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sabato 12 luglio 2008

Caratteristiche etologiche del coniglio domestico

Molto spesso il coniglio, in misura maggiore di altri animali domestici, viene assimilato ad un pupazzetto di peluche, forse per le sue caratteristiche che, almeno in apparenza, lo fanno sembrare innocuo e docilissimo, e pertanto più maneggevole di altre specie dotate di armi di difesa-offesa che incutono sicuramente più rispetto, anche se le lesioni inferte dai denti del coniglio, soprattutto nei confronti della cute dei bambini, non sono certo banali.
Con questo post pertanto vorrei approfondire, aiutato da un articolo pubblicato dalla collega Lorella Notari, che si occupa appunto di comportamento, le caratteristiche etologiche di questa specie che a volte viene sottovalutata anche da molti veterinari, quanto meno per ignoranza e mancata conoscenza delle peculiarità che distinguono il coniglio da tanti altri pets.
Spero pertanto, con la diffusione di queste nozioni di base, di contribuire ad una migliore conoscenza di questo animale, affinché aumenti il rispetto nei confronti delle sue esigenze biologiche e soprattutto si evitino casi di maltrattamento spesso involontari, ma ugualmente dannosi per la sua salute psico-fisica.

LE FASI DI SVILUPPO

I coniglietti nascono ciechi e glabri e non sono in grado di udire prima di 7 giorni. Sono molto sensibili alle variazioni di temperatura e nel primo periodo dopo la nascita stanno tutti raggruppati nel fondo del nido per mantenere la temperatura ottimale.
Il senso dell'olfatto è già sviluppato alla nascita e consente ai piccoli di sentire la madre quando arriva nel nido per allattare. Uno stimolo olfattivo permette loro di individuare i capezzoli in modo da nutrirsi adeguatamente nel brevissimo tempo che la coniglia passa nel nido.
I coniglietti cambiano capezzolo ogni 30 secondi circa, cambiando posizione 4-5 volte nei 3 minuti in cui la madre è a disposizione per l'allattamento.
Quando la coniglia se ne va i piccoli urinano (senza bisogno di essere stimolati dalla madre come accade nei neonati dei gatti e dei cani) e tornano nel fondo del nido, al caldo.

Questo tipo di routine si protrae per tutta la prima settimana alla fine della quale i coniglietti cominciano a sentire, ad aprire gli occhi e a ricoprirsi di pelo.
Dopo la prima settimana cominciano ad avere più controllo degli arti e a 12 giorni possono fare tentativi di arrampicarsi e scavare.
Già a questa età è possibile vedere le coniglie che allattano all'esterno, vicino all'uscita del nido.
A circa 18 giorni i coniglietti cominciano a muoversi all'esterno del nido esplorando l'ambiente circostante per ritornare immediatamente al sicuro al minimo rumore o movimento insolito.
A circa 24 giorni la madre smette di allattarli e raggiunge gli altri componenti del suo gruppo sociale.
Anche i coniglietti raggiungono il gruppo e diventano sessualmente maturi a circa 4 mesi anche se il loro sviluppo scheletrico si completa a 9 mesi. (McBride, 1988, Balasini, 1995)

IL COMPORTAMENTO SOCIALE

I conigli selvatici vivono in territori la cui ampiezza varia a seconda del numero di individui.
Un territorio ampio può contenere una colonia di alcune dozzine di individui divisi in gruppi sociali ognuno dei quali contiene da 2 a 8 adulti, maschi e femmine.
I gruppi più numerosi sono formati in maggioranza da femmine e i piccoli nati nel gruppo sono tollerati finché non raggiungono la maturità sessuale, a circa 4 mesi.
I maschi adulti diventano sempre più aggressivi nei riguardi dei giovani i quali possono venire scacciati dal gruppo.
Questo accade soprattutto ai giovani maschi mentre è più facile che le femmine restino nel loro gruppo sociale originario.

I giovani maschi scacciati dal gruppo di origine possono raggiungere altri gruppi o addirittura cambiare colonia e territorio.
Ci sono anche dei maschi che non appartengono a nessun gruppo, anziani scacciati da conigli più giovani o conigli di meno di un anno che non hanno ancora trovato un gruppo.
Ogni membro del gruppo ha una posizione sociale che rispetta un ordine gerarchico in cui gli animali dominanti hanno autorità su quelli sottoposti.

