venerdì 11 aprile 2008

Perché il mio cane tira al guinzaglio?


Il problema di molti proprietari quando si apprestano ad uscire con il proprio cane al guinzaglio per fare una piacevole passeggiata consiste nel fatto che i buoni propositi iniziali vengono vanificati appena messo piede fuori casa, perché quando è al dunque il cane anziché procedere diligentemente poco avanti al padrone con calma e signorilità, inizia a tirare come un forsennato sino a costringere il contrariato proprietario ad una vera e propria gara di tiro alla fune, rischiando la slogatura del polso di quest'ultimo e l'impiccaggione involontaria del primo...

Ci si domanda spesso come fare per risolvere questo problema ed evitare quelle scene tragicomiche in cui assistiamo tanto spesso per la strada, dove il tenero fido (indifferente alla sua taglia e al lignaggio d'origine) sembra credersi un cane da slitta per l'impegno che mette nel trascinare il proprio padrone.

Ebbene innanzitutto dobbiamo ricordare che il guinzaglio è un vero e proprio "filo del telefono" tra noi e i nostri beniamini, ovvero serve per comunicare (e non solo, come crediamo noi, a controllarli più facilmente) questo vuol dire che attraverso il guinzaglio, senza saperlo, trasmettiamo anche segnali emozionali. Ad esempio è facile che accada nell'incontrare altri cani che, senza rendercene conto, comunichiamo al cane il nostro disagio e la nostra preoccupazione tirando verso di noi il guinzaglio, strattonando impercettibilmente il cane: ciò costituisce una sorta di segnale di allarme che lo mette in allerta e lo prepara ad affrontare l'eventuale cospecifico come fosse un pericolo.
Quindi la cosa migliore sarebbe riuscire a lasciare sempre morbido il guinzaglio stesso mentre si passeggia.

Se da una parte infatti la nostra reazione istintiva, quando il cane inizia a tirare in avanti, è quella di tirare a nostra volta in direzione opposta, dall'altra la naturale risposta del cane a questo sentirsi strattonare è aumentare l'intensità della propulsione in avanti.
Così alla fine quanto più energicamente tira la persona, tanto più energicamente tira il cane (il quale ricordiamolo ha ben 4 zampe su cui far leva e di conseguenza un baricentro molto più stabile del nostro, oltre a possedere una muscolatura invidiabile in proporzione alla maggior parte delle persone).

Cominciamo col chiederci dunque il perché questo avvenga.
Intanto pensiamo al fatto che per un cane uscire in passeggiata rappresenta un'estrema soddisfazione, perché può finalmente dare libero sfogo alla sua innata curiosità verso il mondo esterno, vedere altri cani, respirare la natura, annusare odori a noi impossibili da percepire; ma che per un cane nascondono tanti messaggi da interpretare ed indagare, lasciare a sua volta segnali del suo passaggio, ecc.
Ecco quindi che per un cane equilibrato, senza blocchi o fobie, quando si esce, risulta spontaneo tirare avanti proprio perché ha fretta di andare ad esplorare un mondo sempre nuovo ed interessante.

Quindi, a prescindere da tutto ciò che possiamo pensare, è importante considerare quale motivazione c'è dietro questo comportamento per noi così sconveniente.
Inoltre bisogna tener presente che per ogni comportamento il miglior premio è sempre il raggiungimento dello scopo che lo ha scatenato.
Nel nostro caso quindi, visto che lo scopo del tirare è proprio quello di andare avanti ad esplorare, ecco che, seguendo il cane che tira, non facciamo altro che premiarlo e ricompensarlo nostro malgrado.

Questo fa si che ogni volta che lo scopo
(l'esplorazione) viene raggiunto, man mano non facciamo che incorraggiare ed aumentare proprio l'intensità e la frequenza del comportamento stesso (il tirare).

Come rimediare a questo "misunderstanding" tra specie?
Innanzitutto bisogna sottolineare che le punizioni non insegnano assolutamente niente al cane; ma, al limite, gli impediscono di mettere in atto un dato comportamento sul momento e comunque solo parzialmente.

Per cui il tanto decantato (da alcuni addestratori) collare a strozzo o, peggio, quello con le punte rivolte verso il collo dell'animale (che ormai non dovrebbe più essere permesso per legge) oltre al fatto di essere dannosi alla salute del cane, per le lesioni che possono provocare (a livello tracheale, vertebrale, muscolare e cutaneo), non forniscono assolutamente la certezza di risolvere il comportamento del tirare, perché comunque per il cane tale punizione non è proporzionale alla sua determinazione di andare avanti ad esplorare.

Inoltre può accadere che l'eccitazione del cane in determinati momenti sia tale da indurlo a dimenticarsi completamente dello strumento che ha attorno al collo, per cui si slancia lo stesso in avanti, provocandosi un coctail di emozioni (eccitazione e dolore) che possono spesso dar luogo a reazioni imprevedibili e a comportamenti incontrollati e pericolosi per l'incolumità altrui.

Come fare allora vi chiederete voi?
Ebbene intanto non esiste una ricetta semplice e standardizzata; ma di sicuro ci vuole tanta pazienza e costanza per poter insegnare al proprio cane che da sempre è stato premiato (seppur involontariamente) e quindi incoraggiato a tirare, a non farlo più.
Si tratta letteralmente di "rieducarlo".
Per far ciò fortunatamente esistono anche dei mezzi più adeguati del classico collare e guinzaglio, che ci possono aiutare nell'impresa.

Essi funzionano impartendo al cane una sorta di "punizione etologica" nel momento in cui dovesse mettere in atto l'azione del tirare e quindi più adeguata e più facilmente comprensibile per lui.

Si tratta di pettorine e cavezze, che però andrebbero utilizzate soltanto sotto la guida e i consigli di un esperto, per non vanificare la loro funzione, facendoci perdere così questo ottimo strumento educativo.

Per quanto riguarda poi le tecniche ogni educatore predilige la sua personale; ma l'importante è che si cerchi di far capire al cane che per andare avanti non ha bisogno di tirare, e soprattutto riuscire a trasmettergli questo messaggio con gentilezza ma anche con estrema fermezza.

Teoricamente si potrebbe provare anche col guinzaglio tradizionale, da passeggio, che deve essere lungo circa 1,5 mt: in questo caso per scoraggiarlo, bisognerebbe fermarsi ogni volta che il cane torna a mettere in atto tale comportamento, per cui all'inizio è davvero estenuante, in quanto si riesce a proseguire di pochissimo, inscenando una sorta di balletto fatto di fermate e riprese di marcia continue.
Anche perché si deve evitare di mettere in tensione il guinzaglio.
Quando ciò accade ci si deve bloccare e il cane va richiamato vicino a sé.
Mentre invece va incoraggiato il comportamento corretto, premiandolo e lodandolo ogni volta,
proseguendo in avanti appena la tensione si allenta.

Da questo punto di vista si capisce immediatamente che i guinzagli estensibili o retraibili che dir si voglia sono controproducenti per tale insegnamento (come si evince anche dal filmato), in quanto, pur dando una maggior libertà di movimento, impediscono al cane di capire quale deve essere la distanza giusta da rispettare, dal momento che essa varia in continuazione.
Certamente questa non è la sede adatta per impartire delle lezioni di condotta al guinzaglio; ma spero di aver fornito ugualmente utili consigli e soprattutto di esser riuscito a sfatare falsi miti e disincentivare l'uso di quei veri e propri strumenti di tortura, spacciati come miracolosi ausili per l'addestramento.

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