domenica 28 dicembre 2008

Le fobie dei rumori: spari, botti di capodanno e temporali

Le fobie per i rumori sono tra le risposte fobiche più diffuse e comunemente osservabili soprattutto nei cani.
Come primo punto fondamentale parlando di questo argomento va precisato che, a differenza della paura, che spesso ha un valore adattivo e una sua utile funzione, la fobia per definizione interferisce col normale funzionamento dell'organismo: essa non si estingue con una graduale esposizione nel tempo allo stimolo che l'ha suscitata, ma anzi si radica e si fa più intensa, con manifestazioni di panico, ansia o catatonia sempre più serie.

Col ripetersi dell'esperienza in molte occasioni si arriva ad associare all'evento fobico ogni avvenimento collegabile spazio-temporalmente, giungendo sino all'anticipazione sempre più precoce della risposta incontrollata, in un crescendo di sintomi che sfociano se possibile nella fuga o, laddove questa fosse impossibile, in una intensa ansia e disagio profondo (testimoniate da tremori, ipersalivazione e tentativi di nascondersi) che testimoniano una scarsa o nulla tollerabilità allo stimolo fobogeno.
In questo periodo dell'anno purtroppo quasi ogni proprietario di cane deve fare i conti col vero e proprio terrore che il loro beniamino esprime ogni volta che sente lo scoppio di un petardo: in genere sono quegli animali che già in giorni normali presentano una soglia di reattività ai rumori molto bassa. Questi soggetti vivono davvero una condizione penosa anche durante lo scoppio di temporali e non parliamo poi della notte di capodanno, durante la quale sono costretti a subire una serie di esplosioni ravvicinate e di intensità elevata.
E' frequente infatti che nel periodo di capodanno i Pronto Soccorso Veterinari debbano far fronte ad un numero cospicuo di emergenze legate a ferite anche serie che gli animali si sono procurati nel tentativo di fuggire, scavalcando ostacoli di ogni genere, pur di sottrarsi al rumore degli scoppi.
Senza contare poi quanti cani scappando in questa situazione di terrore non riescono più a ritrovare la strada di casa perdendosi e vagando senza una meta o finendo per essere vittima di investimenti.

Lasciando perdere le considerazioni personali su questa stupida usanza, vediamo come affrontare nel migliore dei modi tale situazione e soprattutto come renderla il più possibile vivibile ai nostri amici a quattro zampe.
Innanzitutto chi possiede animali ipersensibili ai rumori dovrebbe cercare di prendere alcuni semplici accorgimenti per rendere l'ambiente il più tranquillo possibile, oscurandolo e rendendolo ovattato ad esempio chiudendo le imposte ed usando tendaggi pesanti che assorbano almeno in parte i rumori delle esplosioni e soprattutto che impediscano ai bagliori di raggiungere l'interno dell'abitazione, aggiungendosi allo stimolo acustico.
Se si tratta di cani che normalmente dormono all’aperto, è bene ospitarli eccezionalmente in garage o in casa per questa notte.
L'altra accortezza fondamentale consiste nel comportarsi nella maniera più naturale possibile, senza tentare in alcun modo di rassicurare con carezze e un tono di voce diverso il cane che sta tremando o cerca di nascondersi, anzi rimanendo totalmente indifferenti: ciò serve a trasmettere sicurezza e tranquillità o almeno a non sottolineare il tutto, assecondando e rafforzando la sua paura.
Di solito in queste occasioni sia i cani che i gatti tentano di nascondersi in luoghi molto angusti e appartati, finendo sotto il letto o sotto un mobile o ancora in bagno (dietro i servizi igienici). Quest'ultima tendenza, soprattutto durante i temporali, sembra sia dovuta alla percezione da parte dell'animale della variazione delle cariche elettrostatiche nell'aria, dal momento che appunto lì pare risultino essere più stabili o meglio neutralizzate.
In ogni caso questi tentativi di cercare riparo non vanno assolutamente ostacolati, né ci si deve sentire spinti a stanare il nostro animale da tale rifugio improvvisato, perché non faremmo altro che accrescere il suo terrore.
Come al solito in questi casi l'indifferenza è il comportamento più adatto da tenere: quindi evitiamo proprio di interagire con loro in questi momenti.
Nei casi più lievi il proprietario può, sempre che lo stato di fobia dell'animale lo consenta, tentare di distrarre il cane invitandolo al suo gioco preferito, affinché uno stimolo positivo come la motivazione al gioco prevalga su quello negativo fobico; ma questo non sempre è possibile, proprio perché il povero fido non è di solito in grado di tenere a freno il terrore che si è impossessato di lui.
Da questo punto di vista è sempre molto utile l'utilizzo di feromoni di appagamento (D.A.P.) per il cane o di identificazione (Feliway) nel gatto, in particolare nello stadio di fobia semplice, ovvero in quegli animali che tremano, ansimano o tendono a nascondersi in un luogo buio.

Per quanto riguarda invece le cosiddette fobie complesse, che si esprimono attraverso ulteriori sintomi quali ipersalivazione (scialorrea), sbadigli, vomito, diarrea, camminare avanti e indietro nelle stanze della casa, minzioni emozionali in occasione della percezione del botto, di solito occorre associare alla terapia feromonale l'uso di ansiolitici per tenere sotto controllo situazioni altrimenti ingestibili.
In tal caso però è indispensabile una visita comportamentale preventiva che aiuti ad individuare l'approccio terapeutico più adeguato e soprattutto per valutare caso per caso il rapporto rischio/beneficio nell'utilizzo di tali farmaci.

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