Una posizione di dominanza consente di avere accesso per primi al cibo migliore, ai rifugi e alle femmine in estro.
Le femmine dominanti scelgono i luoghi migliori per l'accoppiamento.
La gerarchia fra maschi è di tipo lineare con il maschio A che domina il B che domina il C e così via.
I maschi dominanti tendono ad essere i più anziani e forti del gruppo.

Le femmine tendono ad essere più tolleranti fra loro e le femmine di grado inferiore alla femmina dominante coesistono pacificamente.
Durante la stagione della riproduzione però, ci possono essere liti violente con morsi anche letali per contendersi il privilegio di occupare un determinato spazio per fare il nido e partorire.
Ogni gruppo difende il proprio territorio, le cui dimensioni dipendono dal numero di conigli in quell'area, dal numero dei componenti del gruppo e dalla disponibilità di cibo.
I componenti di ogni gruppo frequentano anche un spazio più ampio detto "home range" che però non difendono. Gli home ranges dei diversi gruppi possono sovrapporsi.

Lontano dalla stagione riproduttiva l'intensità del comportamento di difesa del territorio diminuisce e i rapporti gerarchici tendono a essere meno rigidi.
È proprio in questo periodo che i giovani maschi vengono accettati nel gruppo.
A ogni nuova stagione riproduttiva si può assistere alla formazione di nuovi gruppi.
Spesso un nuovo gruppo parte da due soli individui, un maschio e una femmina.
La femmina concorre maggiormente alla creazione dei sistema dei cunicoli sotterranei mentre il maschio si occupa di difendere il territorio.
La difesa del territorio avviene con la deposizione delle marcature e con l'attacco nei riguardi di ogni intruso.

I conigli hanno un senso dell'olfatto molto sviluppato e gli odori costituiscono il più importante mezzo ci comunicazione.
Sia i maschi che le femmine hanno ghiandole poste sul mento e sotto la coda che producono feromoni. Questi feromoni portano informazioni riguardanti il sesso, lo stato riproduttivo e la posizione gerarchica. Probabilmente contengono anche altre informazioni di cui ancora non conosciamo il significato.
Il coniglio maschio usa questi feromoni per marcare il territorio strofinando il mento sul terreno e su oggetti sporgenti come cespugli, rami, recinti.

Anche gli altri membri del gruppo vengono marcati e questa marcatura può essere messa in atto sia strofinando le ghiandole del mento sia spruzzando urina.
Le ghiandole anali sotto la coda sono più sviluppate nel coniglio maschio e la loro secrezione feromonale viene depositata sul territorio con le feci.
Queste feci con feromoni vengono disperse o lasciate in cumuli su prominenze nel terreno allo scopo di comunicare il proprio controllo del territorio a conigli non appartenenti al gruppo.

Questi cumuli di feci detti "latrine" oltre che segnalare una sorta di confine servono anche aumentare il senso di sicurezza dei conigli residenti.
I conigli dominanti marcano l'intero territorio, gli altri solo parti di esso.
Se un coniglio di un altro gruppo invade il territorio e c'è un incontro fra maschi l'invasore può o ritrarsi e marcare il proprio territorio con urina oppure fare atto di sottomissione nei riguardi del coniglio residente.

Questo atto di sottomissione consiste nello sdraiarsi con il corpo aderente al terreno e le orecchie appiattite all'indietro contro la testa. Allo stesso tempo il coniglio residente mette in atto delle "dimostrazioni" di dominanza continuando ad avvicinarsi, mordicchiando l'erba , strofinando il mento o scavando insistentemente.
Se "l'invasore" non si ritrae né fa atto di sottomissione ci sarà una lotta.
Anche le lotte sono spesso ritualizzate con inseguimenti e colpi al terreno con le zampe (McBride, 1988)

IL COMPORTAMENTO SESSUALE

I conigli possono raggiungere la maturità sessuale a circa 4 mesi di età (o più avanti, a seconda delle razze).
La femmina produce ovuli in maniera continua e se non avviene l'accoppiamento gli ovuli rimangono nei follicoli ovarici e degenerano, venendo poi sostituiti da altri.
Gli ovuli maturano in 2 giorni e le coniglie sono in estro per tre giorni su sette; l'ovulazione è indotta dall'accoppiamento (ovulazione provocata): ciò vuol dire che ogni accoppiamento è a colpo sicuro, ovvero produrrà una gravidanza.

Dopo la gravidanza, che dura circa 30, giorni la femmina ritorna fertile dopo solo 12 ore.
Questo ad eccezione delle fasi iniziali e finali della stagione riproduttiva.
La coniglia infatti viene definita poliestrale stagionale (come la gatta) per cui può andare in calore più volte nell'arco di una stessa stagione. Va però considerato che tale stagione è altamente dipendente dalle condizioni ambientali e in genere il tasso di ovulazione è più basso in autunno.
Questa stagionalità infatti è in gran parte legata al periodo di illuminazione in quanto le coniglie che vengono sottoposte continuativamente a un periodo di illuminazione di 16 ore accettano il maschio e ovulano tutto l'anno.

Il corteggiamento dei conigli è relativamente semplice e durante la stagione degli accoppiamenti il maschio cerca attivamente quante più femmine possibile.
Quando il maschio trova una femmina che gli interessa la insegue per molto tempo rimanendo a una distanza di 5 metri o più dietro di lei.
Poi si avvicina gradualmente assumendo una posizione particolare, con le zampe rigide le a coda ritta in alto e procede in circolo o sfila avanti e indietro.
Spesso la femmina appare indifferente e continua a mangiare e qualche volta il maschio le passa accanto, ruota il posteriore e le spruzza dell'urina addosso.
Questo comportamento ha luogo molto velocemente, con il maschio praticamente in movimento. Normalmente la femmina rimane indifferente e si scuote appena o decide di allontanarsi.
La chiave del successo dell'accoppiamento può essere la perseveranza del maschio.
La femmina interessata finisce per sdraiarsi accanto al maschio con le orecchie all'indietro.

Questo comportamento è un segnale per il maschio che comincia a strofinarsi contro di lei, a leccarle le orecchie e ad annusarla.
Non necessariamente questi approcci portano all'accoppiamento perché anche a questo stadio sia il maschio che la femmina potrebbero perdere interesse ed allontanarsi.
Una femmina che desidera accoppiarsi in genere lo dimostra agitando la coda in risposta alla coda solleva "a bandiera" del maschio.
L'atto dell'accoppiamento vero e proprio è brevissimo, pochi secondi.
Il maschio abbraccia la coniglia con le zampe anteriori, spesso afferrandola con i denti.
Dopo l'eiaculazione il coniglio perde momentaneamente conoscenza e cade al fianco della femmina (McBride,1988, Balasini, 1995).

IL COMPORTAMENTO MATERNO

La gravidanza della coniglia dura circa 30 giorni e negli ultimi giorni (da 2 a 8 giorni prima del parto) prepara il nido per i nascituri.
In natura questo nido viene scavato all'interno delle gallerie del gruppo oppure a parte, sempre nel territorio del gruppo, creando un tunnel con una sola entrata e a fondo cieco.
La coniglia riempie il nido con erba secca e foglie e poi le spiana prima di ricoprirle con il suo soffice pelo, che si strappa dall'addome e dai fianchi.
Le coniglie che vivono in gabbia fanno anch'esse il nido usando il materiale che hanno a disposizione e il loro pelo.
I piccoli nascono ciechi e glabri, la madre li pulisce leccandoli e mangia il cordone ombelicale e la placenta.

In questa fase può capitare, raramente, che la madre addenti parte del corpo dei piccoli uccidendoli o mutilandoli.
Questo comportamento sembra più frequente nei conigli domestici, in madri giovani e in situazioni di stress ambientale.
Alla fine della pulizia dopo il parto la madre allatta i coniglietti e poi si allontana.
All'uscita dal nido chiude l'entrata con della terra se vive allo stato selvatico, con il materiale che ha a disposizione nel caso della coniglia domestica.

