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venerdì 20 giugno 2008

La responsabilità di possedere un cane

Il titolo del post di oggi si ispira al capitolo di un bellissimo libro, opera notevole nel panorama della cinologia, corredata da splendide fotografie e edita in un'elegante veste grafica, scritta dalla collega di Milano, giudice ufficiale ENCI nonché esperta in comportamento, Barbara Gallicchio, dal titolo "Lupi travestiti: le origini biologiche del cane domestico" (edizioni cinque) e che consiglio di leggere a chiunque ami questo animale e ne voglia sapere di più.

Riporto queste righe tratte dal libro suddetto proprio per riflettere sul fatto che il cane non è un giocattolo e merita davvero più rispetto e attenzione per tutto ciò che rappresenta quest'animale in rapporto all'uomo, per l'importanza che abbiamo avuto e ancor di più abbiamo oggi nella storia dell'evoluzione di questa specie, e per tutte le infinite potenzialità che possono scaturire dal reciproco darsi, tipico di due specie sociali come siamo entrambi.

Abbiamo fatto in modo che il cane dipendesse da noi in tutto, di conseguenza ne abbiamo assunto la completa responsabilità: di questo dobbiamo farcene una ragione.
Responsabilità che riguarda il cane stesso e il resto dell’ambiente che ci circonda.
Chiunque decida di prendere un cane dovrebbe aver seriamente considerato che sta per portarsi a casa una creatura bisognosa di tutto, ma soprattutto di contatto sociale.
Non importa quanto grande sia lo spazio che lo ospiterà, né quanto di qualità sia il cibo quotidiano, se il destino del cane è di restare “abbandonato” da solo 24 ore su 24 (tolti forse i 10 minuti il mattino e 10 alla sera) la situazione sarà socialmente inaccettabile per la sua psiche.

Chi non può passare diverse ore al giorno con il cane, deve procurare una fonte di legami affettivi e compagnia sotto forma di un altro cane. In questo modo, la necessità di un “branco” sarà soddisfatta e la salute mentale dei due animali garantita.
L’integrazione con il gruppo familiare umano, è ovvio, necessiterà di un certo tempo, trascorso insieme comunque, ma perché prendersi dei cani se non si trae piacere dallo stare con loro?
Nonostante l’amore di cui sono fatti oggetto da parte dei moltissimi cinofili, i cani restano la specie domestica più soggetta a torture e maltrattamenti. Per maltrattamenti si intenda anche la vita trascorsa legati ad una corta catena, con poco cibo e niente affetto, per torture si ricordi anche la lunga , lugubre storia della “sperimentazione medica”, per molto tempo condotta perfino senza anestesia!

Infine, ma non ultimo per importanza, il problema dell’abbandono; migliaia di poveri cani gettati dalle automobili che muoiono sulle strade ogni anno (sovente coinvolgendo negli incidenti conseguenti anche persone).
Ma i cani non serbano rancore: quelli che scampano alla morte subito cercano un nuovo padrone a cui essere devoti, per ricominciare.
Anche i bambini possono essere crudeli, a volte, e maltrattare gli animali, ma , normalmente, fra i cani e i bambini si crea un legame molto forte, da cui entrambi traggono giovamento.

Nei bimbi si è notato un incremento della sicurezza in se stessi ed un generale atteggiamento positivo.
Ciononostante, la decisione di prendere un cane in casa “ per il bambino” deve sempre combinarsi con una coscienziosa assunzione di responsabilità da parte dell’intera famiglia; non è così ovvio, infatti, che l’animale non può essere considerato un giocattolo a tempo determinato di cui liberarsi quando si rende troppo ingombrante: i negozi sono pieni di peluches, atti allo scopo!
Tutte le attività e le cure necessarie per il benessere dell’animale dovrebbero essere vissute come interazioni piacevoli e non come obblighi.

La cura dell’alimentazione, della salute, del mantello, l’educazione e il tempo da trascorrere all’aperto per passeggiare e giocare, fa tutto parte della gioia di vivere con un cane.
L’alimentazione dovrà essere bilanciata e nella giusta quantità; oggigiorno abbiamo molti cani sovrappeso o addirittura obesi sia perché mangiano troppo sia perché si muovono troppo poco.
Le cure sanitarie richiedono periodiche visite veterinarie, vaccinazioni di routine e trattamenti antiparassitari utili per l’animale stesso e per la salute pubblica.
La cura del mantello parte dal presupposto che ognuno scelga il tipo di pelo che si sente di poter accudire, in modo che il cane sia tenuto ragionevolmente pulito.

Un Levriero Afgano dovrà essere lavato e spazzolato al più tardi ogni 15 giorni, mentre un Dobermann ha bisogno solo di una buona passata col guanto.
Ogni cane dovrebbe essere educato e socializzato, soprattutto se vive in città.
L’educazione di base è costituita dalla capacità di andare al guinzaglio, di rispondere a semplici comandi quali “Vieni”, “Seduto”, e “ Fermo”, e di non rendersi pericoloso per le persone e per gli altri animali.
Un cane educato è un cane felice, perché i proprietari potranno portarselo dappertutto, senza timore di infastidire nessuno.
Un cane che al ristorante cerca di salire sui tavoli non potrà esservi condotto.

E’ anche indispensabile che il cane sia socializzato con i bambini (che sono le prime vittime dei morsi perché non riconoscono la mimica di minaccia e perché si avvicinano irrispettosi del tentativo dell’animale di sottrarsi al contatto fisico) o, qualora fosse impossibile renderlo socievole, dovrà essere tenuto sotto controllo mediante guinzaglio ed eventualmente museruola. Il cane ha armi potenzialmente letali, nella sua bocca; anche se siamo sicuri delle sue risposte verso gli sconosciuti è nostro dovere controllarlo sempre da vicino, quando viene toccato da terzi e non permettere a bambini non familiari di avvicinargli il viso alla testa.

Qualche volta i cani uccidono persone.
Quando mi chiedono spiegazioni riguardo tali episodi, rispondo sempre che i cani sono lupi travestiti, equipaggiati per uccidere, anche se ce lo dimentichiamo.
Di solito sono coinvolti più animali in un’aggressione di gruppo, nella quale possono perdere il controllo.
D’altro canto, quanti casi ci sono ogni anno di persone che uccidono altre persone?
Persino genitori che uccidono i loro figli. Migliaia.
Mentre gli umani uccisi dai cani in un anno in tutti gli Stati Uniti sono non più di venti e in tutto il mondo non arrivano al doppio.
E’ vero, tuttavia che le aggressioni non mortali sono assai più numerose ed i semplici morsi toccano l’1% della popolazione.

E’ vero anche che le razze “da presa”, come i Pit bull ed i Rottweiler, sono in continua crescita numerica. Questi cani hanno riflessi molto sviluppati di difesa attiva, pertanto devono essere tenuti da persone esperte e molto responsabili.
Purtroppo spesso non è così e gli stessi proprietari temono le reazioni dei propri animali, pertanto non sono sufficientemente pronti ad intervenire in caso di aggressione oppure lasciano i cani incustoditi!

La proposta di obbligare chi desidera acquistare cani potenzialmente inclini alla lotta ad ottenere un “patentino”, una specie di licenza da rilasciare a chi abbia seguito un corso educativo, così come sta avvenendo in Francia, forse potrebbe rivelarsi una buona, anche se non facile, soluzione; dopotutto viviamo in un mondo violento e molti vogliono avere il diritto di sentirsi protetti e le razze da difesa personale sono in questo insuperabili.
Un’altra responsabilità riguarda la salute pubblica: è un dovere rimuovere le feci ogni volta che è possibile e tenere gli animali liberi da parassiti interni ed esterni, con l’uso di prodotti appositi.

Un capitolo a parte meriterebbe poi il discorso degli allevatori, i quali, in quanto tali, hanno una duplice responsabilità: quella verso gli animali che mettono al mondo e quella nei confronti degli acquirenti di detti animali.
E’ loro dovere infatti allevare cani sani e di buon carattere, con cui le persone possano vivere felicemente.
Poiché in generale “il simile genera il simile”, tale fine può esser raggiunto mettendo in riproduzione solo soggetti con le qualità desiderate.
Essi hanno anche la responsabilità, verso i loro cuccioli, di affidarli a persone equilibrate e positive.
Non ci vuole molto a capire se il potenziale acquirente ha un giusto atteggiamento e se il tipo di sistemazione che può offrire è consono all’animale.
Infine noi tutti abbiamo un’enorme responsabilità nei confronti del lupo.

Questa specie, cui dobbiamo così tanto, è stata così tanto perseguitata da esser fatta oggetto di stragi.
Tuttora, in diversi paesi, è considerato animale da pelliccia cacciabile.
Dobbiamo a tutti i costi salvare la popolazione residua, anche per il futuro del cane stesso, che un domani non troppo lontano potrebbe aver bisogno di ricorrere al sangue del padre per salvarsi dal deperimento genetico.