lunedì 21 aprile 2008

Amicizia tra cani e gatti

Risale a Gennaio di quest'anno una notizia che in Inghilterra ha commosso più di una persona.
Si tratta della storia di un piccolo cane (Oscar) di un anno e mezzo e di un gatto più vecchio (Arthur), che convivevano pacificamente tanto da condividere la stessa cuccia per la notte, e di giorno erano persino alleati nello "scalare" il divano, facendo uno da supporto all'altro!
Così quando Arthur è morto, Oscar non ha accettato tanto facilmente l'idea di non poter più rivedere il suo compagno di giochi. Oscar infatti, poco dopo il funerale del suo amico micio, sepolto nel giardino di casa dai proprietari, senza che nessuno se ne accorgesse, è uscito nottetempo utilizzando le piccola finestra basculante che i padroni avevano fatto montare sulla parte inferiore della porta, e scavando proprio nel punto esatto in cui si trovava Arthur, una volta riesumata la salma, lo ha trascinato con sé nella cuccia.
Prima di mettersi a dormire, però, ha voluto ripulire il suo amico dalla terra, leccandolo con cura.
"Era di nuovo tornato bianco, il colore del suo pelo", ricordano con commozione i suoi anziani padroni, che si sono trovati di fronte alla scena dei due animali rannicchiati insieme, la mattina successiva. Superato il comprensibile stupore iniziale, la coppia ha ridato degna sepoltura al corpicino riesumato dall'amico che non si era rassegnato tanto facilmente alla terribile perdita, e per cercare di compensare questo lutto, hanno adottato un altro gatto, che sta gradualmente diventando il nuovo compagno di giochi di Oscar.

Ho voluto citare questa storia toccante proprio per sfatare tutte le leggende che circolano su cane e gatto considerati da sempre storici nemici.
Se infatti è vero che i due animali hanno un' origine filogenetica e delle abitudini molto differenti, non è affatto vero che non possano imparare ad accettarsi reciprocamente sino a convivere pacificamente e a giocare amorevolmente tra di loro.
Le due specie effettivamente hanno delle differenze notevoli: il cane, discendendo dal lupo, è un animale sociale, che vive in un branco dove i rapporti tra i cospecifici sono regolati da regole gerarchiche ben precise, mentre il gatto, come quasi ogni felino, è tendenzialmente un cacciatore solitario ed individualista, non riconosce regole gerarchiche in senso stretto e suddivide il territorio in campi territoriali differenziati più piccoli, in ognuno dei quali predilige svolgere attività differenti; eppure quando i due animali hanno modo di abituarsi in tenera età l'uno alla presenza dell'altro, possono imparare a convivere sino a diventare ottimi amici, come la storia appena narrata ci testimonia.

Infatti essendo entrambi carnivori hanno due tipi di intelligenza molto simili e sicuramente hanno una curiosità assai sviluppata per l'ambiente che li circonda, oltre a possedere uno spiccato spirito ludico che mantengono sino all'età adulta.
Di solito se il cane ha un'indole tranquilla sarà il gatto a fare i primi passi e a rompere il ghiaccio, perché allora si sentirà sicuro e oserà di più.
Ovviamente le cose cambiano radicalmente se il cane ha un atteggiamento più irruente e vivace, perché metterebbe il gatto, più circospetto e prudente, a disagio e allora si che quest'ultimo potrebbe aggredire (per difesa) il cane, percependolo come una minaccia.
Di solito il cane se conosce il gatto e si è abituato a vederlo circolare per casa, lo tollera benissimo, considerandolo come parte della famiglia e comunque differenziandolo dagli altri gatti; nonostante in generale sia portato ad assimilare ad una preda chiunque abbia dimensioni più piccole e che scappi al suo cospetto.

Se parliamo però di una gatta femmina coi suoi gattini, allora l'incontro potrebbe divenire seriamente a rischio per il cane, perché nessuno come mamma gatta è coraggioso ed incurante delle conseguenze derivanti dalla differenza di taglia, pur di difendere i proprio figli: ci sono storie che raccontano persino di Orsi Grizzly del parco di Yellowstone messi in fuga da questi piccoli ma agguerritissimi felini per proteggere la propria prole...
Altra questione importante da considerare sono poi le ambiguità nella comunicazione tra le due specie: una per tutte? Il dimenare la coda, che esprime due sentimenti agli antipodi: gioia, eccitazione e felicità nel cane; frustrazione, allarme e fastidio nel gatto.

Da parte nostra per far si che i due animali abbiano la possibilità di armonizzare senza troppi drammi, dovremmo fare in modo di lasciarli interagire senza forzature e soprattutto mantenendo sempre accessibili delle vie di fuga per il gatto (che, ricordiamolo, predilige la tridimensionalità e dunque tende a collocarsi in posizioni sopraelevate, per meglio controllare le situazioni di pericolo), rispettando le loro tempistiche di conoscenza, e soprattutto senza intrometterci troppo per evitare di creare ulteriori squilibri nella delicatissima fase dell'inserimento.
Tutto ciò è ovviamente molto più semplice se i due vengono messi a contatto durante l'infanzia: situazione ideale affinché si sviluppi un'amicizia davvero salda e duratura!
Per quanto riguarda comunque le situazioni specifiche è sempre raccomandabile rivolgersi per tempo ad uno specialista del comportamento, in grado di spiegare le differenze da considerare e i dovuti accorgimenti da adottare in anticipo, per evitare di inficiare sin dall'inizio il buon evolversi della relazione tra i due e soprattutto onde prevenire rischi e complicazioni insanabili una volta che il rapporto ha preso una brutta piega.

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