La madre torna ad allattare i coniglietti solo ogni 24 ore, solitamente durante le ore notturne, e rimane nel nido circa tre minuti.
La copertura dell'uscita del nido e il breve e saltuario allattamento sono strategie per evitare che i predatori possano trovare i piccoli.
Sembra che alcune coniglie domestiche allattino invece più frequentemente (Mc.Bride, 1988, Balasini, 1995)

PRINCIPALI PROBLEMI DI GESTIONE E COMPORTAMENTALI

La gestione del coniglio come animale da compagnia stimola riflessioni aggiuntive rispetto alla gestione del coniglio a scopo economico.
La convivenza a stretto contatto con la famiglia umana implica che il benessere dell'animale venga preso in maggior considerazione e che il suo stato di disagio desti una maggiore attenzione da parte dei proprietari.

GESTIONE: RICOVERO, STIMOLI AMBIENTALI, ALIMENTAZIONE, STERILIZZAZIONE

La gabbia del coniglio deve essere spaziosa quanto basta per poter contenere un rifugio coperto, una cassettina dove deporre le deiezioni e uno spazio sufficiente perché l'animale possa muovere liberamente qualche passo.
I periodi di libertà in casa non suppliscono alla mancanza di spazio nella gabbia che rimane il luogo dove in generale il coniglio passa la maggior parte del tempo.
Arricchimenti ambientali utili in questa specie sono cunicoli dove infilarsi (tubi in plastica o di cartone), oggetti da far muovere con il muso, scatolette di cartone da esplorare…

Il coniglio è un animale sociale e quindi la compagnia di un altro animale, della stessa specie o no, giova al suo benessere.
Se si decide di adottare una coppia di coniglietti è consigliabile scegliere due femmine o un maschio ed una femmina in modo da ridurre al minimo il rischio di litigi, molto più frequenti fra i maschi.
L'introduzione in casa entro le 12 settimane di età favorisce il successo della convivenza sia con l'uomo che con altri animali.

Il coniglio è in grado di ricavare da cibo di basso valore nutritivo la massima quantità di energia. Una caratteristica di questa specie è la re-ingestione di una parte del materiale fecale che viene recuperato direttamente dall'ano e ingerito.
La parte di feci che viene ingerita è diversa dalle restanti feci emesse: è più soffice e ricoperta di muco e viene chiamata ciecotrofo.

Se dovessimo immaginare la vita di un coniglio selvatico dal punto di vista alimentare, vedremmo che questo animale passa la maggior parte del giorno nei cunicoli sotterranei dedicandosi frequentemente all'attività di recuperare parte delle sue feci e ingerirle.
Il tempo passato in superficie, per lo più nelle ore di luce scarsa, è quasi interamente impiegato a mangiare la maggior quantità possibile di vegetali, spesso di scarsa qualità nutritiva.
Questa intensa attività digestiva ed alimentare è una parte importantissima nell'equilibrio psicologico oltre che fisico del coniglio.

Il coniglio da compagnia viene spesso alimentato con mangimi ad alto valore nutritivo (pellettati) e che possono venire ingeriti velocemente e senza fatica, molti dei quali vengono proposti commercialmente come alimenti ideali.
Questa abitudine alimentare può creare vari ordini di problemi sia fisici che comportamentali. Dal punto di vista fisico l'obesità e l'eccessiva crescita dei denti - non sufficientemente impegnati nel lavoro di triturazione dei foraggi freschi o essiccati - vanno sicuramente a discapito della salute dell'animale.

Dal punto di vista psicologico se il tempo dedicato all'alimentazione è troppo breve si può incorrere in problemi di nervosismo e aggressività perché un corretto impegno nel triturare lentamente il fieno - che dovrebbe essere sempre l'alimento di base - costituisce un esercizio naturale e appaga un bisogno comportamentale fondamentale per il coniglio.
Considerati i notevoli cambiamenti di temperamento del coniglio nel periodo dell'accoppiamento, soprattutto il maschio ma anche la femmina, la sterilizzazione prima dei 4 mesi è assolutamente consigliata in entrambi i sessi.

Particolarmente se ci sono bambini in casa - eventualità molto frequente perché il coniglietto è un pet molto amato dai bambini - la sterilizzazione è un precauzione doverosa soprattutto nei maschi che posso diventare mordaci o spruzzare urine.
E' sconsigliato tenere insieme due maschi o due femmine non sterilizzati, e altrettanto vale per un maschio e una femmina, a meno di non volere un numero altissimo di piccoli! (Gismondi, 1997, McBride, 1998)

EDUCAZIONE A SPORCARE

Per evitare che il coniglietto sporchi in casa quando lasciato libero, sarà necessario evitare per i primi due giorni di lasciargli libero accesso all'esterno della gabbia.
In questi primi due giorni si potrà abituarlo a sporcare in un angolo della gabbia, preferibilmente in una cassettina a bordi bassi (per esempio un sottovaso rettangolare) che andrà riempita con brandelli di giornale e sarà utile aggiungere un poco di carta imbevuta dell'urina del coniglio ( che avrà sicuramente fatto in precedenza durante il trasporto) e una piccola quantità di feci.

Per invogliare l'animale a iniziare a sporcare proprio in quel punto si può sistemare la rastrelliera del fieno in modo che debba stare nella lettiera quando mangia: in questo modo la probabilità che inizi a sporcare nel posto giusto aumenta.
Il coniglietto lascerà comunque delle feci sparse nella gabbia per autorassicurarsi nel nuovo ambiente (una piccola quantità di feci verrà sempre dispersa nella gabbia).
Quando la lettiera verrà pulita sarà utile lasciare del materiale con urine e qualche pallina di feci per stimolare il coniglio a mantenere l'abitudine di sporcare nella cassettina (McBride, 1998).

venerdì 23 maggio 2008

La corretta alimentazione del coniglio domestico

I conigli sono dei lagomorfi (famiglia leporidi) che si distinguono dagli altri roditori per avere una doppia fila di incisivi superiori e, sebbene si siano diffusi inizialmente come animali da carne, oggi sono diventati molto popolari come animali da compagnia sia tra gli adulti che tra i bambini, proprio grazie alla loro personalità vivace e sensibile che li rende facilmente addomesticabili (anche se con le dovute accortezze) e, soprattutto, date le dimensioni più modeste di cani e gatti, più rispondenti alle esigenze della vita moderna che si svolge per lo più all'interno di un appartamento, dove lo spazio ristretto e il tempo libero spesso limitato, non consentono tante alternative a chi desidera comunque avere il piacere di relazionarsi con un animale domestico.

L'addomesticamento del coniglio risale al Medio Evo: esso discende dal coniglio selvatico dell'Europa occidentale e dell'Africa settentrionale.
Esistono oltre 50 razze di coniglio domestico, di dimensioni variabili dalla taglia nana (0,9-1,8 Kg) alle varietà giganti, che possono raggiungere il peso di 6,4-9 kg.


Sono degli erbivori monogastrici a fermentazione intestinale (localizzata nell'ultimo tratto dell'intestino), dotati di una complessa fisiologia digerente, che risulta essere l'apparato più delicato in questo animale dal metabolismo notevolmente accelerato.
Una delle caratteristiche peculiari sono i denti (a crescita continua) che spesso rappresentano un problema soprattutto nelle razze nane.
In queste ultime infatti la malocclusione è più frequente, determinando un mancato consumo degli stessi, che raggiungono dimensioni tali da rendere impossibile la normale masticazione, ostacolando, sino a renderla impossibile, l'alimentazione.
Pertanto si rende necessario intervenire di frequente, per ridurli tramite un'operazione di limatura o arrivando all'estrazione completa per risolvere definitivamente il problema.


Un'ulteriore caratteristica di questa specie che potrebbe diventare un problema è il fatto che non sono in grado di vomitare a causa della particolare conformazione dell'epiglottide e di un cardias (la valvola che regola il passaggio tra l'esofago e lo stomaco) ipertrofico.
Ciò fa si che tutto ciò che viene ingerito non può far altro che progredire verso l'intestino, con le ovvie conseguenze, anche laddove invece sarebbe opportuno, da parte dello stomaco, liberarsi di un contenuto indesiderato.

