giovedì 11 dicembre 2008

L'aggressività felina

Fra i problemi comportamentali del gatto per cui si ricorre più frequentemente allo specialista, l'aggressività risulta seconda solo all'eliminazione inappropriata delle deiezioni.
I gatti aggressivi possono effettivamente rappresentare un pericolo per gli esseri umani e per gli altri animali della famiglia con cui convivono. Inoltre i proprietari per questo stesso motivo, saranno portati, più che in altre occasioni, a volersene disfare, abbandonandoli quando va bene in gattili e rifugi per animali.
Ovviamente in queste situazioni i veterinari hanno un ruolo molto importante e di notevole responsabilità, perché spetta loro esprimere un parere professionale sul perché il gatto si comporti così sgradevolmente e soprattutto vengono chiamati ad individuare le probabili cause e a fornire indicazioni sui possibili rimedi.
Come per qualsiasi altro problema comportamentale il primo passo per una corretta diagnosi e il relativo successo terapeutico consiste nell'escludere una qualsiasi eziologia medica sottostante o fattore contribuente, attraverso la raccolta di un'accurata anamnesi comportamentale e clinica, con la stesura di un elenco di possibili diagnosi differenziali, onde individuare un sospetto diagnostico plausibile.
Ricordiamo infatti che qualsiasi affezione di natura medica che causi dolore o disagio ad un gatto può portare ad un comportamento aggressivo. Inoltre esso può essere uno dei segni clinici di malattie o condizioni patologiche sottostanti quali: avvelenamento da piombo, toxoplasmosi, encefalopatia ischemica, uremia, ipertiroidismo, encefalopatia epatica, rabbia, attività convulsivanti e neoplasie del sistema nervoso centrale (in particolare il meningioma).
Indipendentemente da tutto è poi importantissimo riuscire ad ottenere una anamnesi comportamentale completa, ovvero tutta una serie di informazioni che solo il proprietario e chi convive col gatto, può fornire. Per questo motivo tale parte della visita richiede spesso molto tempo (anche più di un'ora) e per evitare di dimenticare od omettere informazioni utili, conviene utilizzare una scheda che preveda una serie di quesiti standardizzati.
Si tratta di guidare il proprietario evitando che questi dia, com'è abbastanza frequente che accada, un'interpretazione personale e spesso fuorviante dei fatti.
In primis vanno raccolte informazioni dettagliate relative all'origine del gatto in questione (provenienza, età in cui è stato introdotto in casa, dati riguardo a padre, madre e fratelli) e una descrizione delle sue abitudini relative all'eliminazione delle deiezioni.
L'anamnesi comportamentale di base in casi di aggressività deve comprendere poi la descrizione degli episodi recenti del comportamento indesiderato, l'insorgenza e la durata del problema, le circostanze che portano agli eventi aggressivi, le vittime o i bersagli dell'aggressione, il numero di episodi e la gravità degli attacchi (c'è stata lacerazione della cute? La vittima ha avuto bisogno di ricorrere a cure mediche?).
Poiché molti casi di aggressività felina sono fortemente correlati ad attriti sociali fra gatti dello stesso nucleo famigliare, è necessario ottenere tutte le informazioni relative agli altri felini che vivono in casa.
Può essere molto utile la descrizione di una "giornata tipo" del gatto aggressivo e delle vittime, che comprenda tutte le interazioni nelle 24h fra il gatto aggressivo, gli altri animali da compagnia e le persone che vivono nella stessa casa. Si devono descrivere le attività connesse al gioco, alla toelettatura, all'eliminazione delle deiezioni e alla somministrazione dei pasti. Individuare i luoghi preferiti del gatto per riposare e nascondersi, in quanto ciò risulta utile per determinarne lo status sociale. Inoltre sono importanti anche recenti variazioni dell'ambiente domestico, come l'ingresso di un nuovo membro della famiglia, modificazione di abitudini precedenti, eventuale aumento del tempo trascorso lontano da casa, cambiamenti di mobilio, ecc.
Infine, ma non meno importante, è il riassunto dell'anamnesi medica del gatto. Nel caso infatti che il piano terapeutico includa il ricorso ad agenti psicotropi, è necessario conoscere i farmaci che sono stati somministrati in passato all'animale e le eventuali terapie in corso.
Per quanto riguarda poi la suddivisione schematica dell'aggressività felina in categorie, in realtà allo stato attuale dell'arte ancora non esistono criteri diagnostici accettati uniformemente dalle due scuole principali (europea e americana); ma torna comunque utile tener conto delle diagnosi descrittive e fenomenologiche.
Pertanto possiamo elencare, tra le forme più comuni di aggressività felina, escludendo quelle meno comuni (a. da dimorfismo sessuale: materna, sessuale e tra maschi; a. territoriale; a. idiopatica e a. appresa), almeno 6 tipi differenti:
  • aggressività da paura o da difesa
  • aggressività ludica e predatoria
  • aggressività assertiva o da irritazione
  • aggressività correlata al dolore
  • aggressività reindirizzata
  • aggressività intraspecifica (tra gatti)

La natura delle reazioni aggressive del gatto è strettamente correlata alle reazioni naturali e ai sistemi sociali che questo predatore solitario possiede allo stato selvatico. Ma dal momento che il gatto ha un'ampia gamma di impercettibili espressioni facciali e posturali sviluppate nel corso della sua evoluzione per evitare lo scontro fisico diretto, comprese tutta una serie di vocalizzazioni che sottolineano ulteriormente la comunicazione c.d prossemica, è fondamentale imparare a leggere tali segnali per prevenire l'attacco e possibilmente evitarlo.
Ricordiamo anche che spesso la soglia della reazione aggressiva può abbassarsi a causa di fattori stressanti interni o esterni che, una volta individuati, andrebbero, per quanto possibile, rimossi.
In ogni caso vale la pena ricordare qui che il comportamento aggressivo ha un'origine multifattoriale e questo spiega il perché un approccio troppo semplicistico al problema rischia di dar luogo a pericolose sottovalutazioni e conseguenti insuccessi terapeutici, pertanto ogni caso costituisce una realtà a sé e va attentamente vagliato e valutato, per individuare il trattamento più adeguato al contesto specifico.

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