggetto sviluppa così una certa durezza autentica, coperta dalla cortina fumogena di un'illusoria dolcezza, e asseconda così un'altra simbologia lunare, la pigrizia: infatti con la scusa dell'eccessiva sensibilità ci si sente esonerati automaticamente da una quantità di interventi pratici, diciamocelo francamente, spesso scomodi e notevolmente sgradevoli.
Questa forma di autodifesa ha a sua volta un deterrente, legato alla nostalgia per la solidarietà di massa espressa dall'opposta Casa sesta: la Luna-Pesci-dodicesima Casa, in molti casi, tende a ricostruire intorno a sé una comunità di sofferenti, adora i racconti di disgrazie e di pene d'amore e si reca solerte ai capezzale dei malati, specie se gravissimi. Salvo poi disinteressarsi completamente delle stesse persone quando siano sane e felici.
Queste due forme di lunarità sebbene espresse all'origine dalle due sedi del luminare (domicilio in Cancro ed esaltazione in Pesci), si possono ricreare all'interno dei qualsiasi tema, e con qualsiasi posizione della Luna stessa, a seconda degli aspetti che la ledono o la gratificano, e a seconda delle strategie proposte degli altri pianeti.
Basta dunque un'alleanza con Nettuno per ricostruire una Luna-Pesci felicemente estrosa, e un'alleanza con Giove per ricostituire una Luna-Pesci occultamente realista e pronta a far leva su tutti i suoi strumenti sentimentali per ottenere ciò che si vuole. Buoni aspetti con Venere ricostruiranno invece, tendenzialmente, una Luna-Cancro colma di pigrizia e di tenerezza e di sacrosanto amore per i propri comodi.
In sintesi l'analisi della Luna in un tema può darci svariate informazioni:
1- La salute mentale del soggetto, la sua capacità di reagire in modo equilibrato alle emozioni provocate dall'esterno e alla pressione dei suoi fantasmi privati. Oppure una tendenza alla nevrosi, all'instabilità (o peggio) per cattivo funzionamento di quel prodigioso filtro dell'inconscio che è appunto la Luna. Basti pensare che da lei dipendono gli incubi e tutti i messaggi condizionanti legati ai sogni.
2- Per un soggetto maschile, la visione che egli ha della donna e dei suoi simboli. Visione condizionata, oltre che dalle suggestioni oniriche, da millenni di misoginia ufficiale. Una Luna lesa può rappresentare oltre che cattivi rapporti con la donna, disprezzo e diffidenza verso la medesima, rifiuto del latte e nei casi estremi di tutti i latticini in generale, volontà di dormire poco e vanto tratto dalla propria insonnia (esempio paradigmatico: l'ultramisogino Napoleone Bonaparte).
3- Per un soggetto femminile, la visione della propria femminilità che sarà vissuta a seconda dei casi in modo convenzionale (donna debole alla ricerca di un maschio che la protegga) o anticonvenzionale, con felice accettazione del proprio sesso o con nostalgie di mascolinità.
4- Inoltre indica la quantità e la qualità del sonno, gli elementi costitutivi dei sogni ricorrenti, la quantità e la qualità della memoria, la tendenza a ritenere liquidi nell'organismo o ad eliminarli con facilità.
5- Infine la Luna appare come elemento indispensabile per un buon livello di intelligenza, sebbene sia molto difficile organizzare uno schema di regole in proposito.
Si direbbe che questo luminare proprio perché incaricato di trasmettere in modo fulmineo tutti i messaggi contenuti nei gradi zodiacali, abbia rapporti strettissimi con le fibre cerebrali.