Per questo motivo nel caso in cui venga ingerito un corpo estraneo (come frammenti di plastica, di tessuto, ecc.) oppure una esagerata quantità di pelo (durante le operazioni di tolettatura) si possono creare dei blocchi a livello gastrico per la formazione di vere e proprie matasse di pelo (egagropili) o di corpi estranei, con gravi conseguenze nei delicati processi digestivi, sino alla morte del povero animale.


Ecco perché nei periodi a rischio di maggior ingestione di pelo (durante la muta o nella preparazione del nido, o anche in condizioni di particolare stress), si suggerisce di somministrare sostanze enzimatiche in grado di facilitare la dissoluzione della cheratina dei peli, come il succo di ananas fresco (non quello pastorizzato, perché il trattamento termico distrugge tali enzimi), prima che la situazione degeneri.

Altra ulteriore caratteristica di questi animali è che i processi digestivi non riescono a compiersi in un solo passaggio attraverso l'apparato gastroenterico; ma è necessario che le prime feci (ciecotrofo), deposte di solito al mattino presto o durante la notte, possano venir ingerire nuovamente, affinché si completi l'assorbimento di sostanze vitali (quali vitamine del gruppo B, proteine e acqua).
Per una normale motilità gastro-intestinale inoltre è indispensabile un adeguato apporto di fibra con la dieta, così come per l'equilibrio della microflora intestinale e il mantenimento di un pH ciecale ottimale (necessario ai regolari processi fermentativi): tutte condizioni indispensabili ai normali processi digestivi del coniglio e al mantenimento della sua salute.


Ciò significa che per una dieta corretta è indispensabile fornire al coniglio un quantitativo abbondante di fibra grezza sotto forma di fieno di buona qualità che tra l'altro previene l'obesità e la formazione dei tricobezoari o egagropili.
Assolutamente controindicato invece è fornire come principale o unica fonte alimentare il mangime pellettato, in quanto essendo troppo ricco in proteine e povero di fibre può causare disturbi digestivi (quali diarrea e fermentazioni anomale), predispone a obesità e formazione di calcoli vescicali, inoltre determina problemi connessi al mancato consumo dei molari (formazione di punte taglienti in grado di incarcerare la lingua, impedendo all'animale di nutrirsi).

Ovviamente le necessità nutrizionali del coniglio variano con l'età e con lo stato fisiologico.
In generale per la crescita, la gravidanza e l'allattamento sono necessari livelli di calorie, proteine e calcio più elevati rispetto ai fabbisogni di mantenimento.

Per una dieta di mantenimento si suggerisce di fornire fieno ad libitum (meglio se di prato polifito ed erba medica), verdure fresche ricche di fibre (prediligere quelle scure, come cicoria, cicorione, spinaci, ecc. cercando di evitare quelle chiare come la lattuga).
A questo proposito mi preme ricordare che l'ingestione di verdure ricche di pigmenti vegetali può esitare nell'emissione di urine che sembrano emorragiche, ma in realtà tale colorazione è data da porfirine che mimano il colore dell'ematuria (per sicurezza, in caso di dubbi, comunque fatele analizzare).
Il cibo pellettato andrebbe somministrato invece in quantità limitate (per un coniglio di circa un kg è sufficiente la quantità contenuta in un pugno),
volendo assieme a qualche pezzetto di mela o carota e al massimo una volta al giorno.
Al contrario il pane secco è vivamente sconsigliato.

Per quanto riguarda i cambiamenti di alimentazione questi devono essere effettuati sempre in modo graduale, per evitare problemi anche seri che vanno a ripercuotersi sulla funzionalità intestinale.
Il coniglio infine necessita di acqua sempre fresca e pulita (dai 50 ai 150 ml al giorno) che si consiglia di lasciare sempre a disposizione negli appositi beverini (a goccia o a sifone) evitando invece le ciotole a terra, che tendono ad inquinarsi troppo facilmente e pertanto poco igieniche.
Sia chiaro che per qualsiasi dubbio o domanda conviene sempre rivolgersi al proprio veterinario di fiducia, evitando di seguire consigli dati da persone che si improvvisano esperti in materia, quando magari sono mossi da meri interessi commerciali!