sabato 28 giugno 2008

Caldo e afa: precauzioni per cani e gatti

Il caldo quando raggiunge livelli record come in questi giorni e soprattutto se associato ad un elevato tasso di umidità ambientale, diventa fastidioso ed insopportabile non solo per l'uomo, ma anche e a maggior ragione per i nostri amici a quattro zampe.
E se gli effetti dell'afa non risparmiano nessuno dei 14,5 milioni di cani e gatti 'censiti' in Italia, a rischiare i problemi maggiori sono gli animali già anziani e magari anche obesi, una situazione purtroppo sempre più diffusa da riscontrarsi nelle nostre case.

Inoltre ricordiamo che esistono razze brachicefale (bulldog, shi-tzu, carlini, pechinesi, dogue de bordeaux, boxer, ecc. tra i cani e il persiano tra tutti, per quanto riguarda i gatti) particolarmente predisposte, per la particolare conformazione delle canne nasali, a patire fortemente le condizioni climatiche di un'estate caldo-afosa.
Tra i comandamenti a misura di 'pet' sotto il sole ci sono ovviamente in primo luogo le istruzioni estive per le passeggiate ai giardini e i soggiorni al mare, che in sintesi sono principalmente due:
-Evitare parchi e spiagge nelle ore più calde (quando la temperatura sale oltre i 25°C)
-Preferire il primo mattino e la frescura del crepuscolo.

Secondo gli ultimi dati Eurispes, nelle case degli italiani vivono 7,5 milioni di gatti e 7 milioni di cani. E recenti indagini indicano che il 43% dei gatti e il 45% dei cani hanno ormai superato i 7 anni d'età, e che oltre 550 mila gatti e almeno 700 mila cani soffrono di patologie tipiche della vecchiaia: insufficienza renale cronica per i primi e scompenso cardiaco per i secondi.
Malattie che con il caldo possono peggiorare: perché la stagione calda e' la peggiore in assoluto per un animale malato.
Ma lo è ancor di più per un animale appesantito da qualche chilo di troppo o addirittura obeso: soprattutto in questi casi quindi, l'attenzione ad evitare colpi di calore deve essere altissima. Anche in estate, insomma, voler bene al proprio animale significa garantirgli tutte le cure di cui può avere bisogno. In altre parole, non bisogna trascurare i check-up regolari dal veterinario, che invece gli italiani tendono purtroppo a dimenticare.

Dagli stessi dati Eurispes, risulta infatti che ben il 14% dei proprietari italiani non fa mai visitare il suo cane o il suo gatto! E addirittura da calcoli effettuati dall'Anmvi sembra che il 75% dei padroni non sottoponga affatto il proprio 'pet' a controlli regolari dallo specialista di fiducia.
Prevenzione a parte in estate la prima regola è ricordare che gli animali soffrono il caldo proprio come noi, con l'aggravante che, al contrario di noi, non sono dotati di ghiandole sudoripare diffuse a tutto il corpo, e pertanto non sudando, se non in zone limitate (come i polpastrelli) non sono in grado di disperdere efficacemente il calore corporeo, in quanto i meccanismi come la polipnea (respirazione a bocca aperta per facilitare la traspirazione tramite la lingua) sono del tutto insufficienti quando le temperature esterne raggiungono valori superiori ai 30°C.
Per limitare i rischi connessi a tali caratteristiche fisiologiche, dunque, è fondamentale lasciare sempre a disposizione di cani e gatti dell'acqua fresca alla quale possano attingere all'occorrenza per reidratarsi.

Inoltre sarebbe opportuno, quando le temperature esterne raggiungono valori elevati, bagnare di tanto in tanto il loro mantello con dell'acqua, che svolga, evaporando, la stessa utile funzione di dispersione termica del nostro sudore.
Secondo poi cani e gatti non vanno mai lasciati in un ambiente chiuso: in questa stagione, la cosa peggiore che si possa fare ad un animale è proprio lasciarlo 'parcheggiato' in auto!
Anche se si tiene il finestrino un po' abbassato infatti, l'abitacolo si trasforma inevitabilmente in una 'camera a gas', sviluppando temperature vicine ai 50°C ed oltre, per cui l'animale rischia colpi di calore letali, potendo subentrare ipertermia maligna ed edema polmonare, in grado di portare rapidamente a morte l'animale.
Terza regola: non portare i cani in spiaggia o al parco nelle ore più calde della giornata.
Quarto imperativo, infine, che poi è lo stesso che si raccomanda a noi esseri umani, "adottare una dieta 'light', proprio per non affaticare ulteriormente l'organismo con elaborati processi digestivi.
Un consiglio valido per tutti gli animali, ad eccezione ovviamente di quelli che lavorano come cani poliziotto o nelle cordate di soccorso anti-valanga, laddove è indispensabile fornire le giuste calorie per il lavoro svolto.

E anche se, rispetto al cane, il gatto sembra più enigmatico ed autonomo, e soprattutto meno plateale nelle sue manifestazioni di disagio, non bisogna mai farsi ingannare dalle apparenze: è vero infatti che esso soffre meno il caldo perché è più piccolo e solitamente resta protetto tra le mura domestiche.
Ma anche lui in certe condizioni può patire il solleone e rischiare di conseguenza il colpo di calore.
Vediamo ora come riconoscere i sintomi di questa terribile situazione ed eventualmente come prestare le prime cure in attesa dell'intervento del veterinario.

I sintomi sono rappresentati principalmente da un respiro molto rapido o difficoltoso, a volte da vomito e/o diarrea, sempre da un' elevata temperatura corporea (41°-42°C!), difficoltà a camminare, mucose congeste, depressione del sensorio ed infine crisi convulsive e collasso (nello stadio avanzato).
Le prime operazioni da fare sono di collocare l'animale in una vasca d’acqua fredda o, in mancanza di questa, bagnarlo delicatamente con un tubo da giardinaggio, quindi avvolgerlo in un telo fresco e bagnato.
In aggiunta, si possono applicare degli impacchi freddi sulla testa, fra le ascelle, nell’inguine e sull’addome. Fate attenzione però, perché un raffreddamento troppo rapido può indurre una DIC (coagulazione intravasale disseminata) altrettanto letale.
La prassi corretta è di monitorare durante queste operazioni l'andamento della temperatura corporea, fermandosi quando questa raggiunge i 39,5-40°C (la temperatura corporea normale nei nostri animali è compresa tra i 38° e i 39°C).

E comunque ovviamente bisogna recarsi in tutta fretta dal veterinario più vicino, in modo tale che questi possa continuare ad assistere e tenere sotto controllo lo stato di salute della povera vittima del colpo di calore, tramite esami del sangue e delle urine, escludendo ulteriori rischi per la sua vita.
Ricordiamo infatti che l’esito dipende dalla rapidità dell’intervento e dalla velocità con cui la sindrome viene riconosciuta, e poiché l’ipertermia colpisce diversi apparati, per sciogliere definitivamente la prognosi occorre attendere parecchi giorni.

Nessun commento: